Artista: Arch Enemy Album: Burning Bridges
Anno: 1999Tempo: 0:0-1
La recensione critica dell'album Burning Bridges degli Arch Enemy
Gli Arch Enemy sono un famosissimo gruppo di melodic death metal svedese. La loro storia inizia nel 1996 quando il chitarrista Michael Amott, ex Carcass, decise di dar vita ad una nuova band. Il gruppo è noto per la voce potente e graffiante di Angela Gossow, una delle pochissime donne ad essere riuscite ad emergere in un genere musicale storicamente dominato da uomini. Nel 1998, con l'uscita di Stigmata, la band ottenne un notevole successo che gli permise di farsi conoscere anche all'estero. Ma il successo vero e proprio arriva nel 2001 con l'uscita di Wages of Sin. Oggi voglio parlarvi di un album uscito nell'ormai lontano 1999, Burning Bridges, che rappresenta una tappa importante nella carriera degli Arch Enemy.
Burning Bridges è un album che rispecchia perfettamente lo stile dei nostri protagonisti: chitarre pesanti, maestose melodie, assoli virtuosistici, drumming martellante e il growling feroce e potente di Angela Gossow. In questo disco ci sono alcuni brani che sono diventati delle vere e proprie pietre miliari del genere metal, come The Immortal, Dead Inside e Bridge of Destiny. Volete sapere cosa ne penso?
Inizio subito dicendovi che sono rimasto piuttosto deluso da quest'album. Nonostante i brani che ho appena citato siano davvero potenti, il disco nel complesso non mi ha convinto. Trovo che rispetto ad altri lavori degli Arch Enemy, come ad esempio Wages of Sin o Doomsday Machine, qui manchi un po' di ispirazione. Le canzoni sembrano tutte un po' uguali tra loro e non riescono a stupire come avrebbero dovuto. Il mixaggio del disco, inoltre, non è dei migliori, ed è un po' piatto a livello di sonorità.
Detto questo, voglio comunque sottolineare che questo album ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di molti fan degli Arch Enemy, e quindi merita sicuramente di essere ascoltato almeno una volta. In particolare, se volete avvicinarvi per la prima volta al gruppo, Burning Bridges potrebbe essere un buon punto di partenza. Vi consiglio di non arrendervi troppo presto, e di ascoltare l'album più volte, probabilmente troverete dei momenti in cui la band riesce ad esprimersi al meglio.
In conclusione, non posso dire che Burning Bridges sia uno dei miei album preferiti degli Arch Enemy, ma è comunque un lavoro che ha marcato un'epoca e che ha fatto la storia del genere metal. La potenza vocale di Angela Gossow è indubbiamente uno dei punti forti di quest'album, ma in generale trovo che manchi un po' di originalità e di spessore rispetto ad altri lavori del gruppo. Se siete fan degli Arch Enemy, dunque, vi consiglio di dare un'occhiata alla loro discografia e di scoprire gli altri dischi che hanno inciso nel corso degli anni.
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