Artista: Biffy Clyro Album: Puzzle
Anno: 2007Tempo: 49:57
Puzzle di Biffy Clyro: una recensione critica
Ci sono album che si distinguono per la loro capacità di influenzare le generazioni future, mentre ci sono altri che rimangono memorabili per il loro sound originale e la loro pregiata produzione. Puzzle degli scozzesi Biffy Clyro rientra nella seconda categoria: un disco che ha catturato l'attenzione degli amanti dell'alternative rock subito dopo la sua uscita, ma che ha lasciato il segno anche sui giovani ascoltatori che, a distanza di anni, lo ascoltano ancora oggi. In questo articolo, andremo a esaminare il disco canzone per canzone, dando un giudizio critico riportandone i motivi.
L'album di debutto Puzzle dei Biffy Clyro è stato pubblicato nel 2007, ed è stato subito accoltissimo dalla critica, che lo ha acclamato come uno dei migliori dischi rock degli ultimi anni. Il disco differisce dalla consuetudine di trii punk rock and roll, che rispettano una lunga tradizione, creando un suono più elaborato, nel quale il rock duro e lirico si fonde con l'elettronica, con influenze folk e persino con qualche tocco di progressivo. L'opera si presenta come un album concept, composto da dodici brani che, nonostante la diversità dei generi presenti, danno vita ad una perfetta sinergia tra loro.
Fra le migliori canzoni dell'album, possiamo annoverare sicuramente Living Is a Problem Because Everything Dies, una traccia sperimentale caratterizzata da un potente sound di chitarre, basso e batteria. Il brano riassume con grande sintesi il suono del gruppo e la sua propensione alla sperimentazione. Anche Folding Stars e Love Has a Diameter sono particolarmente apprezzati, coniugando la potenza del rock con melodie elettroniche virate a metà strada tra il punk e il pop più commerciale. Get Fucked Stud è invece rappresentativa della vena più violenta del trio, una sorta di vendetta sonora che rinchiude momenti di folle ispirazione e una struttura ritmica che esalta una potenza dinamica.
Puzzle è un disco che, come ogni album rock che si rispetti, si fonda su un concetto prima ancora che una qualsiasi melodia, ed è incentrato sul tema della morte, della sofferenza e dell'incertezza che caratterizza la vita. La forza del disco sta proprio nella capacità di evocare queste sensazioni, grazie anche alla voce poderosa, modulata e versatile del frontman Simon Neil, che infonde un senso di pathos emozionale ad ogni pezzo. La produzione del disco, a cura di Garth Richardson, è di altissimo livello.
Non mancano però alcune critiche sul lavoro svolto dai Biffy Clyro in questo album. C'è chi ha espresso la sensazione che ci sia qualche vuoto a livello di testi e un'abbondanza di cliché musicali che rischiano di rendere il tutto piatto. Altre voci si sono levate per sottolineare la presenza di una certa propensione dei Biffy Clyro a utilizzare diversi generi del rock senza mai approfondirli del tutto. In aggiunta, alcuni sostengono che il gruppo abbia faticato a riproporre dal vivo le stesse forti emozioni che Puzzle riesce ad offrire attraverso le casse dei diffusori.
In conclusione, l'album Puzzle dei Biffy Clyro rappresenta un pilastro solido per la scena del rock alternativo, un lavoro in grado di coniugare melodie elettroniche e guitar rock più classico, creando un suono unico e riconoscibile. Non è certo immune da critiche, come quelle che siamo riusciti ad elencare nella parte centrale dell'articolo, ma il valore del lavoro resta in ogni caso davvero alto. Se non avete ancora avuto modo di ascoltare questo disco, correte a farlo, ne vale la pena.
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