Chiuso nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, osservando il cielo notturno attraverso i vetri della sua buia stanza, Van Gogh dipinge la
Notte Stellata, uno dei suoi più grandi e famosi capolavori. Oggi, a distanza di oltre un secolo, scopriamo che la sua follia autolesionista, quella famosa follia che lo portò a tagliarsi un orecchio in un impeto di rabbia e gelosia, gli regalò una sensibilità particolare. Secondo alcuni studi, i vortici del cielo stellato che l’artiste dipinse rappresentano la traduzione pittorica e totalmente inconsapevole della successiva
equazione di Kolmogorov, descrizione matematica dei flussi turbolenti naturali. Un
elogio alla follia.