Artista: Duke Ellington Album: Concert Of Sacred Music
Anno: 1966Tempo: 0:0-1
Concert Of Sacred Music di Duke Ellington: L'album Sacro del Genio del Jazz
Se sei un appassionato di jazz e ti piace esplorare nuove forme di espressione, allora dovresti assolutamente ascoltare Concert Of Sacred Music di Duke Ellington. Questo album sacro rappresenta uno dei lavori più intimi dell'artista, che ha voluto esplorare il lato spirituale della musica attraverso dei brani originali scritti con la collaborazione di grandi musicisti del suo tempo. In questo articolo ti parleremo del genio del jazz Duke Ellington, delle migliori canzoni che troverai nell'album e del richiamo storico e culturale che vi è dietro.
Edward Kennedy Duke Ellington (1899-1974) è stato uno dei più grandi compositori, pianisti e bandleader della storia della musica jazz. La sua carriera è durata oltre 50 anni e ha prodotto decine di album iconici, tra cui Concert Of Sacred Music del 1965. Quest'opera è molto particolare in quanto rappresenta un'evoluzione nella carriera di Ellington, che ha deciso di abbandonare il jazz esclusivamente strumentale per abbracciare una forma di espressione più spirituale e in sintonia con la sua fede religiosa.
Le migliori canzoni su Concert of Sacred Music sono sicuramente In The Beginning God, David Dance Before The Lord With All His Might e Heaven, tre brani toccanti che uniscono l'armonia del jazz alla spiritualità delle liriche. In The Beginning God è un brano dal ritmo lento ma con una forte presenza della sezione di fiati, che crea un effetto di trascendenza musicale. David Dance Before The Lord With All His Might è invece un pezzo diviso in due parti: la prima è un intro strumentale dove il pianoforte di Ellington e il sassofono di Paul Gonsalves dialogano con gli altri strumenti, mentre la seconda è un coro che esegue il salmo 150 con la voce solista di Alice Babs. Heaven chiude l'album con un brano dalla grande intensità emotiva, dove Ellington utilizza le note in maniera molto espressiva, creando un'aura suggestiva e malinconica.
Il contesto storico in cui è nato Concert of Sacred Music è molto interessante. Negli anni '60 gli Stati Uniti erano attraversati dai fermenti della lotta per i diritti civili e il movimento per la pace. Ellington, che era cresciuto nella Chiesa Battista, sentiva l'esigenza di esprimere le sue idee su questi temi attraverso la musica. L'album è stato infatti registrato live nella Cattedrale di Saint John the Divine a New York, con la partecipazione di un coro gospel e di artisti come Mahalia Jackson, Alice Babs e Johnny Hodges. La scelta di utilizzare questi simboli religiosi era anche un modo per Ellington di ribadire il profondo legame tra la musica e le tradizioni afroamericane.
Altre critiche all'album riguardano alcune scelte stilistiche che possono apparire un po' troppo ripetitive o convenzionali. In particolare, la mancanza di un vero e proprio filo conduttore tra i brani potrebbe far sembrare Concert of Sacred Music un insieme un po' disomogeneo di canzoni. Tuttavia, va detto che questo è anche uno degli aspetti distintivi dell'album, che rappresenta una sorta di esperimento musicale di Ellington per esplorare nuovi territori e mettersi alla prova con dei suoni mai sperimentati prima.
Conclusion: Concert Of Sacred Music di Duke Ellington è un album che va ascoltato con la giusta attenzione e sensibilità. Se sei alla ricerca di una musica che vada oltre le convenzioni e ti accompagni in un viaggio spirituale, questo lavoro rappresenta una pietra miliare del jazz. La scelta di Ellington di abbandonare le forme tradizionali per sperimentare nuove sonorità è ancora oggi un esempio di coraggio e ricerca artistica che i veri amanti della musica riconoscono e apprezzano.
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