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Artista: Public Enemy Album: The Evil Empire of Everything


Anno: 2012
Tempo: 49:51

La critica dell'album The Evil Empire of Everything dei Public Enemy


I Public Enemy sono uno dei gruppi hip hop più influenti di sempre, considerati tra i pionieri del genere. Il gruppo è nato negli anni 80 e ha esordito con l'album Yo! Bum Rush the Show del 1987, seguito poi dal celebre It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back. Il loro stile è caratterizzato da testi impegnati, critici verso il sistema e la società, e da sonorità pionieristiche che hanno cambiato per sempre il volto dell'hip hop. Nel 2012, i Public Enemy hanno pubblicato l'album The Evil Empire of Everything, che, nonostante un titolo molto forte ed evocativo, non ha ricevuto un'accoglienza unanime. In questo post, ci addentreremo nell'album per scoprire insieme i suoi pregi e i suoi difetti.

Per comprendere realmente il significato di The Evil Empire of Everything, bisogna contestualizzarlo all'interno della discografia dei Public Enemy. L'album è il tredicesimo della band e rappresenta una sorta di omaggio alla loro carriera e alle loro radici. I testi e la musica sono come sempre impegnati e densi di significato: si parla di razzismo, di politica, di disuguaglianza sociale, di abuso di potere e di altre tematiche che hanno sempre caratterizzato i Public Enemy. L'album, infatti, si ispira alla famosa dichiarazione The empire strikes back del film Star Wars, per esprimere la rabbia e la delusione per lo stato delle cose nell'America contemporanea.

Le migliori canzoni di The Evil Empire of Everything sono sicuramente Man Plans God Laughs e No Sympathy from the Devil. La prima è una canzone che mette in evidenza il tema dell'ipocrisia della leadership politica americana, con una musica potente e aggressiva. La seconda, invece, rappresenta un momento di riflessione sulle ingiustizie sociali, con una base musicale più lenta ma altrettanto coinvolgente.

Nonostante l'impegno e la rilevanza del tema trattato, l'album non è stato esente da critiche. Molti hanno infatti sostenuto che manchi di una coerenza musicale e che i testi siano troppo estremizzati per essere articolati e comprensibili. C'è chi ha definito l'album una collezione di canzoni di protesta senza una vera ragione d'essere. Inoltre, alcuni fan storici dei Public Enemy hanno notato una mancanza di originalità rispetto ai precedenti lavori del gruppo.

In conclusione, The Evil Empire of Everything è un album che divide la critica e il pubblico, ma che non può essere ignorato. I Public Enemy sono stati sempre una band impegnata e originale, un punto di riferimento per l'hip hop e la musica in generale. Forse questo album non è all'altezza delle aspettative, ma rappresenta comunque un momento di riflessione sulla società contemporanea e sulla necessità di denunciare le ingiustizie. Se siete fan del gruppo, non potete non ascoltarlo. Se invece non lo conoscete, potrebbe essere un'occasione per scoprire un pezzo di storia della musica.