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2023-08-04


WOWS – Distruzione e Rinascita

“Ver Sacrum” degli WOWS è sicuramente uno dei lavori più notevoli usciti in questo travagliato 2020. Un album importante, intenso e soprattutto carico di personalità, che lo rende, a mio avviso, imprescindibile nelle collezioni di metallari e non. Dopo averne parlato nell’ultima puntata di Subterranea ho deciso di contattare la band per farmi raccontare qualcosa di più sul loro interessantissimo progetto.

Il consiglio è sempre lo stesso: stappatevi una birra gelata e immergetevi nella lettura.

Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di StaiMusic.

Per rompere il ghiaccio partirei con una curiosità personale, da dove arriva il nome WOWS?

Ciao ragazzi, grazie mille della possibilità di parlare di noi! WOWS ha assunto molti significati negli anni, di base a noi piace il suono della parola, abbiamo anche scoperto che WOWS è un controllo che esisteva sui vecchi delay a nastro.

La band si forma nel 2009 come progetto Indie Rock ma già con il secondo album “Aion” si ha un importante virata verso sonorità più pesanti. Qual è stato il percorso che vi ha portati a questo cambiamento?
Consideriamo i due periodi come due progetti separati, nel 2014 è entrato nei ranghi Kevin Follet, da lì la nostra musica ha abbandonato la forma precedente per arrivare alla sua forma definitiva in AION che di fatto consideriamo primo disco del progetto WOWS, prima invece la band era chiamata The Wows. Il percorso artistico è semplicemente una crescita nostra personale oltre che artistica, abbiamo negli anni scoperto band che ci hanno aperto gli occhi sulla possibilità espressiva dei generi più heavy, cosa che con l’Indie Rock non era possibile fare. Gruppi come i Melvins ma anche i Cult of Luna, gli Amenra e i Neurosis ci hanno indirizzato sulla strada che sentiamo davvero nostra e che ci soddisfa a pieno.

Ad aprile di quest’anno (nda 2020) è uscito l’ultimo full length “Ver Sacrum” che dimostra un ulteriore passo avanti nella vostra ricerca. Qual è stata la genesi dell’album?
Abbiamo composto Ver Sacrum in quattro anni o forse più, è al momento il nostro lavoro più ambizioso ed elaborato. Più che la genesi è stato il processo di composizione che è stato lungo e faticoso, abbiamo voluto andare oltre i nostri confini ed esplorare nuovi territori sonici, il risultato ci ha dato una grande soddisfazione e vi ringraziamo di cuore per averlo notato.

Qual è il concept dietro al disco?
Ver Sacrum è un percorso, un rituale che va dalla distruzione al vuoto fino alla rinascita. Si inizia da Elysium, intro sospeso e arioso, come un limbo di inquietudine che sfocia subito nella distruzione più efferata con Mythras, poi Vacuum raccoglie i cocci della distruzione appena avvenuta e descrive il nulla, fino ad arrivare alla seconda parte del disco dove descriviamo la lenta rinascita con Lux Aeterna fino alla finale Resurrecturis, la definitiva riconquista della vita, riconquista che però è destinata a rientrare nel ciclo infinito di distruzione e rinascita, proprio di questo mondo in cui ci troviamo.

Come appena descritto, l’ascolto di “Ver Sacrum” è un vero e proprio viaggio oscuro attraverso i quasi quarantaquattro minuti dipanati nelle cinque tracce dell’album, cosa volevate ottenere con quest’opera?
L’obiettivo è quello di estraniare l’ascoltatore dai suoi pensieri quotidiani, sollevare il peso dell’esistenza e dimenticarsi di essere confinato nella carne di un corpo fisico. Ricordarsi di essere spirito ed essenza pura a volte può far bene e può aiutare a superare problemi che sembrano insormontabili ma confrontati con l’immensità della natura e l’eternità dello spirito, si riducono ad irrisorie piccolezze.

Mythras è la traccia sicuramente più aggressiva di tutto il lavoro, perché avete scelto questo pezzo come primo singolo?
Abbiamo scelto il pezzo secondo noi più d’impatto per iniziare a far conoscere Ver Sacrum. Mythras è il primo pezzo con chiare influenze Black Metal, genere da cui attingiamo tanto soprattutto per le atmosfere; inoltre Mythras rappresenta poi il primo passo del percorso del disco, cioè la distruzione.

Per la canzone è stato prodotto anche un bellissimo video in un bianco e nero che dona un tono ancor più disperato al pezzo, parlateci di questa produzione.
Il video è un lavoro di Elide Blind. Noi abbiamo lasciato carta bianca alla video maker perché la conosciamo e ci fidiamo del suo gusto. Lei è specializzata in immagini analogiche e per noi ha creato un immaginario veramente azzeccato. È uscito un video alla Blair Witch Project, ansiotico, disturbante, perfetto per il pezzo, ci piace tantissimo!

Continua la lettura dell’intervista nella pagina della band, WOWS.
Tag: heavy metal, WOWS, NWOBHM, intervista
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