Artista: De-Phazz Album: Days of Twang
Anno: 2007Tempo: 0:0-1
L'album Days of Twang di De-Phazz: un mix di critica e apprezzamento
Se sei un appassionato di musica, forse hai già sentito parlare del gruppo tedesco De-Phazz. Questo gruppo, fondato dal 1997, ha sempre cercato di stupire il pubblico con il suo mix di smooth jazz, soul e downtempo. L'album Days of Twang, uscito nel 2007, è stato sicuramente uno dei loro album più interessanti, con un sound particolare che li ha portati a guadagnare nuovi fan. In questo post, esploreremo il contesto in cui l'album è stato creato, le migliori canzoni e daremo una critica sincera su questo lavoro.
L'album Days of Twang è stato creato in un momento in cui il gruppo aveva già circa dieci anni di carriera alle spalle. La loro esperienza e la loro passione per la musica si sentono in ogni nota di questo lavoro. L'album è stato prodotto nel 2007, in un periodo in cui l'industria musicale era in piena evoluzione. L'approccio di De-Phazz alla creazione di questo album è stato quello di esplorare le sonorità della chitarra acustica e del banjo, con il supporto di un'orchestra elettronica. Questo ha portato alla creazione di un sound unico, capace di catturare l'attenzione di ogni ascoltatore.
Le canzoni dell'album sono tutte originali, composte dal leader del gruppo, Pit Baumgartner, che si è immerso in un processo di ricerca di nuovi suoni elettronici. Le canzoni da non perdere sono la title track Days of Twang, Backstreets of My Mind e Jump Over. La particolarità di questi brani è l'utilizzo della chitarra acustica e del banjo, mescolati a elementi elettronici, creando un sound unico e inimitabile.
Passiamo ora alle critiche: De-Phazz è stata una band molto apprezzata per il loro sound innovativo, ma in alcuni casi questo rischio di diventare eccessivo e troppo sperimentale. In Days of Twang, i De-Phazz hanno deciso di optare per un approccio più tradizionale, cercando di fare un passo indietro rispetto ad alcuni degli esperimenti del passato. A volte, questa scelta può apparire come un po' troppo conservativa, soprattutto per chi è abituato a un sound più avanguardistico.
Inoltre, alcune canzoni dell'album possono essere un po' ripetitive e rischiano di stancare l'ascoltatore, soprattutto se non si è appassionati del genere jazz. Ad esempio, Roses e Cut the Jazz potrebbero non piacere a tutti.
Conclusion: In definitiva, Days of Twang è un lavoro interessante e originale, che sicuramente merita di essere ascoltato. De-Phazz ha dimostrato di avere una grande padronanza sulla produzione di suoni, che li rende unici nel loro genere. Tuttavia, questo album non è privo di difetti, e l'ascoltatore deve essere pronto ad apprezzare anche le parti meno brillanti del lavoro. Complessivamente, è un album che consiglio a chiunque sia alla ricerca di nuove sonorità e si interessi alle sperimentazioni nel genere jazz.
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