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Artista: Lit Album: Tripping the Light Fantastic


Anno: 1997
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album Tripping the Light Fantastic dei Lit: luce riflessa o fumo negli occhi?


Benvenuti amici amanti della musica! Oggi faremo una dettagliata analisi dell'album Tripping the Light Fantastic del gruppo americano Lit, formato nel 1990 a Fullerton da Jeremy Popoff, A. Jay Popoff, Kevin Baldes e Allen Shellenberger. Il genere musicale dei Lit può essere definito come pop punk/power pop, ed è caratterizzato da un sound orecchiabile e leggero, che ha saputo conquistare un vasto pubblico di giovani negli anni '90 e 2000. In questo articolo vi illustreremo l'artista e il contesto nel quale l'album è stato creato, che canzoni sono state le migliori, e daremo qualche critica sull'intero lavoro del gruppo.

Tripping the Light Fantastic è il terzo album dei Lit, pubblicato nel 1999, anticipato dal successo del singolo My Own Worst Enemy, che ha permesso alla band di guadagnare un posto di rilievo nella scena musicale alternativa degli anni '90. Il disco rappresenta una sorta di spartiacque per il gruppo, che si distacca dalle sonorità più punk dei primi due album a favore di un sound più melodico e radiofonico, pieno di chitarre elettriche e di cori armoniosi. Inoltre, il titolo dell'album si ispira a una citazione dell'opera di Milton, Paradise Lost, mettendo in evidenza il desiderio dei Lit di concentrarsi sulle luci del palco anziché sulle ombre.

Il brano che ha dato il via al successo dell'album, My Own Worst Enemy, è chiaramente il pezzo più conosciuto dei Lit, caratterizzato dalla sua semplicità e dalla sua immediatezza. Nonostante sia stato il singolo che li ha portati al successo, alcuni critici musicali hanno accusato i Lit di aver sacrificato la qualità delle loro canzoni in favore dell'accuratezza produttiva dell'album. Una delle migliori canzoni dell'album, Miserable, risulta essere un brano assimilabile agli Strokes-style e dal testo molto malinconico, mentre Over My Head rappresenta uno dei pezzi più duri del gruppo, con riff potenti e decisi.

Il genere musicale dei Lit non si prende troppo sul serio, e molti brani dell'album sono un chiaro esempio di questo. Ad esempio, Four, è una canzone leggera e divertente che sembra una sorta di gioco tra i musicisti, mentre The Best Is Yet To Come Undone ha un ritmo tranquillo, che si conclude con un coro che cambia tono facendo collocare il brano in due mondi diversi. Questi scherzi sono stati apprezzati dal pubblico e dai fan della band, che si sono sentiti in grado di cantare le tracce dell'album a memoria.

Critica i Lit è molto difficile, vista la loro storia di successi, ma la realtà è che Tripping The Light Fantastic non è all'altezza dei loro primi due album. Alcuni critici hanno definito l'album piatto e commerciale, con canzoni prive di originalità e di personalità. Inoltre, nonostante le melodie orecchiabili, alla fine risulta essere piatto e monotono, con poche tracce in grado di colpire ed emozionare il pubblico. Nonostante i tentativi dei Lit di esplorare nuovi suoni, l'album si conclude con un senso di disegno vuoto.

In conclusione, Tripping The Light Fantastic è un album che merita di essere ascoltato per i pezzi divertenti e per la vitalità di tutti i membri della band, ma che può risultare deludente per chi cerca qualcosa di più profondo e di più personale. Dai duri riff delle chitarre ai cori acuti e orecchiabili, c'è una linea comune in tutto l'album: il desiderio dei Lit di catturare il pubblico con la loro musica. Tuttavia, raggiungere questo obiettivo non significa necessariamente creare una musica memorabile e di valore. Per chiunque voglia immergersi nel mondo del pop-punk e del power pop, l'ascolto di Tripping The Light Fantastic è un passo fondamentale che permette di apprezzare il talento dei Lit e la loro dedizione. Grazie per averci seguito, ci vediamo alla prossima recensione musicale!