A
Langeoog naufragano piccoli
Gulliver che ebbero la disaccortezza di dormire in tempesta. Fanno la gioia di piccoli abitanti, trichechi che raccolgono le uova con carriole da centro commerciale. La befana li porta a spasso, cappelli e sciarpe arancioni, così non si perdono nella giungla, ammassati con la sabbia. A migliaia, centinaia di migliaia si strendono sulla riva, una buona ricerca per i pellegrini dell’addiaccio tedesco. Figli del mio consumismo sfrenato, andrò all’Esselunga a ripercorrere la loro fortuna. Ne compro tre, uno per me, uno per la mia donna, e uno di scorta se il primo non mi piace. Mi taglio un dito con la loro plastica orientale, e monto la sorpresa infame. Un cartoncino, una repubblica colorata, un piccolo insetto di plastica inventato. Ne scriverò una storia che possa essere epica, narrerò come hanno naufragato per troppi mari fino a giungere al
cesso di casa mia. Tiro lo sciacquone, Ironman sbeffeggia il solito nemico con i suoi cavalli d’acciaio, e prendo il rotolo per mandare giù le lische di pesce. I pirati, i veri pirati, bevono un rhum che non esiste. Distillato dalla canna di bambù celeste, un i–ching alcolico che lascia sete, arsura e domande.