Volevo aria. Avevo bisogno di respirare. Mi incamminai verso il bosco e mi ci addentrai ben presto. Le foglie secche scricchiolavano sotto alle mie scarpe. Il freddo faceva uscire il fumo dalla mia bocca, che rimaneva congelato dando vita a strane forme di ghiaccio. Gli alberi secchi,solo I rami. Bianchi. Man mano che entravo nel cuore della foresta mi sentivo osservata e avevo una strana sensazione sotto ai piedi. Cadde una chiave dalla mia tasca e non appena cercai di raccoglierla mi accorsi che sotto al tappeto di foglie sbucavano tanti sassolini grigi ma fissandoli bene realizzai che erano occhi.Tanti minuscoli occhi che mi fissavano. Corsi veloce e arrivai ad una casetta di legno con un camino che sputava fumo denso. Fui subito attratta da quel sinistro calore e non esitai a bussare urlando alla porta, che subitosi apri’. Una vecchina gobba, alta un metro e trenta,con gli occhiali sul naso, mi fece entrare. Nella casa,le maniglie delle porte e delle finestre erano femori,tibie o costole. Folletti sul dorso di pipistrelli volavano per tutta la stanza. In un attimo mi trovai una tazza tra le mani, con un intruglio fumante e un secondo dopo, legata davanti al suo camino. La signora, che tra le mani portava una pinza uncinata, mormoro’- Dammi i tuoi occhi e ti daro’ l’eterna giovinezza- Uscii dalla casetta,ringiovanita di 20 anni. Adolescente. Le foglie secche che cadono in autunno,a volte mi coprono la vista. Senza piu’ uno sguardo. Toccare. Mai piu’ guardare.