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Artista: Bryan Ferry Album: Taxi


Anno: 1993
Tempo: 0:0-1

Taxi di Bryan Ferry: una recensione critica


Bryan Ferry è un'icona della musica inglese, noto soprattutto per essere il leader dei Roxy Music, una delle band più importanti degli anni '70. Nel 1993, Ferry ha pubblicato il suo quinto album da solista, intitolato Taxi. In questo post analizzeremo questo lavoro, andando a scoprire il genere musicale, le canzoni più significative e i punti di forza e di debolezza dell'opera.
Taxi presenta un sound prevalentemente jazz, con aperture verso la world music e il blues. Le canzoni sono interpretate con un tono molto rilassato, con una voce leggermente roca che trasmette un'atmosfera intima e sensuale. L'album è composto prevalentemente da cover, ma ci sono alcune tracce originali. Essendo poi un tributo alla musica che ha segnato la giovinezza di Ferry, troviamo anche moltissime collaborazioni importanti, come ad esempio quella con Nile Rodgers, batterista dei Chic.
La prima traccia dell'album è una cover di I Put a Spell on You di Screamin’ Jay Hawkins, uno dei classici del blues. In questo brano Ferry dimostra di possedere una grande tecnica vocale, riuscendo a dar vita a una performance coinvolgente e passionale. Tra le altre cover spiccano Will You Love Me Tomorrow delle Shirelles e Sympathy for the Devil dei Rolling Stones, in cui Ferry trasforma il pezzo originale in una ballata notturna e malinconica.
Tra le canzoni originali, invece, merita menzione Girl of My Best Friend, un pezzo lento e riflessivo in cui Ferry si mette a nudo, raccontando una storia di amicizia e di tradimento. L'arrangiamento è delicato e raffinato, con un utilizzo sapiente della chitarra e delle tastiere. Anche Taxi è una traccia molto interessante, che mescola i toni del rock con quelli della world music, utilizzando percussioni tribali e melodie orientali.
Tra le critiche che si possono fare a questo album c'è sicuramente quella di essere troppo concentrato sulle cover e di non avere abbastanza brani originali. Inoltre, alcuni dei pezzi scelti sembrano un po' troppo banali e scontati. Tuttavia, è anche vero che Ferry è riuscito a mantenere un'unità stilistica e a trasmettere un'atmosfera suggestiva e coinvolgente.
In conclusione, Taxi di Bryan Ferry è un album molto interessante e soprattutto molto personale. Nonostante qualche pecca, è un omaggio alla musica e alle sensazioni che hanno segnato la vita dell'artista, un tuffo nella memoria e nei ricordi. Se amate il jazz e il blues, ma anche le sonorità etniche e la voce graffiante di Ferry, questo album vi piacerà senz'altro. Ascoltate Taxi con attenzione e lasciatevi trasportare dai suoi ritmi sensuali e coinvolgenti.