Artista: Coldcut Album: Sound Mirrors
Anno: 2005Tempo: 0:0-1
Sound Mirrors di Coldcut: una recensione critica
Gli amanti della musica elettronica sicuramente conoscono i Coldcut, un duo inglese nato nella seconda metà degli anni '80 che ha dato vita ad alcune delle tracce più innovative del genere trip hop, big beat e funky breaks. Nel 2006 il gruppo ha pubblicato Sound Mirrors, un album che rappresenta la loro prima produzione dopo un silenzio discografico durato otto anni. In questo post, analizzeremo l'album traccia per traccia e valuteremo le scelte stilistiche dei Coldcut, fornendo una recensione critica di Sound Mirrors.
Sound Mirrors si apre con Man in a Garage, una traccia che dipinge un quadro inquietante del mondo moderno, attraverso campionamenti che includono suoni di traffico, di jet e di vibrazioni industriali. La traccia è caratterizzata da un crescendo di tensione che si scioglie in un beat sostenuto e in una melodia soffice e malinconica.
Il ritmo si fa più incisivo in True Skool, traccia in cui i Coldcut collaborano con lo storico rapper Roots Manuva. Questo brano è caratterizzato da una linea di basso pulsante e da ritmi tribali, che si intrecciano con campionamenti di voce e di violino. True Skool è uno dei pezzi più riusciti di Sound Mirrors, capace di far muovere la testa e il corpo.
La terza traccia di Sound Mirrors, Just For the Kick, è un brano sperimentale che sfrutta campionamenti di chitarra acustica, di campana e di voci femminili distorti. La traccia si muove in maniera non lineare, creando una sensazione di instabilità e di incertezza. Il risultato finale è un brano interessante, ma poco orecchiabile.
Walk A Mile in My Shoes è il singolo estratto da Sound Mirrors ed è indubbiamente una delle tracce più riconoscibili dell'album. In questa traccia, i Coldcut collaborano con la cantante inglese Robert Owens, che dona il suo talento vocale ad una melodia che si sviluppa in maniera organica e coinvolgente. Walk A Mile in My Shoes è un brano capace di far ballare, ma anche di far riflettere sul tema dell'emigrazione e dell'incontro tra culture diverse.
La chiusura di Sound Mirrors è affidata a Mr. Nichols, una traccia caratterizzata da campionamenti di chitarra elettrica e di organo Hammond. La melodia è malinconica e nostalgica, conducendo l'ascoltatore in un viaggio emotivo di grande intensità. Tuttavia, Mr. Nichols risulta essere un brano poco rappresentativo del genere musicale dei Coldcut e forse un finale debole per un album così vario e stimolante come Sound Mirrors.
In conclusione, Sound Mirrors è un album soddisfacente, capace di mescolare sapientemente i vari generi musicali di cui i Coldcut sono esperti. Non tutti i brani sono altrettanto riusciti, ma il livello qualitativo complessivo è elevato. Se siete appassionati di elettronica e volete conoscere meglio le sonorità di un duo leggendario come i Coldcut, Sound Mirrors è sicuramente un album da ascoltare. Tuttavia, se il vostro livello di conoscenza musicale è basso, potrebbe risultare difficile apprezzare pienamente le scelte stilistiche e gli esperimenti dei Coldcut.
In conclusione, Sound Mirrors è un album soddisfacente, capace di mescolare sapientemente i vari generi musicali di cui i Coldcut sono esperti. Non tutti i brani sono altrettanto riusciti, ma il livello qualitativo complessivo è elevato. Se siete appassionati di elettronica e volete conoscere meglio le sonorità di un duo leggendario come i Coldcut, Sound Mirrors è sicuramente un album da ascoltare. Tuttavia, se il vostro livello di conoscenza musicale è basso, potrebbe risultare difficile apprezzare pienamente le scelte stilistiche e gli esperimenti dei Coldcut.
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