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Emigrare con una valigia di cartone

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Tu vu' fa' l'americano; col la valigia di cartone milioni di persone si spostano dall'Italia agli Stati Uniti, importano spaghetti, pizza, mafia, ma soprattutto voglia di cantare. Gli artisti italoamericani ci hanno fatto una serenata fin dall'inizio dei tempi. C'è qualcosa di senza tempo nel loro patrimonio culturale e nella sua connessione con la musica che parla a generazioni di fan in tutto il mondo. Ancora oggi, le canzoni italoamericane continuano a riempire ogni angolo del paese con le loro voci avvincenti e testi evocativi che possono farci ridere, amare e sentirci meglio con noi stessi allo stesso tempo. Che si tratti di ninne nanne sincere, brani pop appassionati o numeri travolgenti pieni di giusto orgoglio, le canzoni italoamericane trasmettono qualcosa di unico nella nostra vita. Dobbiamo molto a questo gruppo di straordinari talenti ispirati dal loro mestiere e dalla loro dedizione senza compromessi nel dare vita a una magnifica arte che durerà a lungo dopo che se ne saranno andati. Preparati a scatenare il tuo mondo con la playlist degli anni '50 su Spotify.
Non c'è niente come un po' di nostalgia per far rivivere i ricordi d'infanzia e catapultarci in un'altra epoca. Che il tuo nonni ti abbiano raccontato storie di Elvis Presley o hai visto i film del rock and roll degli anni '50, ci sono molte ragioni per apprezzare questo genere musicale. E con Spotify, la musica degli anni '50 è a portata di mano. Preparati a scatenare il tuo mondo con la playlist degli anni '50 su Spotify. In questo blog, ti guiderò attraverso le canzoni più rappresentative in modo da poterti immergere in questo fantastico decennio.
La playlist degli anni '50 su Spotify ti porterà nella strada del rock and roll, del doo-wop e dello swing. Che tu preferisca ballare o semplicemente rilassarti, le canzoni degli anni '50 offrono un'esperienza unica. Ecco alcune delle migliori canzoni tra cui scegliere nella playlist degli anni '50 di Spotify.
1. Rock Around the Clock di Bill Haley & His Comets. Giocato nei titoli di testa del film American Graffiti, questo brano è un vero e proprio inno al rock and roll degli anni '50.
2. Hound Dog di Elvis Presley è un altro brano fenomenale che non può mancare nella playlist degli anni '50. Questa canzone ben rappresenta lo spirito ribelle del rock and roll.
3. Johnny B. Goode di Chuck Berry è considerato uno dei più grandi brani della storia del rock, e giustamente. La chitarra improbabile di Berry e le liriche evocative lo fanno brillare tra le canzoni degli anni '50.
4. Dream Lover di Bobby Darin, è un altro brano classico degli anni '50 da non lasciarsi sfuggire nella playlist. Questo pezzo mette in risalto la capacità di Darin di eseguire ballate d'amore difficili da dimenticare.
5. La Bamba di Ritchie Valens è una delle canzoni più rappresentative del genere latino rock. La chitarra unica di Valens ti trascinerà in un'altra epoca e ti farà godere di questa esperienza.
La playlist degli anni '50 di Spotify è un viaggio di nostalgia per tutte le generazioni. Con la sua vasta selezione di successi classici dal 1950 e oltre, non importa se sei un fan del rock and roll, del doo-wop o dello swing, ci sarà sicuramente qualcosa per te nella playlist. Quindi, non perdere altro tempo, accedi a Spotify e divertiti.
2024-04-23

Boom, il miracolo italiano

Feriti gravemente dalla guerra, distrutti, stanchi, addolorati, cosí gli italiani entrano negli anni ´50. Ma é proprio in quel momento che il paese raggiunge la massima evoluzione moderna, permettendo alla povera Italia di diventare una delle nazioni piú industrializzate del mondo. Orgoglio. La costituzione il piú bel lascito. Storie. Finiti i bei discorsi patriotici, ci ritroviamo a fuggire dal nostro paese, povero di offerte valide e che, putroppo, non ha seguito i binari tracciati dai nostri nonni. Trafitti dalla disillusione quotidiana, cerchiamo nostalgici pellegrinaggi nei primi Sanremo, nelle parole degli illustri cantautori e nelle note di una chitarra classica, vecchia.
Tag: l´italiavabene, miracolo, boom, sanremo, musicaitaliana
2023-12-31

Micronazioni

Il processo di inderogabile globalizzazione ci ha avvicinati, limando i confini materiali e morali fino a ridurli a strenue difese di becere identità nazionali. Ci troviamo spesso a essere annoiati tifosi di uno sport che non seguiamo, preferendo cambiar canale e dormire davanti a un pettegolezzo di quartiere. E invece di prendere in mano il nostro diritto all’indipendenza, ci teniamo in mano parti basse mentre pratichiamo serali o domenicali attività televisive, ripetendo il primo slogan che sentiamo, il primo coro da stadio che ci copre come una calda coperta di sicurezza. Fortunatamente per noi, la tendenza al conformismo si dilata tanto da strapparsi come un seno rifatto, e lascia gocciolare sul pavimento le silenziose gocce che ci tradiranno anche quando il corpo del reato sarà stato rimosso in pieno stile CSI MiamiNYLasVegas. Queste gocce, questi inconsulti spruzzi di vomito nazionale, sono le più ispirate reazioni all'appiattimento sociale. Sono nazioni, micronazioni, parto irrazionale di artisti e persone comuni, che per gioco o per caso si proclamano indipendenti fazzoletti di nulla, discariche di migliaia di indecisi e stanchi cittadini di nascita che desiderano ora delimitare il proprio territorio morale e fisico. Ce ne sono un sacco: il principato di Sealand, famosa piattaforma nel Mare del Nord, o la Molossia, casa di campagna nel Nevada, o l’isola di Pitcairn, paradiso naturale nel Pacifico meridionale. Ma la mia preferita è KREV, Kingdoms of Elgaland-Vargaland, la micronazione che governa su tutti i territori di confine. Proclamati nel 1992 da un gruppo di artisti, dei KREV siamo tutti cittadini, attraversiamo la soglia di casa nostra, per una frazione di secondo smettiamo le nostre membra nazionali, quando stiamo per addormentarci, nel limbo della creatività surrealista, e quando navighiamo su internet, sempre costantemente connessi ad un mondo che pensiamo non ci appartenga.
Tag: micronazioni, KREV, Elgaland-Vargaland