Artista: Poison Album: Native Tongue
Anno: 1993Tempo: 0:0-1
Una critica dell'album Native Tongue dei Poison
I Poison sono una delle band hard rock più famose e influenti degli anni '80 e '90. Conosciuti per i loro stravaganti abiti, le loro performance intense e le ballad travolgenti, i Poison hanno conquistato il cuore di milioni di fan in tutto il mondo. Nel 1993, la band rilasciò Native Tongue, il loro quarto album in studio, che mostrò un suono più maturo rispetto ai loro precedenti album. In questo post, daremo una critica dell'album Native Tongue dei Poison, esamineremo le sue migliori canzoni e il contesto in cui questo album nacque, nonché alcune critiche all'album e alla band.
Native Tongue fu pubblicato nel 1993 dopo un breve periodo di tempo (per i Poison) di tre anni di pausa. L'album fu pubblicato sotto l'etichetta Capitol Records e fu prodotto da Richie Zito, con la collaborazione del chitarrista della band, Blues Saraceno. Questo album rappresenta un cambiamento stilistico, la band stessa ha usato il termine più maturo per descrivere il nuovo suono dell'album. Il suono è meno scontato rispetto ai loro album precedenti, ci sono molte più ballad e le canzoni hanno dei testi più profondi e significativi.
L'album contiene 13 tracce, di cui 4 ballad e 9 rock tracce più dure. Alcune delle migliori canzoni dell'album sono Stand, Until You Suffer Some (Fire and Ice) e Something to Believe In. Queste tre canzoni mostrano le abilità vocali del frontman Brett Michaels e la chitarra di Blues Saraceno che suona con grande passione. Tuttavia, ce n'è una sulla quale vale la pena concentrarsi, Every Rose Has Its Thorn, una delle canzoni più famose dei Poison. Questa canzone è una ballad struggente che ha lasciato il segno in molti cuori, divenendo uno dei grandi successi della band.
Malgrado il loro successo commerciale, i Poison non sono stati sempre ben accolti dalla critica. In effetti, molti critici hanno criticato gli album della band come poco ispirati e commerciali. Anche l'album Native Tongue non sfugge a queste critiche. Vediamo alcuni degli elementi negativi dell'album. Innanzitutto, ci sono alcune canzoni abbastanza scontate e inutili come Strike Up the Band, questa canzone è piatta e senza emozione. Inoltre, molte delle ballad dell'album sono troppo simili, a volte dando l'impressione di ascoltare sempre la stessa canzone con parole leggermente diverse.
In sintesi, Native Tongue è un album interessante e vale la pena di dare ascolto alle sue migliori canzoni, soprattutto Every Rose Has Its Thorn. La band vanta una solida base di fan e continua a esibirsi dal vivo, intrattenendo il loro pubblico con successo. Come tutte le opere artistiche, l'album ha alcune zone d'ombra, ma rimane un classico dell'hard rock degli anni '90. I Poison rimangono un'importante band per il mondo della musica e della cultura popolare, il che dimostra che la loro musica continua ad avere un impatto significativo su molte persone in tutto il mondo.
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