LA RAPPRESENTANTE DI LISTA - ASCOLTA LE MIGLIORI CANZONI IN STREAMING
La Rappresentante Di Lista: La band indie-pop italiana amata dai giovani. Se sei un appassionato di indie-pop italiano, probabilmente avrai già sentito parlare de La Rappresentante Di Lista. Si tratta di una band molto amata dai giovani per la loro musica orecchiabile e dalle sonorità indie. In questo post, ti parlerò della loro storia, delle loro migliori canzoni e dei loro migliori album. Prendendo spunto dalle informazioni presenti in rete, cercherò di fornirti un quadro completo sulla band e sul loro lavoro.
La Rappresentante Di Lista è una band indie-pop italiana originaria di Torino. Il gruppo è stato fondato nel 2015 da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina. Il loro nome è stato ispirato dalla canzone La Rappresentante di Lista di Franco Battiato. Sin dagli esordi, la band si è fatta notare per la loro musica orecchiabile e dalle sonorità indie.
La loro prima uscita discografica è stata l'EP La Rappresentante di Lista nel 2016, che ha ricevuto un'accoglienza molto positiva da parte della critica specializzata. Nel 2017, la band ha pubblicato il loro primo album, intitolato Ogni luogo, che ha riscosso successo in tutta Italia, grazie anche al singolo Questo corpo.
Negli anni successivi, La Rappresentante Di Lista ha continuato a pubblicare altri album e singoli, consolidando la propria popolarità tra i giovani italiani. Tra le loro migliori canzoni, si possono citare L'ultimo giorno d'estate, Voglio veramente tutto, Il viaggio e Ciao tristezza.
Il loro ultimo album, intitolato My Mamma, è stato pubblicato nel 2020. L'album è stato anticipato dal singolo Fleming, accompagnato da un video diretto dal regista Niccolò Celaia. La canzone ha riscosso un grande successo su YouTube, raggiungendo milioni di visualizzazioni in pochi giorni.
In questo post abbiamo parlato de La Rappresentante Di Lista, la band indie-pop italiana amata dai giovani per la loro musica orecchiabile e dalle sonorità indie. Abbiamo parlato della loro storia, dei loro migliori album e delle loro migliori canzoni, prendendo spunto dalle informazioni presenti in rete. Se sei un appassionato di indie-pop italiano, non puoi non ascoltare La Rappresentante Di Lista!
La Rappresentante Di Lista è una band indie-pop italiana originaria di Torino. Il gruppo è stato fondato nel 2015 da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina. Il loro nome è stato ispirato dalla canzone La Rappresentante di Lista di Franco Battiato. Sin dagli esordi, la band si è fatta notare per la loro musica orecchiabile e dalle sonorità indie.
La loro prima uscita discografica è stata l'EP La Rappresentante di Lista nel 2016, che ha ricevuto un'accoglienza molto positiva da parte della critica specializzata. Nel 2017, la band ha pubblicato il loro primo album, intitolato Ogni luogo, che ha riscosso successo in tutta Italia, grazie anche al singolo Questo corpo.
Negli anni successivi, La Rappresentante Di Lista ha continuato a pubblicare altri album e singoli, consolidando la propria popolarità tra i giovani italiani. Tra le loro migliori canzoni, si possono citare L'ultimo giorno d'estate, Voglio veramente tutto, Il viaggio e Ciao tristezza.
Il loro ultimo album, intitolato My Mamma, è stato pubblicato nel 2020. L'album è stato anticipato dal singolo Fleming, accompagnato da un video diretto dal regista Niccolò Celaia. La canzone ha riscosso un grande successo su YouTube, raggiungendo milioni di visualizzazioni in pochi giorni.
In questo post abbiamo parlato de La Rappresentante Di Lista, la band indie-pop italiana amata dai giovani per la loro musica orecchiabile e dalle sonorità indie. Abbiamo parlato della loro storia, dei loro migliori album e delle loro migliori canzoni, prendendo spunto dalle informazioni presenti in rete. Se sei un appassionato di indie-pop italiano, non puoi non ascoltare La Rappresentante Di Lista!
Ultime notizie su La Rappresentante Di Lista
13-05-2021
Cinzella festival
(grottaglie,taranto)
il festival dedicato a musica e cinema per la direzione artistica di michele riondino arriva nel 2021 alla sua quinta edizione presso le cave di fantiano, grottaglie, dal 10 al 15 agosto.
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA (unica data pugliese) e la femme (unica data italiana) i protagonisti della serata del 13 agosto
Link evento/news
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2024-11-06
Vita di La Rappresentante di Lista
Se n’è già scritto in questa sede, ma qui si torna nuovamente sull’argomento – l’ultimo album di LRDL – per una particolare evoluzione, che merita di spendere qualche parola in più. Il duo ha infatti rilasciato da poco una special track molto special che si ricollega ai temi del disco e li sviluppa in maniera del tutto interessante. Quasi come ne costituisse un compendio. Vediamo insieme perché.
A parole loro, prima: VITA è una canzone che sta perfettamente dentro My Mamma. È stata scritta dopo l’uscita del disco, ma in qualche modo ne amplia il discorso. Come in Resistere, come in Amare, come in Alieno, in VITA il ritornello è un vero e proprio inno.
E ora a parole nostre: il fulcro del brano – il ritornello/inno – è costituito dalla citazione di un poeta palermitano, Ninno Gennaro. Sei felice o sei complice è il tratto di una delle poesie trovate all’interno di un manoscritto da uno dei due componenti del gruppo. Gennaro, infatti, colpito dalla diagnosi di AIDS decise di iniziare a scrivere a mano quaderni di componimenti per regalarli alle persone che gli erano vicine. Ed è in questo modo che giunge, attraverso la madre di uno dei due, nelle mani dei nostri LRDL, che così la parafrasano: La felicità è un atto profondo che può ribaltare il sistema. In una società che ci ha insegnato quasi esclusivamente a ricordare la paura, la chiusura e le difficoltà, un vero atto di resistenza potrebbe essere quello di tenerci stretti gli attimi di gioia. Rinnovare lo stupore, la curiosità, la meraviglia.
Un atto sovversivo nella manifestazione della felicità, quindi, nell’esternazione senza pudore di un’emozione energetica che si vuole che venga nascosta, a discapito di altre sensazioni, che più ci rendono vulnerabili e malleabili. La complicazione che emerge dal testo sta proprio nell’incontrarla, la felicità, all’interno di un sistema che la sopprime. Per questo l’unica altra strada possibile è la complicità, ossia la partecipazione – attiva o indiretta – alla struttura che non ne permette la scoperta. Tuttavia, proprio nell’arte si trova il fine di questa ricerca lenitiva, si identifica ciò che permette di trasformare le pulsioni negative in positive. Sublimazione, la chiamerebbe Freud.
Ecco quindi che dal verso poetico si produce quello musicale, che senza timore di ripetersi si ricollega al percorso tracciato precedentemente dai due musicisti. Così recita la seconda strofa, che si commenta da sola: Abbiamo tutto, abbiamo soldi da buttare / adesso voglio dare, devo dare, divideremo a metà. E così il pre-ritornello: Voglio possederti come non ho fatto mai / voglio possedere la mia vita / voglio attraversarti come non ho fatto mai, voglio. Un’ossessiva insistenza sul verbo volere declinato narcisisticamente alla prima persona singolare, che già si era incontrato in iterazione nel brano Resistere, fatto che testimonia la figliazione della nuova traccia da My Mamma. Qui però si vuole soprattutto dare: d’altronde è nell’atto del dare, non del ricevere che si trova l’amore (e con esso la felicità), come sostiene anche Erich Fromm in quella specie di manuale più che trattato che è L’arte di amare.
Nel bridge viene creata una stupenda immagine di rinascita – la genesi, si vedeva, è il tema fondante di My mamma – attraverso queste parole: Ossessione dolce, languide carezze / aspettiamo il sole, alba e stelle insieme.
Ecco forse trovato un terreno stabile – o quantomeno un orizzonte – all’interno di quei Paesaggi stranieri che venivano tracciati nel disco. Ecco la convergenza delle necessità, dei bisogni e delle sensazioni contrastanti delle tracce precedenti. Ecco la felicità. Ecco il significato di: Non devi dirmi altro amore.
A parole loro, prima: VITA è una canzone che sta perfettamente dentro My Mamma. È stata scritta dopo l’uscita del disco, ma in qualche modo ne amplia il discorso. Come in Resistere, come in Amare, come in Alieno, in VITA il ritornello è un vero e proprio inno.
E ora a parole nostre: il fulcro del brano – il ritornello/inno – è costituito dalla citazione di un poeta palermitano, Ninno Gennaro. Sei felice o sei complice è il tratto di una delle poesie trovate all’interno di un manoscritto da uno dei due componenti del gruppo. Gennaro, infatti, colpito dalla diagnosi di AIDS decise di iniziare a scrivere a mano quaderni di componimenti per regalarli alle persone che gli erano vicine. Ed è in questo modo che giunge, attraverso la madre di uno dei due, nelle mani dei nostri LRDL, che così la parafrasano: La felicità è un atto profondo che può ribaltare il sistema. In una società che ci ha insegnato quasi esclusivamente a ricordare la paura, la chiusura e le difficoltà, un vero atto di resistenza potrebbe essere quello di tenerci stretti gli attimi di gioia. Rinnovare lo stupore, la curiosità, la meraviglia.
Un atto sovversivo nella manifestazione della felicità, quindi, nell’esternazione senza pudore di un’emozione energetica che si vuole che venga nascosta, a discapito di altre sensazioni, che più ci rendono vulnerabili e malleabili. La complicazione che emerge dal testo sta proprio nell’incontrarla, la felicità, all’interno di un sistema che la sopprime. Per questo l’unica altra strada possibile è la complicità, ossia la partecipazione – attiva o indiretta – alla struttura che non ne permette la scoperta. Tuttavia, proprio nell’arte si trova il fine di questa ricerca lenitiva, si identifica ciò che permette di trasformare le pulsioni negative in positive. Sublimazione, la chiamerebbe Freud.
Ecco quindi che dal verso poetico si produce quello musicale, che senza timore di ripetersi si ricollega al percorso tracciato precedentemente dai due musicisti. Così recita la seconda strofa, che si commenta da sola: Abbiamo tutto, abbiamo soldi da buttare / adesso voglio dare, devo dare, divideremo a metà. E così il pre-ritornello: Voglio possederti come non ho fatto mai / voglio possedere la mia vita / voglio attraversarti come non ho fatto mai, voglio. Un’ossessiva insistenza sul verbo volere declinato narcisisticamente alla prima persona singolare, che già si era incontrato in iterazione nel brano Resistere, fatto che testimonia la figliazione della nuova traccia da My Mamma. Qui però si vuole soprattutto dare: d’altronde è nell’atto del dare, non del ricevere che si trova l’amore (e con esso la felicità), come sostiene anche Erich Fromm in quella specie di manuale più che trattato che è L’arte di amare.
Nel bridge viene creata una stupenda immagine di rinascita – la genesi, si vedeva, è il tema fondante di My mamma – attraverso queste parole: Ossessione dolce, languide carezze / aspettiamo il sole, alba e stelle insieme.
Ecco forse trovato un terreno stabile – o quantomeno un orizzonte – all’interno di quei Paesaggi stranieri che venivano tracciati nel disco. Ecco la convergenza delle necessità, dei bisogni e delle sensazioni contrastanti delle tracce precedenti. Ecco la felicità. Ecco il significato di: Non devi dirmi altro amore.
Tag: La Rappresentante di Lista, canzone, musica italiana, artisti emergenti
2024-04-02
La Rappresentante di Lista
Un’altra edizione di Sanremo è finita. Come tutte, si porta via una nebbia più che di canzoni di argomenti, parole e polemiche – perché se su Tenco Barbara Palombelli è chiaramente inciampata descrivendo il suo suicidio come un incidente mentre giocava con una pistola, quando ha affermato che il Festival è come una calamita per le polemiche sicuramente aveva ragione. Stavolta però è diverso, perché nuovamente i numeri della pandemia tornano a risalire e ora non abbiamo neanche più tutto quello che è di contorno al Festival a distrarci. Per poco meno di una settimana, cinque preziosi giorni ci hanno trasportati tra fiori, melodie e tanto brusio, che però ha annullato l’urlo che da un anno a questa parte ci assedia.
Cosa portarsi dunque a casa da questa settantunesima edizione della gara che ha luogo all’Ariston? Sicuramente è apprezzata la vittoria di un gruppo giovanissimo, rockettaro e con mezzi in qualche modo scarsi, soprattutto se soffiata a chi questi mezzi li domina. Qui l’allusione è naturalmente a Fedez e alla consorte, ma si entrerebbe in una polemica di cui non si vuole trattare in questa sede.
Un’altra importante conquista della kermesse sanremese è il valore della coppia, che viene sviscerato in questo interessante articolo pubblicato su Internazionale. Ecco, proprio tra queste coppie ci sono i miei personali vincitori: La Rappresentante di Lista.
Non solo perché la loro Amare sarebbe stata l’unica canzone, tra le 26, che non avrebbe avuto competizione nel sovra-festival, vale a dire l’Eurovision e l’avrebbe tranquillamente vinto perché per musica si inserisce perfettamente tra le canzoni che piacciono in quel contesto. Alcuni esempi sono Arcade, Rise like a phonenix e Euphoria, che hanno simile melodia, con profusioni e tripudi d’archi che nella nostra Amare certo non mancano.
Oltre a ciò, soprattutto per il percorso dei due componenti, gli orgogliosamente siciliani Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, che fino ad ora è impeccabile e ben promette per il futuro. Come molti altri in gara, hanno sfruttato l’occasione per lanciare un disco che senza dubbio può già essere definito fortissimo, pur nella stranezza – loro direbbero queerness – che li contraddistingue.
Una copertina che è una garanzia: un’illustrazione di Manuela Di Pisa che chiaramente rimanda al noto quadro L’origine del mondo di Courbet. È infatti un album tutto di genesi, di creazione, di primordio e alla nascita rimanda anche il titolo, My mamma.
Un album che è un’evoluzione, il crescere e divenire del precedente, Go go diva che sempre aveva a che fare con la materia, con il corpo e i sentimenti in canzoni come Questo corpo, Giovane Femmina e Guarda come sono diventata. Qui il perimetro era corporeo, concreto e i bisogni quelli primari: Adesso che bevo, voglio ancora la sete o ancora Guarda come sono diventata, splendo già da un anno e non è ancora finita; guarda, luce dei miei occhi, la vedi la luna stanotte? Splende del mio bagliore; Guarda, mi consumo in fretta, la notte risplendo e il giorno sembro il sole. Potremmo aggiungere Guardami com’ero, come sarò, come sono della canzone finale Woow, che è un’esclamazione che guarda oltre.
Adesso infatti, nell’ultimo album, tutto è più metafisico, il corpo non è più bambino e si affaccia al mondo e all’infinito: Apro gli occhi e vedo l’universo, tra la gente che non crede, che sognarlo era diverso. Costruisce i confini di un luogo nuovo in una canzone come Paesaggi stranieri e dimostra la precarietà della situazione attraverso queste parole: Ma tutto questo mio mondo è a un passo dal crollare. Il cordone ombelicale ancora non è però reciso, c’è un legame, che a tutti rimane, con i genitori e la cellula famigliare che naturalmente non è perfetta e necessita di rimproveri, ma che è anche sicurezza genitrice e origine. Padre, mi hai detto: «Proteggi tua madre», ma chi rimane a proteggere me? o ancora tutto il testo di Oh ma’ oh pa’ che a chi ci ha messi sulla terra rivolge questa affermazione: Benvenuti sulla terra.
Bisogni ancora ci sono, necessità di vita e tutto quello che questa comporta: la politica che d’altronde è già insita nel nome del duo, affetti ed esperienze. Nella prima canzone si esprimono così: Vorrei tuffarmi in mare, contro il vento, respirare tra le onde il sale, religiosamente, voglio che mi torni in testa, l’odore, quella festa, quelle tue parole accese a cui credevo intensamente. Tutto mi sembra normale, contro il tempo, stanotte io vorrei provare quella gioia. E se tu fossi qui, potrei lasciarmi andare. Piangerei, urlerei, per non lasciarti andare. Ancora fame e sete, come in Sarà: Sarà che abbiamo sempre voglia, sempre voglia di mangiare, sarà che l’ansia poi ci mette ad ingozzare. Fino a quella spettacolare climax che è in Alieno: Sono più forte del piacere, sono l’amore; sono più forte dell’amore, sono il dolore. Politica si diceva, che è pacifista – Non armi, non guerra, non violenza! – e rifugge dal potere fine a se stesso – Sarà che non mi piace, non mi piace il gioco del potere.
Insomma, non solo cantanti e musicisti. A tutti gli effetti LRDL (questa l’abbreviazione del nome) sono due poeti. Chiudiamo così, con un ultimo verso da V.G.G.G. (Very Good Glenn Gould): Anche se adesso non sappiamo cosa dire e se davvero l’ultima parola non la devo dire io, non la devi dire tu, chi la dirà mai? Aspettiamo ancora tante parole dai due artisti. Nel frattempo, li ringraziamo per questo percorso che hanno saputo costruire per indicarci una strada.
Cosa portarsi dunque a casa da questa settantunesima edizione della gara che ha luogo all’Ariston? Sicuramente è apprezzata la vittoria di un gruppo giovanissimo, rockettaro e con mezzi in qualche modo scarsi, soprattutto se soffiata a chi questi mezzi li domina. Qui l’allusione è naturalmente a Fedez e alla consorte, ma si entrerebbe in una polemica di cui non si vuole trattare in questa sede.
Un’altra importante conquista della kermesse sanremese è il valore della coppia, che viene sviscerato in questo interessante articolo pubblicato su Internazionale. Ecco, proprio tra queste coppie ci sono i miei personali vincitori: La Rappresentante di Lista.
Non solo perché la loro Amare sarebbe stata l’unica canzone, tra le 26, che non avrebbe avuto competizione nel sovra-festival, vale a dire l’Eurovision e l’avrebbe tranquillamente vinto perché per musica si inserisce perfettamente tra le canzoni che piacciono in quel contesto. Alcuni esempi sono Arcade, Rise like a phonenix e Euphoria, che hanno simile melodia, con profusioni e tripudi d’archi che nella nostra Amare certo non mancano.
Oltre a ciò, soprattutto per il percorso dei due componenti, gli orgogliosamente siciliani Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, che fino ad ora è impeccabile e ben promette per il futuro. Come molti altri in gara, hanno sfruttato l’occasione per lanciare un disco che senza dubbio può già essere definito fortissimo, pur nella stranezza – loro direbbero queerness – che li contraddistingue.
Una copertina che è una garanzia: un’illustrazione di Manuela Di Pisa che chiaramente rimanda al noto quadro L’origine del mondo di Courbet. È infatti un album tutto di genesi, di creazione, di primordio e alla nascita rimanda anche il titolo, My mamma.
Un album che è un’evoluzione, il crescere e divenire del precedente, Go go diva che sempre aveva a che fare con la materia, con il corpo e i sentimenti in canzoni come Questo corpo, Giovane Femmina e Guarda come sono diventata. Qui il perimetro era corporeo, concreto e i bisogni quelli primari: Adesso che bevo, voglio ancora la sete o ancora Guarda come sono diventata, splendo già da un anno e non è ancora finita; guarda, luce dei miei occhi, la vedi la luna stanotte? Splende del mio bagliore; Guarda, mi consumo in fretta, la notte risplendo e il giorno sembro il sole. Potremmo aggiungere Guardami com’ero, come sarò, come sono della canzone finale Woow, che è un’esclamazione che guarda oltre.
Adesso infatti, nell’ultimo album, tutto è più metafisico, il corpo non è più bambino e si affaccia al mondo e all’infinito: Apro gli occhi e vedo l’universo, tra la gente che non crede, che sognarlo era diverso. Costruisce i confini di un luogo nuovo in una canzone come Paesaggi stranieri e dimostra la precarietà della situazione attraverso queste parole: Ma tutto questo mio mondo è a un passo dal crollare. Il cordone ombelicale ancora non è però reciso, c’è un legame, che a tutti rimane, con i genitori e la cellula famigliare che naturalmente non è perfetta e necessita di rimproveri, ma che è anche sicurezza genitrice e origine. Padre, mi hai detto: «Proteggi tua madre», ma chi rimane a proteggere me? o ancora tutto il testo di Oh ma’ oh pa’ che a chi ci ha messi sulla terra rivolge questa affermazione: Benvenuti sulla terra.
Bisogni ancora ci sono, necessità di vita e tutto quello che questa comporta: la politica che d’altronde è già insita nel nome del duo, affetti ed esperienze. Nella prima canzone si esprimono così: Vorrei tuffarmi in mare, contro il vento, respirare tra le onde il sale, religiosamente, voglio che mi torni in testa, l’odore, quella festa, quelle tue parole accese a cui credevo intensamente. Tutto mi sembra normale, contro il tempo, stanotte io vorrei provare quella gioia. E se tu fossi qui, potrei lasciarmi andare. Piangerei, urlerei, per non lasciarti andare. Ancora fame e sete, come in Sarà: Sarà che abbiamo sempre voglia, sempre voglia di mangiare, sarà che l’ansia poi ci mette ad ingozzare. Fino a quella spettacolare climax che è in Alieno: Sono più forte del piacere, sono l’amore; sono più forte dell’amore, sono il dolore. Politica si diceva, che è pacifista – Non armi, non guerra, non violenza! – e rifugge dal potere fine a se stesso – Sarà che non mi piace, non mi piace il gioco del potere.
Insomma, non solo cantanti e musicisti. A tutti gli effetti LRDL (questa l’abbreviazione del nome) sono due poeti. Chiudiamo così, con un ultimo verso da V.G.G.G. (Very Good Glenn Gould): Anche se adesso non sappiamo cosa dire e se davvero l’ultima parola non la devo dire io, non la devi dire tu, chi la dirà mai? Aspettiamo ancora tante parole dai due artisti. Nel frattempo, li ringraziamo per questo percorso che hanno saputo costruire per indicarci una strada.
Tag: La Rappresentante di Lista, Sanremo 2021, musica italiana, artisti emergenti
CANZONI LA RAPPRESENTANTE DI LISTA - LA CLASSIFICA DEI TOP BRANI DELL'ARTISTA
1 - Amare
2 - Questo Corpo
3 - Maledetta Tenerezza
4 - Woow
5 - Apriti Cielo!
6 - Poveri Noi
7 - (per La) Via Di Casa
8 - D.a.q.c.m.
9 - Madonna
10 - Non Sostare (senza Di Te)
11 - Lento
12 - Bimba Libre
13 - Notte A Urbino
14 - Klammern An Den Zähnen
15 - Winter Underwear
16 - Resistere
17 - Be My Baby
18 - Ciao Ciao
DISCOGRAFIA - LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
2021: My Mamma
2018: Go Go Diva
2015: Bu Bu Sad
2014: (per La) Via Di Casa