Artista: The Stranglers Album: Aural Sculpture
Anno: 1984Tempo: 0:0-1
Una critica dell'album Aural Sculpture dei The Stranglers
Se sei un amante della musica rock degli anni '80, sicuramente conosci i The Stranglers, una band britannica che ha segnato un'epoca e che, tutt'oggi, continua ad essere un'icona del genere. Il loro album Aural Sculpture è stato rilasciato nel 1984, attingendo da una varietà di generi e influenze, dal punk al new wave, passando per la dance e il pop. In questo post, esamineremo il contesto in cui è nato l'album, i brani più iconici e le critiche relative all'artista e all'album stesso.
Gli Stranglers sono una band che ha debuttato nei primi anni '70, quando il punk rock era all'apice della sua popolarità. Ma a differenza della maggior parte dei gruppi di quel periodo, gli Stranglers hanno dimostrato una grande versatilità musicale, spaziando dal punk al rock, passando attraverso l'elettronica, il reggae e la psichedelia. L'album Aural Sculpture rappresenta un passo avanti in questo percorso, mescolando elementi di new wave con influenze funky e jazz. È stato prodotto da Laurie Latham, il quale ha lavorato anche con gli Echo & the Bunnymen, ed è stato rilasciato sotto l'etichetta Epic Records.
Il disco vanta alcuni brani di spicco come Skin Deep e No Mercy, i quali hanno spopolato nelle classifiche di varie nazioni, inclusa l'Italia. Skin Deep in particolare, è stato il primo singolo dell'album e, a oggi, rimane uno dei brani più conosciuti degli Stranglers. Questo brano presenta un ritmo funky, ipnotico e ballabile, accompagnato dalla vocalità sensuale di Hugh Cornwell. Altre canzoni memorabili dell'album sono Who Wants the World?, un pezzo che racconta l'esasperazione del cantante verso il mondo moderno, e Brainbox, un brano elettronico che sembra anticipare il sound che caratterizzerà la band negli anni '90.
Molte delle critiche rivolte all'artista e all'album, durante i primi anni '80, furono causate dalla controversa reputazione degli Stranglers. La band è stata spesso accusata di romanticizzare la violenza e la misoginia attraverso i loro testi. Tuttavia, Cornwell ha più volte difeso la band dalle critiche, affermando che i loro pezzi sono stati spesso mal interpretati e che la band ha sempre cercato di esplorare temi tematicamente forti, quali la depressione, l'esasperazione e il disingagno sociale.
Il bassista dei The Stranglers, Jean Jacques Burnell, è stato anche criticato per la sua incapacità di gestire lo strumento come il suo predecessore Dave Greenfield, cosa che ha portato a una sonorità meno potente rispetto ai primi album della band. Tuttavia, il talento di Burnell è stato evidenziato in alcuni brani dell'album, come Hot Club, dove il suo lavoro al basso è stato particolarmente apprezzato.
In conclusione, Aural Sculpture è un album che merita di essere ascoltato e rivalutato, per apprezzare quanto gli Stranglers siano stati in grado di spostarsi oltre il punk rock e abbracciare nuovi suoni e influence. Il disco è stato criticato per la la reputazione controversa della band e il suono meno potente rispetto ai precedenti lavori, ma presenta alcuni brani indimenticabili e una grande attenzione alla varietà musicale, che in quel momento non era molto comune. In definitiva, questo album è un importante documento dell'evoluzione musicale degli Stranglers, che ha influenzato molti artisti ancora oggi.
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