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Artista: Cornershop Album: Handcream for a Generation


Anno: 2002
Tempo: 0:0-1

Handcream for a Generation: Una recensione critica dell'album dei Cornershop


Se sei un appassionato di musica, sicuramente hai sentito parlare dei Cornershop, il gruppo inglese che ha fatto breccia nel mondo musicale negli anni '90 con il singolo Brimful of Asha. Oggi ci concentriamo sull'album Handcream for a Generation, rilasciato nel 2002. Questo lavoro, prodotto dal duo inglese Tjinder Singh e Ben Ayres, rappresenta un'evoluzione della band che si allontana dal suono definito indie degli esordi per abbracciare sonorità più vicine al trip-hop e all'elettronica. In questa recensione critica, ti dirò tutto quello che c'è da sapere sull'album e le mie opinioni a riguardo.
L'album, composto da 12 tracce, si apre con Heavy Soup, una canzone dai ritmi elettronici che fa da preludio all'uomo parlante che, in un monologo, presenta gli artisti che hanno influenzato la scrittura dell'album. A seguire, Staging the Plaguing of the Raised Platform e Music Plus 1 sono brani che spaziano tra l'elettronica e la world music, dando vita a un mix di suoni interessante e coinvolgente.
Ma, a mio parere, le vere gemme dell'album sono due canzoni: Lessons Lief e Motion the 11. La prima è una ballad struggente e malinconica che cattura l'ascoltatore grazie alla voce di Singh, che si dimostra particolarmente espressiva. La seconda, invece, è un brano energico e carico di vitalità, che dà l'impressione di essere stato scritto per far ballare il pubblico nei concerti.
Tuttavia, non tutto l'album suona allo stesso livello. Ad esempio, Spectral Mornings e Wogs Will Walk sono canzoni che, nonostante si presentino come sperimentali e ricche di effetti sonori, non riescono a coinvolgere l'ascoltatore come fanno altri pezzi. Inoltre, la decisione dei Cornershop di inserire tre versioni remixate del brano Heavy Soup in chiusura dell'album mi sembra abbastanza eccessiva e ripetitiva.
In conclusione, Handcream for a Generation è il frutto di un'evoluzione del sound dei Cornershop, che hanno trovato nelle sonorità elettroniche e trip-hop un nuovo modo di esprimersi. L'album ha momenti molto alti, come Lessons Lief e Motion the 11, mentre altri brani risultano meno interessanti. Nel complesso, il lavoro del duo inglese appare come un passo avanti nella loro carriera musicale e un cambio di rotta rispetto ai loro precedenti album. Se sei un fan del gruppo o sei alla ricerca di suoni sperimentali, consiglio vivamente di dare una possibilità a Handcream for a Generation.