Artista: Beardfish Album: The Void
Anno: 2012Tempo: 0:0-1
La recensione critica dell'album The Void dei Beardfish
Sono un grande appassionato di musica e ogni tanto mi piace scavare alla ricerca di qualche perla nascosta tra gli album meno conosciuti. Oggi vi voglio parlare dell'album The Void dei Beardfish, un gruppo svedese che ha fatto la sua comparsa sulla scena musicale nel 2001 e che ha saputo fare breccia nel cuore di molti appassionati. Il genere musicale in cui i Beardfish si muovono è un misto tra progressive rock, jazz, hard rock e blues. La mia recensione sarà critica e obiettiva, ma non mancherò di citare anche le loro migliori canzoni.
Il primo brano dell'album è The Void, un pezzo che inizia con un pianoforte delicato e una voce calda che risalta alla perfezione. Poi entra la chitarra e il pezzo diventa più rock, a tratti quasi metal. La canzone si evolve alla perfezione, con diverse variazioni di ritmo e intensità. Il secondo brano è Into the Night, una canzone che dal punto di vista tematico parla di un sogno e dell'inconscio. Questa canzone è molto melodica, con un ritornello orecchiabile e una parte centrale quasi acustica. Il brano successivo è The Hunter, che inizia con il basso e la batteria che mettono subito in chiaro il fatto che si tratta di una canzone decisamente rock. Il pezzo ha un ritornello molto potente e orecchiabile.
Una delle canzoni più belle dell'album è Destined Solitaire. Questo brano ha degli arrangiamenti davvero meravigliosi e la voce del cantante si adatta perfettamente alle varie sfumature della canzone. Il testo racconta la solitudine di un uomo destinato a restare solo, con un tema molto forte che riesce a coinvolgere l'ascoltatore. Infine, voglio citare anche The Platform, un brano molto interessante che mette in evidenza l'influenza del jazz nella musica dei Beardfish. La canzone è molto variegata, con cambi di ritmo, di intensità e di melodia, il tutto condito con un tocco di pianoforte jazz.
Ma non tutto è perfetto in The Void. L'album ha qualche debolezza, soprattutto nel finale. Le ultime due canzoni Mammoth e Without Saying Anything non riescono a convincere fino in fondo. Soprattutto nel caso della seconda, sembra che i Beardfish abbiano voluto forzare troppo il lato sperimentale, creando una canzone confusionaria e poco riuscita.
In conclusione, l'album The Void dei Beardfish è una perla del progressive rock, con delle canzoni che spaziano tra vari generi e stili musicali. La bellezza di questo disco sta nella varietà delle canzoni e nell'abilità dei musicisti nel creare degli arrangiamenti complessi ma al tempo stesso molto orecchiabili. Anche se il finale non è del tutto convincente, l'album riesce a coinvolgere l'ascoltatore dall'inizio alla fine. Se siete appassionati di progressive rock, non potete perdervi questo bel lavoro dei Beardfish.
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