Negli anni’60 la musica era in crescente evoluzione e i giovani avevano voglia di trasgredire anche fosse solo per sintonizzarsi su radio lussemburgo e imitare il movimento di bacino tipico del Re del Rock.
Sfortunatamente la mia generazione si è persa gran parte del fervore, del fanatismo più estremo tipico di quegli anni. Noi degli anni ’80 non abbiamo vissuto l’epoca delle radio pirata, del proibizionismo, dell’isterismo gioioso nel vedere dei giovani inglesi, che si facevano chiamare
Beatles, ciondolare con le loro chitarre e i loro ordinati capelli a scodella. E poi, quanta fantasia nell’immaginarti la loro vita! Negli anni’60 una rockstar era tale dal giorno della sua nascita quando una lungimirante infermiera tagliava il suo cordone ombelicale con una corda di chitarra consacrando così il suo glorioso avvenire.
Oggi, nell’era di internet, l’immaginazione ha vita breve ma devo ammettere che è anche grazie alla rete e ai suoi interminabili faldoni digitali che ho scoperto chi era John Lennon prima di diventare un Beatle.
Alcuni elementi fondamentali segnarono il cammino artistico di uno dei più grandi interpreti musicali di tutti i tempi:
Elvis, un banjo, una Gibson J-160 e una donna che non era Yoko Ono ma portava il nome Julia, sua madre.
Di fronte ad una situazione familiare complessa e la minaccia di vedersi portare via John da suo padre verso la Nuova Zelanda, Julia affidò disperatamente il piccolo di soli cinque anni alla sorella Mimi. Per capriccio del fato,
John si ritrovò a vivere la sua infanzia e la sua adolescenza distante ma allo stesso tempo vicino a sua madre che nel frattempo si era ricostruita una famiglia a pochi isolati dalla sua casa a Mendips.
Mentre Mimi era un’educatrice rigida e distaccata, Julia al contrario, era una donna spigliata, eclettica e con un multi-talento innato: dipingeva, ballava, faceva vibrare il piano a ritmo di rock’n roll e sarà lei che insegnerà a suo figlio a suonare la chitarra attraverso le note di un banjo. Lui, nel frattempo, se ne fotteva della scuola e ogni sospensione per cattiva condotta era una buona occasione per passare le giornate a ricaricarsi di nuovi stimoli artistici a casa di sua madre.
Quell’atmosfera incoraggiante e la scoperta di un talento che era palesemente genetico, lo portò a fondare nel 1956 The Quarrymen, il predecessore de I Beatles, che con la sua onda skiffle si adattava bene al fatto che John suonava solo quattro corde della chitarra proprio come se fosse un banjo.
Julie lo seguiva, gli insegnava ad accordare la chitarra prima dei suoi concerti, John dal canto suo, cercava il suo sguardo complice tra il pubblico e non smise mai di amarla nonostante le innumerevoli incompresioni sul tema del suo abbandono.
Poi lei morì e lui perse la sua musa, la sua fonte d’ispirazione.
Da quel 1958 la vita del ragazzo di Liverpool prese la rincorsa e si promise che un giorno sarebbe diventato più famoso di Elvis.
Scrisse Julia e Mother in onore di quella donna che perse per ben due volte e della quale si sentirà per il resto della sua vita un figlio a metà.
“Mother, you had me, but I never had you…”