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Diavolo

Il male che ci attira, Satana. Il Diavolo ci spinge ad adoperare maleficienze, gli vendiamo l´anima per essere suoi immortali servitori, lo adoriamo nelle tenebri notte quando ci ritroviamo a fare riti terribili e antichi. Nella musica il Diavolo é a volte presente sotto false forme sonore, cantanti e adepti approfittano per inserire sue parole dentro dei testi e per segretamente sostenere la sua malefica causa. Le persone spesso si riferiscono al lato più audace e ribelle della musica come il diavolo nella musica. Incarna una visione sovversiva della vita che è avvolta in ritmi sensuali, linee melodiche coinvolgenti e ha un effetto tangibile e intangibile sui suoi ascoltatori. È un genere che è sia eccitante che avventuroso, ma ha anche elementi pericolosi associati ad esso. Possiede il potenziale per influenzare pensieri, atteggiamenti, azioni e narrazioni da coloro che scelgono di abbracciare l'oscurità che si trova all'interno del suo strato. Di conseguenza, serve come antidoto a circostanze poco invitanti, realtà desolanti e momenti di stagnazione. Per molte persone, li richiama con espressioni di coraggio che le persone potrebbero non essere in grado di convocare per se stesse in certi momenti nel tempo. In un certo senso, è avvincente - ipnotico come qualsiasi richiamo di sirena che si possa incontrare - onorando scherzosamente l'impavidità spingendosi oltre i confini che i fan potrebbero non sapere nemmeno di essersi prefissati ispirando la liberazione. La musica ci permette di esplorare il nostro io interiore ed esprimere il tipo di cose che non riusciamo a esprimere a parole, ma distillano emozioni crude, non imp La musica del diavolo: il lato oscuro della musica classica.
La musica classica è da sempre considerata un'arte elevata e raffinata, capace di toccare l'animo umano con la sua bellezza e la sua profondità. Tuttavia, c'è un lato oscuro di questo genere musicale che suscita curiosità e fascino: stiamo parlando della cosiddetta musica del diavolo. Si tratta di composizioni che, proprio per la loro forza evocativa, sono state spesso associate all'immaginario demoniaco. In questo articolo esploreremo insieme questo interessante filone della musica classica, cercando di capirne le origini, la diffusione e il significato.
La musica del diavolo ha una lunga storia alle spalle, che si perde nel tempo. Già nel XVI secolo si parlava di ballate del diavolo, delle canzoni popolari caratterizzate da un ritmo incalzante che faceva pensare all'intervento del maligno. Ma è soprattutto nel periodo barocco che la musica demoniaca ha trovato la sua massima espressione. Compositori come Tartini, Paganini, Berlioz e Liszt si sono cimentati in pezzi che sfruttavano le capacità tecniche degli strumenti musicali per creare un'atmosfera inquietante e tenebrosa. Tra le opere più famose di questo genere troviamo la Sonata del diavolo di Tartini e la Danza macabra di Saint-Saens.
Ma perché questa musica ha sempre esercitato un fascino tanto forte sulla gente? In parte, la risposta sta nella simbolica del diavolo stesso: esso è l'incarnazione del male, ma al tempo stesso rappresenta l'ambiguità, la trasgressione, la ribellione. La musica del diavolo è in grado di evocare tutte queste sfumature, creando un'emozione potente e spesso disturbante. Inoltre, va detto che molti compositori hanno usato l'immaginario demoniaco come una sorta di sfida artistica: cercare di creare un'opera che potesse eguagliare la forza dirompente del diavolo stesso. In questo senso, la musica del diavolo rappresenta una sfida sia per l'artista che per lo spettatore.
Un altro aspetto interessante della musica del diavolo riguarda la sua influenza sui generi musicali successivi. Molte delle tecniche di improvvisazione e di virtuosismo utilizzate dai compositori di questo filone sono state poi riprese dal rock e dal jazz contemporanei. Anche l'heavy metal, genere musicale caratterizzato da sonorità potenti e aggressive, si può considerare l'erede naturale della musica del diavolo. In questo senso, possiamo dire che la musica del diavolo ha rappresentato una sorta di primo passo verso l'affermazione di generi musicali alternativi, che hanno saputo esprimere il disagio e la ribellione delle giovani generazioni.
In definitiva, la musica del diavolo si può considerare uno dei filoni più interessanti e affascinanti della musica classica. Essa rappresenta un'evocazione potente e suggestiva del lato oscuro dell'animo umano, una sfida artistica e tecnica per compositori e musicisti, ma anche una fonte di ispirazione per generi musicali successivi. Se siete appassionati di musica, vi consigliamo di dare una chance a questi pezzi, magari in un'atmosfera suggestiva e intima. Perché, in fondo, il diavolo fa sempre parte di noi stessi e della nostra società, ed è solo attraverso l'arte che possiamo sperare di comprenderlo e di superarlo.
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2023-10-13

Il mai nato

Aveva 7 anni quando finalmente la coppia dei Feldman si accorse di lui non appena entro’ in quell’orfanotrofio. “Gli somiglia”. Biondo, occhi verdi spenti. Se ne stava seduto davanti ad una finestra fissando l’infinito. Mani nelle mani. Assenza. Un’incredibile somiglianza a quel figlio che tanto avevano aspettato e che, all’eta’ di 27 anni prese in mano la propria vita, decidendo che oramai era diventata gia’ troppo lunga. Garage. Cappio. Sgabello. Corey. Il nuovo figlio. Casa. Ora la finestra dalla quale perdeva gli smeraldi nell’infinito era quella della sua stanza. Tutto era cambiato, ogni foto era rimasta ben nascosta affinche’ Corey non potesse fare domanda alcuna su quello sconosciuto fratello. Dopo la scuola, il bambino era solito passare I pomeriggi interi chiuso nel garage. I Feldman viaggiavano spesso per lavoro, affidando Corey ad una baby sitter che preferiva leggere romanzi rosa piuttosto che badare al bambino. Absentia. Rientro dal viaggio. Una cena speciale. Unione effimera. La baby sitter scese in garage per richiamare il bambino a quella parvenza di felicita’ familiare, mentre i genitori si preparavano come fosse una cena di gala. Un urlo assordante fece gelare il sangue nelle vene dei Feldman che si precipitarono verso il garage. L’amante dei romanzi rosa era una tata rosso sangue. Un pennello nella gola. La porta spalancata del garage mostrava pareti affrescate da volti. Lo stesso volto in ogni spazio libero di muro. Corey voltato di spalle. Mani nelle mani. Si scanso’leggermente lasciando alla vista un’intera parete che portava il volto di suo fratello. Biondo. Smeraldi spenti. Quella sera il signor Feldman fece due telefonate. Un’ambulanza. L’orfanotrofio. ”Corey? Siamo spiacenti, qui non c’e’ mai stato nessun bambino di nome Corey”.
Tag: suicidio, theorphanage, figliounico, cappioalcollo
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