Artista: Opeth Album: Morningrise
Anno: 1996Tempo: 1:14:45
Recensione dell'album Morningrise degli Opeth: La Perla del Death/Prog Metal
Gli Opeth non hanno bisogno di presentazioni per il pubblico metal, specialmente per i sostenitori del Death/Prog. Questa band svedese è una vera icona del genere e i loro album sono considerati opere d'arte musicali. In questa recensione, parleremo dell'album Morningrise pubblicato nel 1996. Analizzeremo le migliori canzoni dell'album, esploreremo il contesto in cui è stato creato e condivideremo alcune critiche sull'artista e il loro terzo album.
Morningrise, il terzo album degli Opeth, fu registrato nell'estate del 1996 ed è stato pubblicato in Europa a novembre e negli Stati Uniti nel 1997. Questo album è stato prodotto da Opeth e Dan Swanö che era sul punto di diventare uno dei produttori di dischi più importanti della scena metal. Morningrise ha segnato una maturità musicale notevole rispetto agli album precedenti, infatti tutt'oggi è considerato una delle loro migliori uscite insieme al capolavoro Blackwater Park, uscito nel 2001.
La band ha creato un'opera progressiva così splendida che l'ascolto diventa un'esperienza immersive. L'album è composto da 6 canzoni lunghe, dove il death metal si unisce al progressive rock classico. La voce del cantante Mikael Åkerfeldt si sposa perfettamente con le sue chitarre, mentre il tastierista Martin Lopez e il bassista Johan De Farfalla danno un tocco sinfonico all'album. In particolare, la canzone Black Rose Immortal è un poema epico di 20 minuti di durata che mostra pienamente la maestria musicale della band.
Tra le altre canzoni degni di nota troviamo la canzone d'apertura, Advent, che incapsula l'album con una intro acustica che si evolve in un'esplosione sonora. La canzone The Night and The Silent Water è un altro classicone dove il ritornello all'unisono è accompagnato dal scream caratteristico di Mikael. To Bid You Farewell è la traccia che chiude l'album con una melodia triste di chitarra acustica; una ballad che ci fa riflettere sulle esistenze umane effimere.
Per quanto riguarda le critiche, la band è stata talvolta accusata di prendersi troppo sul serio e di non riuscire a lasciarsi andare un po' come sembra nella loro produzione recente. Inoltre, alcuni fan del death metal potrebbero trovare alcune delle melodie melodrammatiche più appropriate per una rock band degli anni '70 che per una band di metal moderna. Tuttavia, a dispetto di alcune critiche, Morningrise è un'opera eccellente che non viola mai l'essenza del death metal.
Conclusion: In generale, Morningrise è un album che tutt'oggi brilla per la sua unica capacità di unire elementi musicali molto diversi in un'unica armonia perfetta. Anche se non è così immediato e facile all'ascolto come Blackwater Park, il successore di Morningrise, questo album ci porta in un viaggio musicale interminabile che merita di essere ascoltato con pazienza e attenzione. Infine, possiamo affermare senza dubbio che gli Opeth sono una band eccellente che ha saputo fare molta strada.
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