Artista: Judas Priest Album: Ram It Down
Anno: 1988Tempo: 49:41
Una critica dell'album Ram It Down di Judas Priest
Se sei un amante della musica rock e del metal, sicuramente sai chi sono i Judas Priest. Questa leggendaria band heavy metal è stata fondata nel 1969 e il loro successo ha attraversato gli anni '80 e '90. Con una carriera così influente, molti album dei Judas Priest sono stati accolti con critiche positive. Tuttavia, questo blog esplora la critica dell'album Ram It Down, rilasciato nel 1988. Scopri cosa è stato detto di positivo e negativo sulle migliori canzoni dell'album e sulla band stessa.
Prima di incontrare la critica dell'album Ram It Down, vediamo una breve introduzione alla band. I Judas Priest sono famosi per aver inventato il sound heavy metal britannico insieme ad altre band come Black Sabbath e Led Zeppelin. La loro carriera ha iniziato ad espandersi negli anni '70, ma è nel decennio successivo che sono diventati un fenomeno globale. Sono riconosciuti per le loro performance incendiarie, i capelli lunghi e gli abiti in pelle, e le loro forti parti di chitarra, il che ha dato il via al genere heavy metal.
Ram It Down è stato l'ultimo album che i Judas Priest hanno rilasciato prima del loro breve scioglimento. Il disco è stato pubblicato nel 1988 con una grande aspettativa dai fan della band. L'album presenta alcune delle canzoni più veloci e pesanti che i Judas Priest abbiano mai registrato, con l'intento di dimostrare che erano ancora una forza da non sottovalutare nell'industria musicale.
Ma andiamo alle canzoni dell'album. Tra i pezzi più famosi di Ram It Down ci sono Blood Red Skies e Heavy Metal. Blood Red Skies presenta un'atmosfera cupa e liriche sulla guerra fredda e la paura dell'apocalisse nucleare. D'altra parte, Heavy Metal è più leggero e brillante, esaltando lo spirito del genere. Tuttavia, nonostante il successo di queste due canzoni, l'album ha ricevuto critiche miste da parte dei fan e degli esperti di musica.
Molte delle critiche sono state rivolte alla produzione sonora dell'album. Alcuni affermano che il suono sembra troppo liscio e pulito, privo delle rugosità dell'hard rock e del metal. Inoltre, la scelta di usare elementi digitali nella registrazione delle parti di batteria ha rubato l'anima all'album, rendendolo meno organico. Altri hanno messo in discussione la scelta della band di includere una cover della canzone dei Fleetwood Mac The Green Manalishi (With the Two Prong Crown), dicendo che non è stato necessario.
In conclusione, mentre Ram It Down contiene alcune delle canzoni più riuscite dei Judas Priest, l'album è stato valutato con opinioni contrastanti da parte dei fan e degli esperti di musica. La produzione sonora dell'album in generale è stata ampiamente criticata e alcuni critici hanno criticato la scelta della band di includere una cover. Nonostante ciò, i Judas Priest rimangono una delle band più influenti nella storia della musica heavy metal e la loro carriera continua a ispirare e influenzare artisti di tutti i generi.
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