Rock & roll
Chitarra, voce e batteria sopra una base boogie-woogie, una esplosione di energia e di ribellione, che infiama gli animi e i giradischi. iL rock and roll raggiunge la popolaritá negli anni 50 in quanto portatore di una rivoluzione non solo musicale, ma anche sociale. Fu una botta di vita, in quanto questo nuovo stile musicale dava energia e potenza al nuovo movimento giovanile che voleva vivere la vita e ribellarsi alla societá precostituita, una cosa che, magari, per noi sembra banale, ma che per l'epoca era una bomba. Rock and roll baby!!Rock & Roll is Il 1950 è stato un decennio di musica che ha cambiato il panorama culturale per sempre. Dall'inizio del rock and roll all'emergere di Elvis Presley, ci sono stati un certo numero di musicisti influenti che hanno gettato le basi per quello che oggi conosciamo come rock and roll classico. Diamo un'occhiata ad alcuni di questi musicisti ed esploriamo come hanno contribuito a plasmare questo genere musicale. Sei pronto al rock n' roll? È ora di alzare il volume e mettere su la tua canzone Rock & Roll preferita. Dall'impegnativo ritmo di batteria di Wipe Out alle chitarre elettriche di Elvis Presley, il Rock & Roll è uno dei più grandi stili musicali di tutti i tempi. Sintonizzati per una miscela unica in ogni traccia mentre i cantanti con ritmi esultanti si alzano, offrendo un'esperienza indimenticabile a cui non vedrai l'ora di tornare. Allaccia le tue scarpe da ballo preferite e unisciti a noi per un viaggio lungo le porte fluorescenti verso uno sballo illuminato! Prepariamoci al rock n' roll!
2024-12-06
L'incarnazione dello spirito giovanile americano, Elvis Presley e il Rock and Roll
Decido di scrivere qualche riga. Argomento: Rock.
Sarà la recente serie su Netflix (di cui confesso aver sbirciato la prima puntata), ma mi sento subito come quei poveri personaggi che per riordinare casa chiedono aiuto a quell’adorabile giapponesina...
Già, perché il rock ha accumulato negli armadi e talvolta in soffitta tanti abiti da non essere più in grado di essere percepito come genere unitario: a pensarci oggi non esiste se non affiancato da un complemento, un aggettivo, una parola che lo indirizzi verso un aspetto od un altro delle sue molteplici anime. Eccomi allora a buttare sul letto tutti gli orpelli e le definizioni nel tentativo di ordinare e scegliere un abito, una storia da raccontare, il progressive lo metto qui, l’hard di là, il melodico lo tratto per ultimo perché è collegato a troppi ricordi.
Alla fine trovo la scatola degli abiti da piccino, quelli da cui è partito, con cui si rotola-va morbido e spensierato, prima che gli anni lo rendessero pesante, gretto, spigoloso e rancoroso, come tutti noi.
E partirò da qui, dal rock and roll.
Come un bimbo che impara inconsapevolmente abilità fondamentali che si porterà dietro tutta la vita, chissà se Elvis Presley fosse consapevole di quanto la rotazione indiavolata del suo bacino avrebbe influenzato il panorama musi-cale degli anni a venire.
Tipico ragazzo nato dal nulla, emblema del self made man americano, Elvis non creò strettamente lo stile musicale del rock&roll, che già si faceva strada tra un country ed un blues, ma fu la goccia che fece traboccare il vaso in cui stava prigioniero lo spirito giovanile americano. Un ragazzo semplice, una musica al-trettanto semplice e travolgente, dagli espliciti ma non volgari richiami erotici, non po-teva che essere dinamite per gli spiriti dei giovani americani nel post Guerra Fredda, sulla via della libertà dei costumi.
Esempio spesso citato della forza incontenibile di Presley è un simpatico aneddoto accaduto in sala di registrazione in uno dei primi dischi ufficiali. Pare che nello studio di incisione fosse impossibile una buona presa della sua voce: Elvis accompagnava il canto ad un continuo dimenarsi, esattamente come nelle esibizioni dal vivo. Tuttavia, alla richiesta del tecnico audio di non muoversi troppo rispettando le distanze dal mi-crofono, le prestazioni risultavano timide, impacciate, prive di piglio, per nulla accatti-vanti. Fu allora che il tecnico ebbe la trovata risolutiva: contornò il cantante di un di-screto numero di microfoni in modo da poter catturare il suono da questo o da quello a seconda dei movimenti del giovane.
Una fantasiosa registrazione in dolby sound round, che ci dà occasione di riflettere su come Presley inconsapevolmente, ancora una volta, getti le basi della nuova fruizione musicale. Sbaglia infatti chi pensa che musica e immagine abbiano trovato il sodalizio perfetto durante gli anni 90, nell’era di Mtv. È proprio con Elvis che la musica che og-gi diremmo popular si lega indissolubilmente all’immagine di chi la propone, in piena conformità con il suo passaggio da intrattenimento culturale a prodotto commerciale, replicabile attraverso i dischi, non più solamente fruibile dal vivo o per radio. Una mu-sica che si sente, si vede, per tornare al da capo, si indossa.
Sarà la recente serie su Netflix (di cui confesso aver sbirciato la prima puntata), ma mi sento subito come quei poveri personaggi che per riordinare casa chiedono aiuto a quell’adorabile giapponesina...
Già, perché il rock ha accumulato negli armadi e talvolta in soffitta tanti abiti da non essere più in grado di essere percepito come genere unitario: a pensarci oggi non esiste se non affiancato da un complemento, un aggettivo, una parola che lo indirizzi verso un aspetto od un altro delle sue molteplici anime. Eccomi allora a buttare sul letto tutti gli orpelli e le definizioni nel tentativo di ordinare e scegliere un abito, una storia da raccontare, il progressive lo metto qui, l’hard di là, il melodico lo tratto per ultimo perché è collegato a troppi ricordi.
Alla fine trovo la scatola degli abiti da piccino, quelli da cui è partito, con cui si rotola-va morbido e spensierato, prima che gli anni lo rendessero pesante, gretto, spigoloso e rancoroso, come tutti noi.
E partirò da qui, dal rock and roll.
Come un bimbo che impara inconsapevolmente abilità fondamentali che si porterà dietro tutta la vita, chissà se Elvis Presley fosse consapevole di quanto la rotazione indiavolata del suo bacino avrebbe influenzato il panorama musi-cale degli anni a venire.
Tipico ragazzo nato dal nulla, emblema del self made man americano, Elvis non creò strettamente lo stile musicale del rock&roll, che già si faceva strada tra un country ed un blues, ma fu la goccia che fece traboccare il vaso in cui stava prigioniero lo spirito giovanile americano. Un ragazzo semplice, una musica al-trettanto semplice e travolgente, dagli espliciti ma non volgari richiami erotici, non po-teva che essere dinamite per gli spiriti dei giovani americani nel post Guerra Fredda, sulla via della libertà dei costumi.
Esempio spesso citato della forza incontenibile di Presley è un simpatico aneddoto accaduto in sala di registrazione in uno dei primi dischi ufficiali. Pare che nello studio di incisione fosse impossibile una buona presa della sua voce: Elvis accompagnava il canto ad un continuo dimenarsi, esattamente come nelle esibizioni dal vivo. Tuttavia, alla richiesta del tecnico audio di non muoversi troppo rispettando le distanze dal mi-crofono, le prestazioni risultavano timide, impacciate, prive di piglio, per nulla accatti-vanti. Fu allora che il tecnico ebbe la trovata risolutiva: contornò il cantante di un di-screto numero di microfoni in modo da poter catturare il suono da questo o da quello a seconda dei movimenti del giovane.
Una fantasiosa registrazione in dolby sound round, che ci dà occasione di riflettere su come Presley inconsapevolmente, ancora una volta, getti le basi della nuova fruizione musicale. Sbaglia infatti chi pensa che musica e immagine abbiano trovato il sodalizio perfetto durante gli anni 90, nell’era di Mtv. È proprio con Elvis che la musica che og-gi diremmo popular si lega indissolubilmente all’immagine di chi la propone, in piena conformità con il suo passaggio da intrattenimento culturale a prodotto commerciale, replicabile attraverso i dischi, non più solamente fruibile dal vivo o per radio. Una mu-sica che si sente, si vede, per tornare al da capo, si indossa.
Tag: rock and roll, elvis presley, anni 50, rock&roll, spirito giovanile americano
2023-11-04
Johnny sta’ buono, e suona Rock and Roll
“Sua madre gli diceva: un giorno sarai un uomo, molta gente verrà da lontano e ti sentirà suonare. Forse un giorno il tuo nome sarà su un’insegna che dice: stasera Johnny B. Goode”. Era il 1958 e Chuck Berry narra la storia di un comune ragazzo alla ricerca del sogno americano, sperando di percorrere le sue orme.
La canzone era “Johnny B. Goode”, e lui fece di più, il suo nome non finì su un normale cartello luminoso. Non attirò il pubblico dai posti più sperduti. Lui scrisse semplicemente la storia, diede uno dei più incisivi contributi allo sviluppo del Rock and Roll. I suoi guitar solos mozzafiato furono d’ispirazione per tutti i più grandi chitarristi Rock del pianeta. Chuck Berry visse la sua adolescenza movimentata, in un periodo dove non esisteva il Rock and Roll. Con le sue influenze Blues, Country e Boogie - Woogie, Chuck Berry partorì il Rock and Roll.
Questo genere musicale toccò il massimo del successo negli anni 50. Lo stesso periodo in cui un giovane camionista di una ditta di impianti elettrici cominciava a farsi notare, attirando le attenzioni della piccola etichetta “Sun Records”, grazie ad un demo inciso a pagamento per sua madre. Il ragazzo in questione era un certo Elvis Presley, un punto fermo tra gli dei della musica. Elvis espresse al meglio tutta la sua versatilità artistica con i suoi pezzi Blues e Country, diventando anche una star del cinema. Il suo Rock and Roll, insieme alla sua idolatrata presenza sul palco, fece impazzire letteralmente il pubblico di allora.
Erano gli anni in cui la presenza scenica era l’arma vincente dei cantanti Rock and Roll. E’ anche il tempo in cui il ciuffo biondo di Jerry Lee Lewis sbancava con la sua hit “Great Balls of Fire”. Coetaneo di Elvis e nativo della Louisiana, si candidò come alternativa al Re di Memphis, sfruttando una grande abilità nel suonare il pianoforte. Fu l’inizio di un era, in cui genio e sregolatezza sul palco la facevano da padrone. L’era del Rock and Roll, la musica del diavolo.
La canzone era “Johnny B. Goode”, e lui fece di più, il suo nome non finì su un normale cartello luminoso. Non attirò il pubblico dai posti più sperduti. Lui scrisse semplicemente la storia, diede uno dei più incisivi contributi allo sviluppo del Rock and Roll. I suoi guitar solos mozzafiato furono d’ispirazione per tutti i più grandi chitarristi Rock del pianeta. Chuck Berry visse la sua adolescenza movimentata, in un periodo dove non esisteva il Rock and Roll. Con le sue influenze Blues, Country e Boogie - Woogie, Chuck Berry partorì il Rock and Roll.
Questo genere musicale toccò il massimo del successo negli anni 50. Lo stesso periodo in cui un giovane camionista di una ditta di impianti elettrici cominciava a farsi notare, attirando le attenzioni della piccola etichetta “Sun Records”, grazie ad un demo inciso a pagamento per sua madre. Il ragazzo in questione era un certo Elvis Presley, un punto fermo tra gli dei della musica. Elvis espresse al meglio tutta la sua versatilità artistica con i suoi pezzi Blues e Country, diventando anche una star del cinema. Il suo Rock and Roll, insieme alla sua idolatrata presenza sul palco, fece impazzire letteralmente il pubblico di allora.
Erano gli anni in cui la presenza scenica era l’arma vincente dei cantanti Rock and Roll. E’ anche il tempo in cui il ciuffo biondo di Jerry Lee Lewis sbancava con la sua hit “Great Balls of Fire”. Coetaneo di Elvis e nativo della Louisiana, si candidò come alternativa al Re di Memphis, sfruttando una grande abilità nel suonare il pianoforte. Fu l’inizio di un era, in cui genio e sregolatezza sul palco la facevano da padrone. L’era del Rock and Roll, la musica del diavolo.
Tag: rock, and, roll, anni, 50, chuck, berry
2023-06-09
Perché scegliere ed acquistare una chitarra Martin, una delle migliori per fare rock and roll
Quando si decide di acquistare una chitarra acustica i brand che vengono in mente sono diversi e, essendo che la maggior parte dei prodotti realizzati da queste aziende sono di elevata qualità, non c’è che l’imbarazzo della scelta: per intenderci stiamo parlando di nomi quali Taylor, Martin, Fender, Alvarez, Epiphone e Gibson solo per citarne alcuni.
Fra tutti questi brand ce ne è uno che, sia per ragioni legate alla longevità dell’azienda che per motivazioni legate ai grandi artisti che hanno scelto le chitarre acustiche dell’azienda stessa, merita di essere messo davanti agli altri e considerato il migliore in questo segmento.
Stiamo parlando di Martin, da esperti e addetti ai lavori considerato il brand per eccellenza nell’ambito delle chitarre acustiche, di cui si può trovare un’ampia selezione su Reinzoo.it. L’azieda Martin & Co. venne fondata nel 1833 a New York da parte di Christian Frederick Martin, un liutaio tedesco che si era trasferito a New York per motivi di lavoro in quanto andò a lavorare nel laboratorio di chitarre di Johan Stauffer.
L’azienda vanta quindi una storia e un know how di circa 200 anni che le hanno permesso di diventare un punto di riferimento per professionisti e non. Le chitarre Martin si contraddistinguono per un suono che nessun altro tipo di chitarra acustica riesce ad eguagliare; altro punto di forza dell’azienda è il settore della riparazione in quanto gli addetti ai lavori sono in grado di ricostruire e rimettere in funzione strumenti anche molto vecchi e realizzati tantissimi anni fa.
Altro elemento che contraddistingue il brand è il produrre chitarre di dimensioni e forme diverse fra di loro, oltre a mettere sul mercato prodotti appartenenti a fasce di prezzo diverse per cercare di andare incontro a esigenze e budget differenti da parte degli utilizzatori. Per quanto riguarda le forme è bene ricordare che il celebre modello Dreadnought è stato disegnato per la prima volta da Martin per poi essere ripreso anche da tanti altri brand concorrenti quali ad esempio Gibson o Taylor.
Per quanto riguarda invece gli artisti che hanno suonato con le chitarre Martin contribuendo a renderle sempre più famose in tutto il mondo, per citarne alcuni troviamo Kurt Cobain, Elvis Presley, Eric Clapton, Paul McCartney e Johnny Cash. Per Johnny Cash e ad Eric Clapton sono stati realizzati (con il supporto in fase di creazione da parte dell’artista di riferimento) dei modelli appartenenti alle linea Signature (che è la linea di chitarre Martin realizzate insieme agli artisti).
Altre serie di chitarre di successo realizzate dall’azienda americana sono la Serie Vintage, Serie Autentic, Serie X, la Serie Standard e le Serie 15,16 e 17.
Fra i tanti modelli di chitarre acustiche prodotte da Martin alcune hanno raggiunto valutazioni incredibili nel corso degli anni quali ad esempio:
- Martin D-18E Kurt Cobain: si tratta di uno strumento acquistato da Kurt Cobain in un negozio di strumenti musicali a Los Angeles e in seguito modificato. Venne poi venduto alla cifra record di 6 milioni di dollari.
- D-45: si tratta di modelli costruiti prima del 1930 e che possono raggiungere anche il prezzo di 400-500 mila dollari.
Come avete potuto leggere sono tanti i motivi per cui consigliamo di acquistare una chitarra Martin, e tanti altri ce ne sono ancora. Il consiglio per i non esperti è quello di capire bene prima di tutto di che tipologia di strumento si ha bisogno, per poi affidarsi a consulenti qualificati (intesi come rivenditori o insegnanti di chitarra) che potranno aiutarvi nel scegliere al meglio la chitarra di cui avete bisogno.
Fra tutti questi brand ce ne è uno che, sia per ragioni legate alla longevità dell’azienda che per motivazioni legate ai grandi artisti che hanno scelto le chitarre acustiche dell’azienda stessa, merita di essere messo davanti agli altri e considerato il migliore in questo segmento.
Stiamo parlando di Martin, da esperti e addetti ai lavori considerato il brand per eccellenza nell’ambito delle chitarre acustiche, di cui si può trovare un’ampia selezione su Reinzoo.it. L’azieda Martin & Co. venne fondata nel 1833 a New York da parte di Christian Frederick Martin, un liutaio tedesco che si era trasferito a New York per motivi di lavoro in quanto andò a lavorare nel laboratorio di chitarre di Johan Stauffer.
L’azienda vanta quindi una storia e un know how di circa 200 anni che le hanno permesso di diventare un punto di riferimento per professionisti e non. Le chitarre Martin si contraddistinguono per un suono che nessun altro tipo di chitarra acustica riesce ad eguagliare; altro punto di forza dell’azienda è il settore della riparazione in quanto gli addetti ai lavori sono in grado di ricostruire e rimettere in funzione strumenti anche molto vecchi e realizzati tantissimi anni fa.
Altro elemento che contraddistingue il brand è il produrre chitarre di dimensioni e forme diverse fra di loro, oltre a mettere sul mercato prodotti appartenenti a fasce di prezzo diverse per cercare di andare incontro a esigenze e budget differenti da parte degli utilizzatori. Per quanto riguarda le forme è bene ricordare che il celebre modello Dreadnought è stato disegnato per la prima volta da Martin per poi essere ripreso anche da tanti altri brand concorrenti quali ad esempio Gibson o Taylor.
Per quanto riguarda invece gli artisti che hanno suonato con le chitarre Martin contribuendo a renderle sempre più famose in tutto il mondo, per citarne alcuni troviamo Kurt Cobain, Elvis Presley, Eric Clapton, Paul McCartney e Johnny Cash. Per Johnny Cash e ad Eric Clapton sono stati realizzati (con il supporto in fase di creazione da parte dell’artista di riferimento) dei modelli appartenenti alle linea Signature (che è la linea di chitarre Martin realizzate insieme agli artisti).
Altre serie di chitarre di successo realizzate dall’azienda americana sono la Serie Vintage, Serie Autentic, Serie X, la Serie Standard e le Serie 15,16 e 17.
Fra i tanti modelli di chitarre acustiche prodotte da Martin alcune hanno raggiunto valutazioni incredibili nel corso degli anni quali ad esempio:
- Martin D-18E Kurt Cobain: si tratta di uno strumento acquistato da Kurt Cobain in un negozio di strumenti musicali a Los Angeles e in seguito modificato. Venne poi venduto alla cifra record di 6 milioni di dollari.
- D-45: si tratta di modelli costruiti prima del 1930 e che possono raggiungere anche il prezzo di 400-500 mila dollari.
Come avete potuto leggere sono tanti i motivi per cui consigliamo di acquistare una chitarra Martin, e tanti altri ce ne sono ancora. Il consiglio per i non esperti è quello di capire bene prima di tutto di che tipologia di strumento si ha bisogno, per poi affidarsi a consulenti qualificati (intesi come rivenditori o insegnanti di chitarra) che potranno aiutarvi nel scegliere al meglio la chitarra di cui avete bisogno.
Tag: rock and roll, chitarra martin, elvis presley, kurt cobain, dreadnought
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