Artista: PJ Harvey Album: Dry
Anno: 1992Tempo: 0:0-1
Una critica dell'album Dry di PJ Harvey
PJ Harvey è una cantautrice inglese che ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica negli anni '90 con il suo album di debutto Dry. Il suo genere musicale è difficile da definire poiché è una miscela di rock alternativo, punk, blues e folk. Con la sua voce unica e le sue abilità strumentali, Harvey è diventata una delle artiste più rispettate nel panorama musicale britannico.
Nel presente articolo, ci focalizzeremo sull'album di debutto di PJ Harvey, Dry. Esamineremo le migliori canzoni dell'album, il contesto in cui è stato creato e offriremo alcune critiche all'artista e al suo lavoro.
Dry è stato pubblicato nel 1992, ed è stato prodotto dall'etichetta discografica britannica Too Pure. L'album è stato registrato interamente in tre giorni e riflette la natura spontanea e grezza del punk rock. Le canzoni sono improntate su testi crudi sulle relazioni mentre la musica a tratti violenta, a tratti malinconica, amplifica il significato delle parole.
Probabilmente la canzone più famosa dell'album è Sheela-Na-Gig, un brano perfettamente rappresentativo del rock alternativo anni '90. La canzone è un inno alla liberazione dell'immagine femminile che riflette alcune tematiche comuni del femminismo di quegli anni. La canzone è costruita su un riferimento arcaico, lo Sheela-na-Gig una figura irlandese che rappresenta una donnola stilizzata con la vagina aperta in segno di fecondità che veniva solitamente collocata nei portali delle chiese. Una canzone che rappresenta il femminismo della cantante.
Tuttavia, alcuni dei momenti più intensi dell'album si trovano in canzoni come Dress, in cui Harvey esplora la sensualità femminile in modo provocatorio e voluttuoso. Dress è stata persino accusata di essere blasfema, una delle molte accorate critiche rivolte all'album di debutto di PJ Harvey e sulla quale torneremo più avanti.
Moving è forse la canzone che più di tutte riassume il contenuto emotivo di Dry. Harvey canta con cuore aperto in un misto di dolcezza ed energia, sostenuta da una chitarra acustica. La canzone rappresenta la fine di una relazione contrastata ma arriva come il contraltare rocker del suo lavoro, non di rado in equilibrio tra rock e folk rock.
The garden è la canzone che chiude l'album e rappresenta per così dire il tema conduttore dello stesso. Un'immagine apparentemente innocua, la di quella che si può trovare in giardino, è il pretesto per raccontare una storia di violenza domestica a cui Harvey consegna la voce fragile della sua tiratura artistica.
In sintesi, Dry è un album intenso e grezzo pieno di energia ed emozione grezza. Le canzoni sono profonde e spesso provocatorie, attirando critiche da alcune parti. Tuttavia, l'album rappresenta l'inizio di una carriera prolifica e continua a essere ammirato come uno degli album di debutto più iconici del rock alternativo. PJ Harvey ha offerto un'esperienza musicale indimenticabile che certamente passa alla storia; Dry è sicuramente un album che deve essere ascoltato da ogni appassionato di musica.
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