2023-11-10
Live Report: TRIVIUM, una delle grandi band metalcore
L’attesa, il viaggio… spingo la macchina sulla A4, direzione Venezia, gustandomi come antipasto per lo spettacolo che mi attende l’ultimo album dei Trivium, quel The Sin and the Sentence che dopo l’esperimento buono ma a mio avviso poco convincente di Silence in the Snow, rivede lo scream a ridare dinamismo ai pezzi del combo americano.
Mentre ascolto il disco bevendomi la seconda Moretti continuo a chiedermi se quel tipo di metal mi piaccia o no, ma all’attacco del coro del pre-refrain di Beyond Oblivion comincio a scapocciare duro davanti al volante e tutte le domande vengono dimenticate.
Sono le 18:30 quando imbocco finalmente il parcheggio del famigerato Live Music Club di Trezzo d’Adda, solo Live di Trezzo per gli assidui frequentatori. Sono in perfetto orario.La location in questione è sicuramente tra le mie preferite per seguire un bel concerto metal. Ottimo impianto, ottima struttura e sempre ottima selezione di gruppi.
Lasciata nell’ampio parcheggio la fedelissima carrozza che anche questo giro mi ha portato a destinazione senza particolari danni, mi metto in fila in attesa della perquisizione di rito prima dell’ingresso.
Anche questo momento è uno di quelli che preferisco dell’esperienza del live. Ci si mette a proprio agio, si beve qualcosa in compagnia e si fanno discorsi di filosofia da strada con quelli che da lì a breve saranno i tuoi compagni di party.
Appena entro nel locale è come essere a casa, il Live mi ha sempre regalato dei grandi concerti e sono sempre contentissimo di tornarci.
Mi dirigo subito al bar, c’è bisogno di carburare un po’, quindi mi ordino due birre.Non c’è molto da attendere prima dell’inizio del concerto, si spengono le luci ed ecco arrivare sul palco gli Hell’s Guardian, l’opening act chiamata a dare la prima botta di metallo pesante dopo una giornata di lavoro dell’audience presente.
I quattro metalhead della provincia di Brescia si lanciano in un coinvolgente Death Metal tra il melodico e l’epico che viene apprezzato da subito dai primi avventori della serata.
I ragazzi sono un po’ statici sul palco, forse non proprio a loro agio, ma in fondo siamo metallari e per noi quello che conta di più è sempre la musica e in questo la band di Brescia ci sta fornendo uno spettacolo veramente all’altezza.
Conclusione: per il sottoscritto non si poteva iniziare in modo migliore.
Si riaccendono le luci e questo è il segnale per correre a prendere un’altra birra prima del prossimo gruppo. Come al solito stanno scorrendo fiumi di birra… ma è così che dev’essere.E’ il momento dei britannici While She Sleeps che ci buttano addosso un’ondata di Metalcore che accende i primi “pogo’s moment” della serata a cui hanno contribuito oltre che al locale ormai pieno, anche il tasso alcolemico dei metallari presenti.
Già dalle primissime battute si nota subito che la band inglese è perfettamente a suo agio sul palco, con il frontman Lawrence Taylor mattatore della serata… almeno per il momento.Grande aggressività condita con un grande spettacolo, cosa chiedere di più per scaldarsi prima dei Nostri?
Finita la performance dei W.S.S. mi dirigo nell’area ristoro del Live, ho bisogno di mettere qualcosa di solido nello stomaco per mitigare un po’ gli effetti dell’alcool. Mentre sono in coda per lo scontrino valuto cosa prendere: Vado di Hot Dog o meglio una pizzetta?
dilemma… mi do il tempo di pensarci fino a quando non arriverò davanti al registratore di cassa, l’unica cosa sicura è che annaffierò il tutto con un po’ di acqua, giusto per spezzare il ritmo.
Cassiere:“Cosa ti do?”
Io: “una pizzetta e una birra”… cazzo, non ce l’ho fatta neanche sta volta.
Mentre sbocconcello il mio trancio mi metto a chiacchierare con due astanti che hanno tutta l’aria di essere dello staff e tra una battuta e l’altra gli espongo il mio pensiero sulla tendenza dei Metal Kids nel preferire una rassicurante bottiglietta di acqua alla birra d’ordinanza… generazione disinnescata.
Inizialmente non ho notato grossa convinzione nei volti dei miei interlocutori ma alla domanda “Tu che bevevi a 17 anni ai concerti?” un velo di orgogliosa malinconia e comprensione delle mie parole ha fatto capolino nei loro sguardi.
Finito il pasto fugace saluto i miei commensali e mi dirigo davanti al palco per l’inizio dello spettacolo atteso.
Ci siamo, questa è la terza volta che vedo i Trivium e ancora non ho capito se mi piacciono veramente o no. Si spengono le luci e le note della title track di The Sin and the Sentence fanno vibrare le casse che circondano il locale e per risonanza anche i corpi che lo riempiono.Si scapoccia, si canta, si poga e, novità per me, ci si lancia in velocissimi Circle Pit mentre penso ai lividi che potrò sfoggiare come medaglie al valore ad amici e colleghi.
Il combo capitanato da un Matt Heafy è veramente ispirato, passa da pezzi del nuovo repertorio come Beyond Oblivion ai classici Pillars of Serpent, Betrayal e la grande Down from the Sky tratta dal loro album che preferisco... Shogun . Il concerto fila che è un piacere, il frontman sul palco continua a incitare la folla tra uno scream e l’altro, riesco anche a sfracellarmi a terra a un certo punto, ma i miei compagni di battaglia si premurano subito di tirarmi in piedi e mi rigettano nella mischia… che splendidi ragazzi.
Dopo un’altra incursione sui nuovi pezzi con The Heart from your Hurt e Strife i
nostri Trivium ci portano per mano in chiusura con Pull Harder on the Strings of your Mertyr e con la travolgente In Waves che fa partire l’ultimo grande pogo della serata.Si riaccendono le luci. Sono dolorante, stanco ma molto felice dell’esperienza appena vissuta.Il concerto è stato fantastico, la location come sempre si è dimostrata all’altezza e alla fine sono arrivato alla conclusione che forse i Trivium mi piacciano veramente.
E’ arrivato il momento di riprendere la strada verso casa, ma prima di partire carico nell’autoradio Shogun e sparo a palla Torn Between Scylla and Charibdis per congedarmi in bellezza.
Alla prossima...
Mentre ascolto il disco bevendomi la seconda Moretti continuo a chiedermi se quel tipo di metal mi piaccia o no, ma all’attacco del coro del pre-refrain di Beyond Oblivion comincio a scapocciare duro davanti al volante e tutte le domande vengono dimenticate.
Sono le 18:30 quando imbocco finalmente il parcheggio del famigerato Live Music Club di Trezzo d’Adda, solo Live di Trezzo per gli assidui frequentatori. Sono in perfetto orario.La location in questione è sicuramente tra le mie preferite per seguire un bel concerto metal. Ottimo impianto, ottima struttura e sempre ottima selezione di gruppi.
Lasciata nell’ampio parcheggio la fedelissima carrozza che anche questo giro mi ha portato a destinazione senza particolari danni, mi metto in fila in attesa della perquisizione di rito prima dell’ingresso.
Anche questo momento è uno di quelli che preferisco dell’esperienza del live. Ci si mette a proprio agio, si beve qualcosa in compagnia e si fanno discorsi di filosofia da strada con quelli che da lì a breve saranno i tuoi compagni di party.
Appena entro nel locale è come essere a casa, il Live mi ha sempre regalato dei grandi concerti e sono sempre contentissimo di tornarci.
Mi dirigo subito al bar, c’è bisogno di carburare un po’, quindi mi ordino due birre.Non c’è molto da attendere prima dell’inizio del concerto, si spengono le luci ed ecco arrivare sul palco gli Hell’s Guardian, l’opening act chiamata a dare la prima botta di metallo pesante dopo una giornata di lavoro dell’audience presente.
I quattro metalhead della provincia di Brescia si lanciano in un coinvolgente Death Metal tra il melodico e l’epico che viene apprezzato da subito dai primi avventori della serata.
I ragazzi sono un po’ statici sul palco, forse non proprio a loro agio, ma in fondo siamo metallari e per noi quello che conta di più è sempre la musica e in questo la band di Brescia ci sta fornendo uno spettacolo veramente all’altezza.
Conclusione: per il sottoscritto non si poteva iniziare in modo migliore.
Si riaccendono le luci e questo è il segnale per correre a prendere un’altra birra prima del prossimo gruppo. Come al solito stanno scorrendo fiumi di birra… ma è così che dev’essere.E’ il momento dei britannici While She Sleeps che ci buttano addosso un’ondata di Metalcore che accende i primi “pogo’s moment” della serata a cui hanno contribuito oltre che al locale ormai pieno, anche il tasso alcolemico dei metallari presenti.
Già dalle primissime battute si nota subito che la band inglese è perfettamente a suo agio sul palco, con il frontman Lawrence Taylor mattatore della serata… almeno per il momento.Grande aggressività condita con un grande spettacolo, cosa chiedere di più per scaldarsi prima dei Nostri?
Finita la performance dei W.S.S. mi dirigo nell’area ristoro del Live, ho bisogno di mettere qualcosa di solido nello stomaco per mitigare un po’ gli effetti dell’alcool. Mentre sono in coda per lo scontrino valuto cosa prendere: Vado di Hot Dog o meglio una pizzetta?
dilemma… mi do il tempo di pensarci fino a quando non arriverò davanti al registratore di cassa, l’unica cosa sicura è che annaffierò il tutto con un po’ di acqua, giusto per spezzare il ritmo.
Cassiere:“Cosa ti do?”
Io: “una pizzetta e una birra”… cazzo, non ce l’ho fatta neanche sta volta.
Mentre sbocconcello il mio trancio mi metto a chiacchierare con due astanti che hanno tutta l’aria di essere dello staff e tra una battuta e l’altra gli espongo il mio pensiero sulla tendenza dei Metal Kids nel preferire una rassicurante bottiglietta di acqua alla birra d’ordinanza… generazione disinnescata.
Inizialmente non ho notato grossa convinzione nei volti dei miei interlocutori ma alla domanda “Tu che bevevi a 17 anni ai concerti?” un velo di orgogliosa malinconia e comprensione delle mie parole ha fatto capolino nei loro sguardi.
Finito il pasto fugace saluto i miei commensali e mi dirigo davanti al palco per l’inizio dello spettacolo atteso.
Ci siamo, questa è la terza volta che vedo i Trivium e ancora non ho capito se mi piacciono veramente o no. Si spengono le luci e le note della title track di The Sin and the Sentence fanno vibrare le casse che circondano il locale e per risonanza anche i corpi che lo riempiono.Si scapoccia, si canta, si poga e, novità per me, ci si lancia in velocissimi Circle Pit mentre penso ai lividi che potrò sfoggiare come medaglie al valore ad amici e colleghi.
Il combo capitanato da un Matt Heafy è veramente ispirato, passa da pezzi del nuovo repertorio come Beyond Oblivion ai classici Pillars of Serpent, Betrayal e la grande Down from the Sky tratta dal loro album che preferisco... Shogun . Il concerto fila che è un piacere, il frontman sul palco continua a incitare la folla tra uno scream e l’altro, riesco anche a sfracellarmi a terra a un certo punto, ma i miei compagni di battaglia si premurano subito di tirarmi in piedi e mi rigettano nella mischia… che splendidi ragazzi.
Dopo un’altra incursione sui nuovi pezzi con The Heart from your Hurt e Strife i
nostri Trivium ci portano per mano in chiusura con Pull Harder on the Strings of your Mertyr e con la travolgente In Waves che fa partire l’ultimo grande pogo della serata.Si riaccendono le luci. Sono dolorante, stanco ma molto felice dell’esperienza appena vissuta.Il concerto è stato fantastico, la location come sempre si è dimostrata all’altezza e alla fine sono arrivato alla conclusione che forse i Trivium mi piacciano veramente.
E’ arrivato il momento di riprendere la strada verso casa, ma prima di partire carico nell’autoradio Shogun e sparo a palla Torn Between Scylla and Charibdis per congedarmi in bellezza.
Alla prossima...
Tag: metalcore, metal, live report, trivium, Live di Trezzo
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