Un pacato uomo di
mezza età si trovò a riflettere sulla propria esistenza e sulla vita che gli rimaneva. Si sedette su una roccia alta, irraggiungibile a meditare e per 3 giorni guardò con occhio spento tramonti, pioggia cadente, nuvole passeggere, uccelli veloci. Alla fine della muta pazzia comprese. Il ricordo gli impediva di ammirare certe meraviglie, avrebbe dovuto dimenticare le sue esperienze, cancellare tutta la memoria raccolta e costruita con fatica, e far morire il ricordo. Per 100 giorni, seduto sulla roccia, si concentrò sopprimendo le inquietudini dell’animo e disciogliendo nel fiume dell’oblio gli impulsi della mente. Alla fine riuscì nella sua ardua impresa, aveva dimenticato tutto, aveva perso ogni riscontro, era di nuovo bambino e inesperto. Felice, avrebbe potuto apprezzare le piccole cose della vita.Sceso dalla roccia apprese dal suo medico che l’
alzheimer gli aveva rubato anche l’ultimo dei ricordi. L’uomo pacato accennò un gesto, ma non capendone il senso non sentì l’impulso di piangere, tremò leggermente e si avviò verso il nulla.