Big band
Una bella orchestra jazz che anima le notti di classe dei locali piú in della cittá dove l'alcool scorre sopra un letto di musica costante e intrigante. La musica big band é un complesso orchestrale che esalta nel modo assoluto il loro spirito jazz. L'era della musica per big band continua ad avere una presa senza tempo nel cuore di molti. Lasciatevi avvolgere dalla sua vibrante energia e dalle sue melodie vintage. Lascia che le ondate di suoni sinfonici calmino le tue preoccupazioni. Goditi i suoi groove in movimento con ottoni e ritmi jazz che elevano l'anima. Fai un viaggio attraverso i secoli, poiché nessun'altra musica eguaglia il suo vivace incanto come il vecchio suono della big band! Big band è il nome dell'ensemble musicale jazz durante l'era Swing negli anni 190 e 1940.
Big Band: la musica swing che fa ballare il mondo
Se sei un appassionato di musica, sicuramente avrai sentito parlare delle grandi bande, meglio conosciute come Big Band. Si tratta di un genere musicale nato negli Stati Uniti negli anni '20 del secolo scorso, che ha raggiunto grande fama negli anni '30 e '40, diventando una delle espressioni artistiche più rappresentative del jazz. In questo post parleremo proprio delle Big Band, dalle loro origini alla loro evoluzione, passando per i brani più famosi e le critiche più acerrime.
La nascita delle Big Band può essere attribuita ai musicisti afroamericani dei primi anni del '900, che cominciavano a mettere in pratica una nuova forma di jazz. Si tratta del cosiddetto swing, un ritmo sincopato che richiedeva l'uso di un numero maggiore di strumenti rispetto alle orchestra tradizionali. Da qui la nascita delle Big Band, formate da una sezione ritmica di pianoforte, batteria e chitarra, un'ampia sezione di fiati (trombe, tromboni e sax) e una sezione di archi, solitamente il contrabbasso. Uno dei più grandi maestri del genere è sicuramente Duke Ellington, autore di brani immortali come Take the A Train e Satin Doll. Altri grandi nomi sono Benny Goodman, per molti il re del clarinetto, e Count Basie con la sua orchestra, che hanno incantato il pubblico con brani come Begin the Beguine e One O'Clock Jump. Tra i grandi successi delle Big Band ci sono inoltre In the Mood, Tuxedo Junction e Moonlight Serenade.
Nonostante l'innegabile bellezza e la grande qualità di queste musiche, sono stati avanzati anche alcuni dubbi riguardo la loro natura. In particolare, si è discusso molto sulla reale paternità delle Big Band, che sarebbero state create esclusivamente per divertire le folle e non avrebbero avuto una chiara e specifica funzione artistica. La critica più accanita parlò di un genere che non si interrogava e non si confrontava con il mondo circostante, ma che si limitava a riproporre stancamente stilemi musicali di successo.
Tuttavia, questi giudizi non hanno in alcun modo sminuito l'impatto della musica delle Big Band, che ha continuato ad essere apprezzata e ammirata in tutto il mondo, non solo dagli appassionati di jazz, ma anche da molti amanti della musica popolare in generale. La loro influenza si può rintracciare in molti altri generi, come il rock and roll e il funk, e molti giovani artisti si ispirano ancora a loro.
La grande bellezza e la grande comunità che era la Big Band sono state esaltate dalla loro musica immortalata nel tempo e che continua a far ballare tutte le generazioni. La loro importanza nel panorama musicale mondiale resta insuperabile, e chiunque abbia mai ascoltato qualche brano Big Band non potrà dimenticarlo facilmente. Questo genere musicale rappresenta quindi una vera e propria perla della cultura americana, che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.
Big Band: la musica swing che fa ballare il mondo
Se sei un appassionato di musica, sicuramente avrai sentito parlare delle grandi bande, meglio conosciute come Big Band. Si tratta di un genere musicale nato negli Stati Uniti negli anni '20 del secolo scorso, che ha raggiunto grande fama negli anni '30 e '40, diventando una delle espressioni artistiche più rappresentative del jazz. In questo post parleremo proprio delle Big Band, dalle loro origini alla loro evoluzione, passando per i brani più famosi e le critiche più acerrime.
La nascita delle Big Band può essere attribuita ai musicisti afroamericani dei primi anni del '900, che cominciavano a mettere in pratica una nuova forma di jazz. Si tratta del cosiddetto swing, un ritmo sincopato che richiedeva l'uso di un numero maggiore di strumenti rispetto alle orchestra tradizionali. Da qui la nascita delle Big Band, formate da una sezione ritmica di pianoforte, batteria e chitarra, un'ampia sezione di fiati (trombe, tromboni e sax) e una sezione di archi, solitamente il contrabbasso. Uno dei più grandi maestri del genere è sicuramente Duke Ellington, autore di brani immortali come Take the A Train e Satin Doll. Altri grandi nomi sono Benny Goodman, per molti il re del clarinetto, e Count Basie con la sua orchestra, che hanno incantato il pubblico con brani come Begin the Beguine e One O'Clock Jump. Tra i grandi successi delle Big Band ci sono inoltre In the Mood, Tuxedo Junction e Moonlight Serenade.
Nonostante l'innegabile bellezza e la grande qualità di queste musiche, sono stati avanzati anche alcuni dubbi riguardo la loro natura. In particolare, si è discusso molto sulla reale paternità delle Big Band, che sarebbero state create esclusivamente per divertire le folle e non avrebbero avuto una chiara e specifica funzione artistica. La critica più accanita parlò di un genere che non si interrogava e non si confrontava con il mondo circostante, ma che si limitava a riproporre stancamente stilemi musicali di successo.
Tuttavia, questi giudizi non hanno in alcun modo sminuito l'impatto della musica delle Big Band, che ha continuato ad essere apprezzata e ammirata in tutto il mondo, non solo dagli appassionati di jazz, ma anche da molti amanti della musica popolare in generale. La loro influenza si può rintracciare in molti altri generi, come il rock and roll e il funk, e molti giovani artisti si ispirano ancora a loro.
La grande bellezza e la grande comunità che era la Big Band sono state esaltate dalla loro musica immortalata nel tempo e che continua a far ballare tutte le generazioni. La loro importanza nel panorama musicale mondiale resta insuperabile, e chiunque abbia mai ascoltato qualche brano Big Band non potrà dimenticarlo facilmente. Questo genere musicale rappresenta quindi una vera e propria perla della cultura americana, che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.
2024-03-25
Ma in quanti siamo? Non lo so, ma siamo una Big Band
Il jazz tradizionale, ma non solo lui, deve moltissimo allo swing, genere musicale che esplose negli anni ‘20 del secolo scorso e divenuto genere musicale specifico nel 1935. Musicalmente, questo genere si distingue grazie al ritmo saltellante o dondolante e a una sezione ritmica che esegue movimenti caratteristici, sempre legati a ritmi sfrenati. Possiamo dire che lo swing si è diffuso a partire da Kansas City e da New York, dove molti locali, stanchi delle orchestrine che suonavano ritmi di New Orleans, si sono affidati a nuovi esponenti che hanno letteralmente trascinato le persone all’ascolto di queste note scatenate.
Nomi come Count Basie a Kansas City che si basavano soprattutto sul blues, e Duke Ellington a New York, il quale prendeva addirittura elementi dalla musica sinfonica, sono tra i più conosciuti ancora oggi. È quello il momento in cui nacquero le big band, quelle grandi orchestre che animavano locali che sono diventati dei miti come il Cotton Club o il Roseland, luoghi all’avanguardia dove la gente faceva letteralmente la fila per ore per garantirsi un posto all’interno. Le big band erano composte anche da 20-25 elementi, e la cosa che accendeva la fantasia degli appassionati erano gli assolo che venivano eseguiti anche da cinque strumentisti diversi a canzone.
Tutto era basato sull’improvvisazione: non solo all’interno del tema di un brano, ma anche all’interno del tema stesso, così da avere variazioni su variazioni che mandavano in solluchero gli amanti di quel sound. È anche questo il momento in cui nascono le jam sessions sul palco con musicisti diversi delle varie band che si ‘andavano a trovare’ e davano vita a vere e proprie battaglie sonore, in cui alla fine il pubblico decideva, con gli applausi, il vincitore. Dal punto di vista degli strumenti, fu abbandonato il banjo e crebbe in importanza la chitarra (quasi sempre d’accompagnamento) e soprattutto i sassofoni, veri e propri emblemi della frenesia urbana. Un altro importantissimo fattore in quegli anni fu l’integrazione razziale: proprio nelle jam sessions avveniva che bianchi e neri suonassero insieme, abbattendo la segregazione, per lo meno in pubblico.
Nomi come Count Basie a Kansas City che si basavano soprattutto sul blues, e Duke Ellington a New York, il quale prendeva addirittura elementi dalla musica sinfonica, sono tra i più conosciuti ancora oggi. È quello il momento in cui nacquero le big band, quelle grandi orchestre che animavano locali che sono diventati dei miti come il Cotton Club o il Roseland, luoghi all’avanguardia dove la gente faceva letteralmente la fila per ore per garantirsi un posto all’interno. Le big band erano composte anche da 20-25 elementi, e la cosa che accendeva la fantasia degli appassionati erano gli assolo che venivano eseguiti anche da cinque strumentisti diversi a canzone.
Tutto era basato sull’improvvisazione: non solo all’interno del tema di un brano, ma anche all’interno del tema stesso, così da avere variazioni su variazioni che mandavano in solluchero gli amanti di quel sound. È anche questo il momento in cui nascono le jam sessions sul palco con musicisti diversi delle varie band che si ‘andavano a trovare’ e davano vita a vere e proprie battaglie sonore, in cui alla fine il pubblico decideva, con gli applausi, il vincitore. Dal punto di vista degli strumenti, fu abbandonato il banjo e crebbe in importanza la chitarra (quasi sempre d’accompagnamento) e soprattutto i sassofoni, veri e propri emblemi della frenesia urbana. Un altro importantissimo fattore in quegli anni fu l’integrazione razziale: proprio nelle jam sessions avveniva che bianchi e neri suonassero insieme, abbattendo la segregazione, per lo meno in pubblico.
Tag: big, band, swing, jazz, new, york, ballare, improvvisazione
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