Artista: Billy Idol Album: Kings
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Una critica a Kings di Billy Idol: tra nostalgia e innovazione
Billy Idol è stato uno dei cantanti più rappresentativi del rock 'n' roll anni '80, con i suoi capelli biondi e il trucco pesante. La sua immagine rocciosa e il suo sound elettronico lo hanno reso un'icona del genere musicale. Nel 1987, Idol pubblicò l'album Kings, che fu accolta dalla critica con divergenti riscontri. In questo post, realizzeremo una critica dell'album Kings di Billy Idol, analizzandone le migliori canzoni e il contesto musicale in cui esse nacquero.
Il genere musicale di Billy Idol fu il punk rock, ma gradualmente si evolse verso un sound più sintetico elettronico. L'album Kings, pubblicato nel 1987, rappresenta una svolta musicale per Idol che, mantenendo la sua immagine rocciosa, incorporò elementi pop ed un maggior ricorso ad una produzione ricca ed elaborata. Kings fu registrato tra il 1986 e il 1987 e rappresentò un'altra tappa fondamentale nella carriera di Idol.
L'album Kings di Billy Idol, presenta una simbiosi di sinthpop e melodie rock, rendendolo un album ricco e vario. Tra le canzoni più famose troviamo Cradle of Love che ebbe notevoli successi discografici, la potente ballata Sweet Sixteen, la canzone di marcato sapore rock Prodigal Blues, e l'ancora più potente L.A. Woman. L'album non rispecchia esattamente lo stile dei precedenti lavori di Idol ma ha comunque segnato l'inizio del successo insperato dell'artista.
Se da una parte, Kings è stato un successo discografico, dall'altra, la critica si è divisa. C'è chi ha apprezzato la resa innovativa dell'album e chi invece, ha sottolineato una mancanza di veridicità e lontananza dallo stile originario di Idol. L'album Kings ha segnato l'inizio del cammino verso un pop rock sempre più commerciale, abbandonando la sonorità punk che aveva contraddistinto il cantante inglese. Michael R. Smith del blog Allmusic ha definito Kings Un album che segnò la maturità artistica del vecchio idolo del punk.
In definitiva, Kings di Billy Idol rappresenta una svolta nella carriera dell'artista, sia in termini di produzione che di sviluppo musicale. L'approccio elettronico-synthpop delle registrazioni ha fatto aumentare il numero di ascolti, ma al tempo stesso, esasperato la critica che ha sottolineato una lontananza dall'ideale punk che aveva contraddistinto le prime registrazioni dell'artista. Kings, comunque, merita una ascoltata, per cogliere il cammino artistico intrapreso da un artista che, sebbene lontano dai suoi stilemi originari, non ha mai rinunciato alla sua essenza rock.
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