Artista: The Cure Album: Three Imaginary Boys
Anno: 1979Tempo: 35:38
Una critica dell'album Three Imaginary Boys dei The Cure: Analisi del debutto dell'icona del post-punk!
I The Cure sono tra gli artisti più iconici dell'ultimo secolo, e il loro debutto Three Imaginary Boys è stato un pilastro del genere post-punk all'epoca. Il capolavoro, venuto fuori nell'ormai lontano 1979, è stato una fase di transizione per la band, ma ancor di più di un'era musicale. In questo articolo, analizzeremo quest'album eccezionale e parleremo del suo impatto sui fan, sulla critica musicale e sulla cultura popolare.
Per coloro che non sanno cosa sia il post-punk, è un genere di musica rock che ha prevalso dal tardo '70 all'inizio degli anni '80. Questo genere lo si può ricondurre ad artisti come Joy Division, Bauhaus, The Fall e, naturalmente, i The Cure. Da un punto di vista musicale, il post-punk è un'alternativa all'hard rock, al punk e al rock classico. È caratterizzato da un suono forte e aggressivo, combinato con liriche dettate dall'emozione e dal tormento tipiche delle storie personali.
Three Imaginary Boys venne registrato quando i The Cure erano ancora una band composta dal chitarrista/vocalista Robert Smith, dal bassista/vocalista Michael Dempsey e dal batterista Lol Tolhurst. L'album è stato registrato in soli tre giorni e questo ultimo elemento rende conto del loro approccio cavallo di battaglia 'prenderlo o lasciarlo'. Tutti i brani dell'album si concentrano sulla sperimentazione e trasmettono l'emozione del post-punk. Una delle canzoni più famose dell'album è Boys Don't Cry, che afferma la rappresentazione di una figura maschile emotiva e vulnerabile, un tema piuttosto nuovo per la musica rock a quei tempi.
Ma l'album non è solo Boys Don't Cry, e diverse altre canzoni dell'album meritano di essere menzionate, come Meat Hook e It's Not You, che si concentrano sull'urgenza, sul rigore e sull'enfasi musicale tipici del genere. Il fatto che Three Imaginary Boys sia stato il primo dei tanti album discografici dei The Cure lo rende non solo un grande esordio, ma anche un capolavoro sottovalutato ma che vale la pena di riascoltare.
Quando si tratta di post-punk e di artisti come i The Cure, l'album Three Imaginary Boys è uno di quegli album che ha creato una radice per una generazione musicale intera. Robert Smith è sempre stato la forza creativa dietro il lavoro di The Cure, e il loro debito di riconoscenza nei confronti del punk e del post-punk non dovrebbe mai essere sottovalutato. Con la sua voce trasognante e la sua presenza scenica inconfondibile, Smith ha segnato un'epoca e si è 'vendicato' delle emozioni e delle delusioni della sua vita nella forma della musica. Three Imaginary Boys è un testamento del talento time-honored dei The Cure per la sperimentazione musicale che porta ancora anche oggi, a quarant'anni dalla sua pubblicazione, un'influenza notevole.
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