Sul pilastro, tra la folla di
ciarlatani sbraccianti, urlava e imponeva un piccolo militante di una
dittatura personale. Alcuni lo ascoltarono, altri si prodigarono di cercare monete per credere nelle sue parole, altri ancora ascoltavano defilati dall’interferenza delle voci vicine. Quando il folle bugiardo scese dal pilastro fece pochi passi e la gente gli regalò abbracci e pacche sulla spalla, strette di mano con occhi che si dilatavano sorpresi. La sua fu una fine dovuta, schiacciato dalla calca popolare che si era guadagnato, una stretta troppo decisa fece scoppiare quel palloncino di collera. I primi intorno a lui ne raccolsero le spoglie, macchiati degli umori ossidati dal sale. Quelle
macchie, scure e ondulate, tremano come miraggi al sole deserto, si raccolgono contrite mentre un nuovo pubblico di astanti si affretta come le onde sulla riva.