Artista: Beck Album: Golden Leftovers
Anno: 1993Tempo: 0:0-1
Una critica dell'album Golden Leftovers di 2014
Benvenuti a tutti, oggi parleremo di una vera chicca del panorama musicale degli anni 2000: Golden Leftovers, album del 2014 dell'artista indie Lee Fields. Innanzitutto vedremo una breve descrizione dell'artista e del genere musicale in cui si collocano le sue opere. Successivamente parleremo delle migliori canzoni dell'album e del contesto storico in cui nacque. Infine, non mancheranno le critiche all'artista e all'album stesso. Se siete appassionati di musica e siete curiosi di sapere tutto su Golden Leftovers, continuate a leggere!
Lee Fields è un artista statunitense, attivo dal 1969, che ha ben 23 album all'attivo. Si muove nell'ambito del genere soul e funk, che rievoca lo stile degli anni '60 e '70. Fields viene spesso associato ad artisti come James Brown e Otis Redding, per la sua voce profonda e graffiante e per il modo di fare musica coinvolgente e appassionante. Il suo pubblico è costituito principalmente da amanti del soul e della musica nera in generale.
Golden Leftovers si colloca nella scia dei tanti album che Lee Fields ha prodotto in lunga carriera, ma presenta alcune novità interessanti che lo rendono meritevole di attenzione. In primo luogo, l'album è stato pubblicato nel 2014 in forma di raccolta di brani non inclusi nei precedenti album di Fields. In secondo luogo, nel disco sono presenti collaborazioni importanti, come quelle con i The Expressions e con Lady Wray.
Passiamo ora alle canzoni migliori di Golden Leftovers. Sicuramente tra i brani più riusciti troviamo My World, una canzone dal ritmo contagioso che richiama alle sonorità soul degli anni '60. Molto interessante anche Paralyzed, un brano con atmosfere funk e avente una sezione fiati notevole. Infine, non si può non menzionare Just Can't Win e Ladies, due pezzi con testi molto profondi e su cui Lee Fields mette in risalto tutta la sua potenza interpretativa.
Veniamo ora alle critiche. Nonostante le motivazioni di interesse, c'è chi ha ritenuto Golden Leftovers un album poco originale e poco incisivo nel panorama musicale contemporaneo. Altri hanno criticato la scelta della raccolta di brani non inclusi negli album precedenti, sostenendo che fosse una scelta frettolosa e poco curata. Queste critiche, comunque, non hanno tarpato le ali al successo di Lee Fields, ancora oggi molto apprezzato dai suoi fan.
Per concludere, Golden Leftovers è un album che merita senz'altro di essere ascoltato per tutti coloro che amano il soul e il funk degli anni '60 e '70. Lee Fields ha dimostrato ancora una volta di saper fare musica coinvolgente e appassionante, anche se alcuni hanno evidenziato una certa mancanza di originalità. Per chi fosse interessato a scoprire di più sull'artista, consiglio di dare un'occhiata alla sua lunga discografia e di ascoltare le numerose collaborazioni che ha fatto nel corso degli anni.
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