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Artista: Orchestral Manoeuvres in the Dark Album: The Pacific Age


Anno: 1986
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album The Pacific Age degli Orchestral Manoeuvres in the Dark


Gli Orchestral Manoeuvres in the Dark, noti anche come OMD, sono un gruppo synth-pop britannico formatosi nel 1978. Il loro sound combina elettronica, pop e new wave, per creare brani coinvolgenti ed emotivi. Conosciuti per successi come Enola Gay e Electricity, il loro album del 1986 The Pacific Age è stato oggetto di molte critiche. In questo articolo, esploreremo le migliori canzoni del disco e il contesto in cui è stato prodotto, oltre a discutere alcune delle critiche che sono state mosse al gruppo.

The Pacific Age è stato il sesto album in studio del duo che sembrava ormai aver superato l'apice della loro popolarità. Tuttavia, il disco non ha suscitato il consenso della critica come i precedenti lavori, risultando molto più scarno ed essenziale.

L'album si apre con Stay (The Black Rose and the Universal Wheel), un brano che si presenta carico di energia ma che forse non brilla per originalità, ma si riscatta con la successiva The Pacific Age, che si apre con un canto popolaresco e morbido, e che diventa via via più intensa.

Anche Flame of Hope, nonostante il testo un po' banale, ha un'atmosfera coinvolgente, grazie alle melodie elettroniche, che ricordano l'influenza della new wave.

Talking Loud and Clear è forse la canzone più famosa dell'album. Lanciata come singolo, è stata anche una delle loro hit di maggior successo. Un brano pieno di energia con riff di sintetizzatori penetranti e voci modificate in post-produzione.

Infine, Southern è una traccia melanconica, dalle atmosfere accattivanti ma allo stesso tempo malinconiche e che risuona ancora oggi come una delle canzoni più riflessive e significative del loro repertorio.

Ci sono state molte critiche a The Pacific Age, in particolare per quanto riguarda la produzione, che sembra un po' troppo grezza e poco curata rispetto ai lavori precedenti degli OMD. Inoltre, alcuni critici hanno notato che l'album sembra aver perso quella creatività innovativa che ha caratterizzato il duo nei loro primi successi.

Nonostante alcune critiche mosse all'album, gli Orchestral Manoeuvres in the Dark rimangono uno dei gruppi di punta del synth-pop degli anni '80. Gli OMD non hanno mai smesso di sperimentare e innovare, creando alcune delle musiche più coinvolgenti ed emozionanti in assoluto. Mentre il The Pacific Age può non essere considerato uno dei loro migliori lavori, non vi è dubbio che ha avuto un impatto su molti musicisti, che hanno tratto ispirazione dai loro suoni sintetici unici e dalle loro armonie vocali straordinarie.