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Bside, la parte alternativa dei Beatles

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L'angolo sconosciuto dei Beatles, quello che solo i fans sanno riconoscere e apprezzare. Scopri le delizie del lato B attraverso i video di Youtube. Dal White album a Rubber soul una leggenda che alimenta curiostá e veleni; incarnano completamente il rock. Il lato dark che con la morte e con le parole iniziatiche oppone la forza del bene che con Imagine hanno fatto fiorire nel mondo. PID, Paul is dead, l'LSD di John Lennon e tanto altro ricercare. I Beatles sono la band più influente dell'era pop, ma solo i veri fan conoscono le loro canzoni meno famose e più attraenti. I Beatles sono icone del mondo della musica, ma c'è un enorme lato sconosciuto nella loro storia che poche persone conoscono. Da foto mai viste e jam session in studio inedite, ad affascinanti interviste con ex membri e roadies, c'è ancora molto da scoprire. Esplorare questo lato spesso dimenticato della loro eredità non solo apre una nuova dimensione della vita e del lavoro della leggendaria band, ma delizierà anche i fan di tutte le età come mai prima d'ora. Con ogni nuova scoperta, i fan desiderosi possono viaggiare indietro nel tempo e prendere parte a una rivoluzione che ha trasformato l'industria musicale per sempre! Una playlist che ti mostrerà le canzoni dei Beatles più sottovalutate e meno famose. Un vero tesoro che ti sei perso. Esplorare le gemme nascoste dei Beatles con Bside.
Se sei un appassionato dei Beatles, molto probabilmente hai ascoltato più e più volte le loro canzoni più famose. Ma sai che il catalogo del quartetto di Liverpool include anche alcune gemme nascoste? Questi brani meno conosciuti possono essere ancora più belli delle hit che ci hanno fatto conoscere i Beatles. Con Bside, una playlist di canzoni meno famose selezionata dai nostri esperti di musica, puoi finalmente esplorare la parte più alternativa della discografia dei Beatles. Continua a leggere per scoprire i nostri brani preferiti.
Rain è una canzone uscita come lato B del singolo Paperback Writer. Mentre il lato A è una canzone pop-rock energica, Rain è una ballata psichedelica che trasmette un'atmosfera magica. Il testo della canzone parla della pioggia e di come essa possa rappresentare una liberazione dallo stress della vita quotidiana. La voce profonda e rilassata di John Lennon si sposa perfettamente con la melodia della chitarra elettrica, creando un'esperienza musicale unica.
Happiness Is a Warm Gun è una canzone che fa parte dell'album The White Album. Diversamente dalla maggior parte delle canzoni dei Beatles, questa presenta un'articolazione complessa, con diverse parti che si susseguono senza soluzione di continuità. Il testo, scritto da John Lennon, è un collage di immagini che sembrano non avere un senso preciso, ma che insieme creano un'atmosfera suggestiva e malinconica.
Se vuoi ascoltare una canzone che sembra essere stata scritta per il sole delle Hawaii, Good Day Sunshine è la scelta perfetta. Questo brano, che fa parte del celebre album Revolver, è un'esplosione di gioia e vitalità. La melodia è orecchiabile e il testo è semplice ma efficace: Good day sunshine/Give me something I can feel. Con Good Day Sunshine i Beatles dimostrano di essere stati capaci di scrivere canzoni che sanno regalare un'immediata sensazione di benessere.
Se sei in cerca di una canzone più malinconica, puoi ascoltare For No One. Questo brano, scritto da Paul McCartney, è un classico esempio di canzone d'amore che parla di un amore finito. La melodia della tromba e le armonie vocali intervallate da un pianoforte delicato creano un'atmosfera triste ma commovente. La voce di McCartney è calda e coinvolgente, rendendo For No One una canzone perfetta per chi vuole godersi un momento di relax con la musica.
Long, Long, Long è una canzone scritta e cantata da George Harrison, ed è una delle parti più nascoste dell'album The White Album. Questo brano tranquillo e riflessivo è perfetto per le giornate piovose e grigie d'autunno. La melodia della chitarra acustica e l'armonica che entra in sottofondo creano una delle canzoni più belle ed emozionanti dei Beatles.
Memorizzare le hit dei Beatles è facile, ma esplorare i loro brani meno noti può regalare momenti musicali unici ed emozionanti. Con Bside, puoi ascoltare i migliori brani nascosti della discografia dei Beatles liberamente, e condividerli con i tuoi amici. Siamo convinti che la playlist dei brani meno famosi dei Beatles possa essere una grande scoperta musicale per chi vuole andare oltre alle solite canzoni. Provala subito e abbandonati alle melodie uniche e rivoluzionarie dei Fab Four.
2024-09-14

I Beatles e i B-Side mai scritti

Le single hits, i singoli, una volta si chiamavano 45 giri. Suonavano su supporti reali, non digitali: i solchi in vinile della faccia principale generavano le note del pezzo del momento, mentre il lato B rischiava di ospitare canzoni di mero riempimento, da ricevere in regalo per aver comprato la hit. Musica un tanto al chilo, in molti casi. Per i Beatles, i loro produttori e discografici, non poteva esistere un concetto come B-sides: ogni loro creazione era un’opera di genio, e avendo in organico due dei massimi compositori nella storia della musica leggera non c’era rischio di essere a corto di materiale.
Scorrendo i titoli dei pezzi registrati dai Beatles sui due lati dei dischi lungo l’arco parabolico degli anni ’60 è impossibile capire quale sia la track principale: ogni 45 giri è una medaglia con due facce identiche, da lanciare nell’aria del pentagramma senza cadere in una scelta più scarsa, o banale. Così il basso di McCartney ad aprire Come together ti scazzotta dopo la carezza di Something, Eleanor Rigby ti lascia pensoso dopo che Yellow submarine ti aveva spalancato un sorriso, e la mente viaggia felice sui campi colorati di fragole di Strawberry Fields Forever dopo essere passata tra le vie sporche di Liverpool attraverso l’imbuto di Penny Lane.
Una così alta qualità di produzione finì per cambiare la storia della discografia mondiale, proprio grazie all’apporto dei Beatles: a partire dal 45 giri che conteneva Day Tripper e We can work it out, pubblicato sul finire del 1965, si introdusse il concetto di “Double A-side”: un vinile nel quale è impossibile retrocedere uno dei due pezzi in serie B, e dove entrambi vanno giudicati per complessità, armonia e melodia, liriche e orchestrazione e non per la posizione nella quale si trovano. Il digitale, assicurano i puristi, ci ha tolto tanto: abbiamo perso la profondità ruvida del suono graffiato via dalla puntina sul disco, capace di riempire una stanza senza lasciare un centimetro vuoto, e ci è stata portata via anche la magia del vinile che gira sul piatto, della musica che nasce per attrito.
Ascoltando i pezzi di questa playlist ci sembrerà di viaggiare nel tempo, e di girare pezzo dopo pezzo una collezione di album ricca di valore: scoprendo con incredibile sorpresa la magia di una moneta che si lancia in aria e ci fa sempre vincere.
Tag: Beatles, B-side, pop, rock, hit, Fab Four
2024-02-08

Il Beatle che voleva diventare Elvis

Negli anni’60 la musica era in crescente evoluzione e i giovani avevano voglia di trasgredire anche fosse solo per sintonizzarsi su radio lussemburgo e imitare il movimento di bacino tipico del Re del Rock.
Sfortunatamente la mia generazione si è persa gran parte del fervore, del fanatismo più estremo tipico di quegli anni. Noi degli anni ’80 non abbiamo vissuto l’epoca delle radio pirata, del proibizionismo, dell’isterismo gioioso nel vedere dei giovani inglesi, che si facevano chiamare Beatles, ciondolare con le loro chitarre e i loro ordinati capelli a scodella. E poi, quanta fantasia nell’immaginarti la loro vita! Negli anni’60 una rockstar era tale dal giorno della sua nascita quando una lungimirante infermiera tagliava il suo cordone ombelicale con una corda di chitarra consacrando così il suo glorioso avvenire.
Oggi, nell’era di internet, l’immaginazione ha vita breve ma devo ammettere che è anche grazie alla rete e ai suoi interminabili faldoni digitali che ho scoperto chi era John Lennon prima di diventare un Beatle.
Alcuni elementi fondamentali segnarono il cammino artistico di uno dei più grandi interpreti musicali di tutti i tempi: Elvis, un banjo, una Gibson J-160 e una donna che non era Yoko Ono ma portava il nome Julia, sua madre.
Di fronte ad una situazione familiare complessa e la minaccia di vedersi portare via John da suo padre verso la Nuova Zelanda, Julia affidò disperatamente il piccolo di soli cinque anni alla sorella Mimi. Per capriccio del fato, John si ritrovò a vivere la sua infanzia e la sua adolescenza distante ma allo stesso tempo vicino a sua madre che nel frattempo si era ricostruita una famiglia a pochi isolati dalla sua casa a Mendips.
Mentre Mimi era un’educatrice rigida e distaccata, Julia al contrario, era una donna spigliata, eclettica e con un multi-talento innato: dipingeva, ballava, faceva vibrare il piano a ritmo di rock’n roll e sarà lei che insegnerà a suo figlio a suonare la chitarra attraverso le note di un banjo. Lui, nel frattempo, se ne fotteva della scuola e ogni sospensione per cattiva condotta era una buona occasione per passare le giornate a ricaricarsi di nuovi stimoli artistici a casa di sua madre.
Quell’atmosfera incoraggiante e la scoperta di un talento che era palesemente genetico, lo portò a fondare nel 1956 The Quarrymen, il predecessore de I Beatles, che con la sua onda skiffle si adattava bene al fatto che John suonava solo quattro corde della chitarra proprio come se fosse un banjo.
Julie lo seguiva, gli insegnava ad accordare la chitarra prima dei suoi concerti, John dal canto suo, cercava il suo sguardo complice tra il pubblico e non smise mai di amarla nonostante le innumerevoli incompresioni sul tema del suo abbandono.
Poi lei morì e lui perse la sua musa, la sua fonte d’ispirazione.
Da quel 1958 la vita del ragazzo di Liverpool prese la rincorsa e si promise che un giorno sarebbe diventato più famoso di Elvis.
Scrisse Julia e Mother in onore di quella donna che perse per ben due volte e della quale si sentirà per il resto della sua vita un figlio a metà.
“Mother, you had me, but I never had you…”
Tag: thebeatles, liverpool, johnlennon, elvispresley, banjo, redelrock
2023-09-20

Il lato B dei Beatles, una storia segreta che nessuno sá

Una sera del 1966 Paul McCartney é tutto ubriaco, litiga con i colleghi della sua band e esce furioso dalla sala di registrazione, sbattendo la porta e imprecando. Vaga senza meta per un paio di chilometri con la sua Aston Martin DB5, ad un incrocio vede una ragazza che fa l´autostop, si chiama Rita, é una ragazza in cinta e sta scappando di casa. Rita sale sulla macchina, é giovane, spaventata ed eccitata, e Paul la accompagna alla fine della sua vita. Un semaforo non visto e un camion che tronca le loro vite. Da quel momento inizia la leggenda di PID (Paul Is Dead). Paul viene seppellito in segreto e Stuart Campbell, un poliziotto, ne prende il posto sulle copertine e scrive le canzoni piú belle dei Beatles. Essendo leggermente piú alto dell´originale i Beatles non si esibiscono piú dal vivo e spariscono un pó dal circuito, Stuart deve imparare l´interpretazione. Che bella la musica, quella vera, che non lascia niente al caso, ma riempe le note e le parole di segreti e di secondi fini. Nella copertina di Help! Paul é l´unico senza cappello, mentre in quella di Abbey Road é l´unico scalzo; un morto decapitato. LMW 28 IF, Linda McCartney Widow 28 SE fosse ancora vivo, la targa di un maggiolino ci da ancora una pista. Gli indizi sono molteplici e sono continuamente presenti nelle loro traccie e nelle loro foto e testimonianze, non vi spoilerizzo, ma vi lascio la curiositá di scoprirli. La leggenda alimenta la storia, o é il gruppo che alimenta la leggenda; é un dubbio stupendo che ci lascia senza risposta. Paul McCartney é morto o sono gli altri tre che sono morti? Per me é inutile saperlo, mi va bene cosí, la musica debe rimanere un mito, che rimane nell´aria con le sue note incomprese e sfuggevoli.
Tag: paulmccartney, beatles, PID, bside, leggendedelrock, tuttovero, complotti