2024-03-18
Ma chi erano mai questi hipster?
Agli italiani piacciono un sacco le parole straniere, ed ormai un vocabolo come hipster è entrato a pieno titolo nella loro lingua. Anche perché, ammettiamolo, 'giovani anticonformisti' era un tantino troppo lunga come definizione per poter esser utilizzata in maniera spicciola. Tuttavia, sbagliamo nel credere che l’hipsteraggio sia un fenomeno culturale degli ultimi anni: gli hipster sono più antichi di quanto vogliate immaginare.
Nella loro forma più remota li avreste definiti bohemien ma, dismessi i panni da poeta maledetto e posato il bicchiere di assenzio, i barba moderni affondano le loro radici nella cultura degli anni ‘40. A quel tempo, hipster era chi ascoltava musica jazz e bepop: normalmente ragazzi 'bianchi', della classe media, che vagheggiavano lo stile di vita dei jazzisti afroamericani. Dopo la seconda guerra mondiale l’identità di questo uomo culturale si evolve e la descrive bene Norman Mailer nel saggio ‘Il bianco negro’, quando parla di giovani esistenzialisti, turbati tanto dalla guerra fredda quanto dal conformismo sociale, che decidevano di ‘divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io’.
Sovrastati dal movimento hippie, di certo più radicale, restano in ombra per qualche decennio per tornare a parlare dei modernitos solo negli anni ‘10 del nuovo millennio, quando una nuova ondata di conformismo sembra ormai pervadere ogni aspetto della realtà.
Chi è l’anticonformista moderno? Lo riconoscerete facilmente innanzitutto dall’abbigliamento: ornati da lunghe barbe e originali baffi, se uomini, da acconciature a 'cipolla' se donne, ma comunque con grandi occhiali, pantaloni skinny, cardigan infeltriti ed un certo gusto per qualsiasi accessorio retrò. Gira spesso a piedi o in bici e, se proprio deve prendersi un’auto, guida auto vecchie, non di certo l’ultimo modello del mercato.
Il radical chic moderno mangia cibi biologici e slow food, acquista prodotti artigianali o di seconda mano, ama l’ambiente e gli stili di vita alternativi, ma soprattutto condivide con la sua versione anni ‘40 l’ascolto di un tipo ben preciso di musica: non più – o meglio, non solo – jazz e simili, ma una serie di cantanti o gruppi che crede di conoscere lui e lui soltanto (e nella maggior parte dei casi è vero), normalmente dal mondo indie o alternativo. Ama tuttavia spaziare tra vari generi, dalla musica elettronica commerciale al rock. Se proprio devono scegliere tra il mainstream, troverete nelle loro playlist i Doors, i R.E.M., i Ramones, Bob Dylan e qualche altro grande classico come i Pink Floyd o Simon And Garfunkel. E no, non potrà passarvi un auricolare: la musica hipster si ascolta dalle cuffie. Enormi cuffie.
Nella loro forma più remota li avreste definiti bohemien ma, dismessi i panni da poeta maledetto e posato il bicchiere di assenzio, i barba moderni affondano le loro radici nella cultura degli anni ‘40. A quel tempo, hipster era chi ascoltava musica jazz e bepop: normalmente ragazzi 'bianchi', della classe media, che vagheggiavano lo stile di vita dei jazzisti afroamericani. Dopo la seconda guerra mondiale l’identità di questo uomo culturale si evolve e la descrive bene Norman Mailer nel saggio ‘Il bianco negro’, quando parla di giovani esistenzialisti, turbati tanto dalla guerra fredda quanto dal conformismo sociale, che decidevano di ‘divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io’.
Sovrastati dal movimento hippie, di certo più radicale, restano in ombra per qualche decennio per tornare a parlare dei modernitos solo negli anni ‘10 del nuovo millennio, quando una nuova ondata di conformismo sembra ormai pervadere ogni aspetto della realtà.
Chi è l’anticonformista moderno? Lo riconoscerete facilmente innanzitutto dall’abbigliamento: ornati da lunghe barbe e originali baffi, se uomini, da acconciature a 'cipolla' se donne, ma comunque con grandi occhiali, pantaloni skinny, cardigan infeltriti ed un certo gusto per qualsiasi accessorio retrò. Gira spesso a piedi o in bici e, se proprio deve prendersi un’auto, guida auto vecchie, non di certo l’ultimo modello del mercato.
Il radical chic moderno mangia cibi biologici e slow food, acquista prodotti artigianali o di seconda mano, ama l’ambiente e gli stili di vita alternativi, ma soprattutto condivide con la sua versione anni ‘40 l’ascolto di un tipo ben preciso di musica: non più – o meglio, non solo – jazz e simili, ma una serie di cantanti o gruppi che crede di conoscere lui e lui soltanto (e nella maggior parte dei casi è vero), normalmente dal mondo indie o alternativo. Ama tuttavia spaziare tra vari generi, dalla musica elettronica commerciale al rock. Se proprio devono scegliere tra il mainstream, troverete nelle loro playlist i Doors, i R.E.M., i Ramones, Bob Dylan e qualche altro grande classico come i Pink Floyd o Simon And Garfunkel. E no, non potrà passarvi un auricolare: la musica hipster si ascolta dalle cuffie. Enormi cuffie.
Tag: hipster, bicicletta, mainstream, jazz, barba
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