Artista: Chet Baker Album: Chet Baker Big Band
Anno: 1993Tempo: 0:0-1
Chet Baker Big Band: l'album che gettò le basi del jazz moderno
Chet Baker è stato uno dei maggiori esponenti del jazz sia come trombettista che come cantante. La sua lunga carriera è stata segnata da alti e bassi, ma ha saputo farsi notare per la sua abilità nella musica, che lo ha portato a vantare collaborazioni con i più grandi nomi del panorama jazzistico. In quest'articolo andremo a parlare in particolare dell'album Chet Baker Big Band e di tutte le curiosità che ruotano intorno a questo lavoro.
L'album Chet Baker Big Band è stato pubblicato nel 1956 ed è considerato uno dei lavori più importanti del trombettista. Esso, infatti, rappresenta l'affermarsi del jazz moderno e sperimentale, che si allontana dal classico jazz degli anni '30 e '40. La big band che accompagna Baker in quest'album è formata da alcuni dei migliori musicisti dell'epoca, come Phil Urso al sax, Bobby Timmons al pianoforte, Jimmy Bond al contrabbasso e Peter Littman alla batteria.
Tra le canzoni presenti nell'album, spiccano Gnid e Chet. La prima è un brano strumentale in cui la tromba di Baker danza felicemente con l'altro strumento e gli archi della big band, mentre nella seconda il sestetto si presenta come complesso e disarmonico. Ma l'apice dell'album è sicuramente il brano A Foggy Day, in cui la voce soulful di Baker emerge nella sua pienezza e il trombettista si mostra particolarmente ispirato nell'improvvisazione.
Il contesto storico in cui Chet Baker Big Band nacque è quello degli anni '50, in cui il jazz era in piena evoluzione. L'album venne pubblicato in pieno periodo di effervescenza jazzistica, e rappresentò un punto di svolta per l'arte jazzistica del tempo. La sperimentazione musicale di Baker e la bravura dei musicisti che parteciparono all'album arricchirono e nobilitarono il jazz come genere artistico dal punto di vista tecnico e compositivo.
Non mancano le critiche nei confronti di questo album e di Chet Baker. Alcuni esponenti della critica musicale degli anni '50 consideravano la sperimentazione musicale di Baker, basata sull'improvvisazione e sulla libera esplorazione del suono, poco rispettosa del genere jazz e dei suoi cliché. Inoltre, la dipendenza di Baker dall'eroina lo portò spesso a dei comportamenti inadeguati sul palco, che ne offuscarono la fama e lo danneggiarono in ambito musicale.
In ultima analisi, l'album Chet Baker Big Band rappresenta uno dei picchi artistici di Baker e permette di cogliere la grandezza del jazz moderno e sperimentale. Nonostante i dubbi sollevati dalla critica musicale dell'epoca e dal problema della dipendenza dell'artista, questo lavoro rappresenta un momento importante non solo per la discografia del trombettista, ma anche per la storia del jazz e della sua evoluzione stilistica.
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