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Artista: Gary Numan Album: Exile


Anno: 1997
Tempo: 0:0-1

Una critica dell'album Exile di Gary Numan


Gary Numan è un artista britannico che ha segnato una pietra miliare nella storia della musica elettronica. Il suo contributo al genere, soprattutto negli anni '80, è stato considerevole e il suo album Exile ne è l'esempio più calzante. Il disco è uscito nel 1997 e ha rappresentato una svolta per l'artista. In questo blog post, esploreremo l'album Exile in dettaglio e proveremo a dare una critica ponderata del lavoro di Gary Numan.

Prima di esaminare le canzoni dell'album, diamo un'occhiata alle condizioni in cui il disco è stato creato. Gary Numan ha scritto e registrato l'album durante il divorzio dalla moglie, frutto della quale sono stati i sentimenti tristi e dolorosi che trasmette attraverso la sua musica. È anche un disco lontano dalla produzione degli anni '80 che ha caratterizzato i precedenti lavori dell'artista. In Exile, infatti, si può notare una maggiore enfasi sulla strumentazione più tradizionale, escludendo gli arnesi tipici della musica elettronica.

Riguardo alle canzoni, l'album si apre con la traccia Dominion Day che dà il via ad un cambio di tono nel genere musicale di Gary Numan. Si passa da un suono pop e sintetico a un'atmosfera gotica e cupa. Prophecy è la seconda canzone dell'album che inizia con un beat campionato e una melodia, che in seguito si sviluppano in un arrangiamento complesso. Numan ha voluto creare un'atmosfera alienante e fuori dal tempo, riuscendoci perfettamente.

Altri brani dell'album sono Exile, che dà il nome al disco e che crea una sensazione di mistero e di malinconia grazie alle placide note strumentali, e Dead Heaven, la quale si caratterizza per un ritmo frenetico che promette di trascinare l'ascoltatore in un viaggio edonistico.

Sebbene l'album sia stato ben accolto dalla critica, non è privo di difetti. Alcune canzoni sembrano un po' troppo simili tra loro e il genere musicale scelto, seppur ben eseguito, non può dare la freschezza di un innovatore. Molti critici hanno inoltre notato una mancanza di profondità nei testi e un'utilizzazione dei cliché del genere gotico.

In sintesi, Exile è un album che merita di essere aggiunto nella collezione di ogni fan di Gary Numan e di coloro che amano il genere gotico e dark wave. Le canzoni sono ben prodotte, l'artista ha saputo creare un'atmosfera cupa e la scelta della strumentazione acustica e la mancanza di sintetizzatori fanno dell'album uno dei migliori lavori dell'artista. Tuttavia, è pur vero che alcune canzoni del disco non riescono a distinguersi l'una dall'altra e che l'effetto innovativo che aveva caratterizzatto l'artista negli anni '80, manca in questo lavoro.