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2023-06-08


IMAGO MORTIS – Il Lato Oscuro dell’Underground Italiano

Segue l’intervista dalla nostra pagina di Death Metal.

I vostri lavori hanno sempre rispecchiato una forte attitudine underground, come è cambiato il vostro sound dal primo demo del ‘98 Malleus Maleficarum all’ultimo lavoro in studio Ossa Mortuorum e Monumentis Resurrectura uscito a gennaio di quest’anno (nda 2020)?
Sicuramente i nostri lavori rispecchiano il nostro percorso di crescita personale e musicale. Ovviamente parte delle nostre prime composizioni erano ancora pionieristiche e più plasmata sui modelli scandinavi, ellenici o slavonici. Con il tempo abbiamo maturato una più marcata personalità e capacità espressiva che si è tradotta da Ars Obscura in poi, facendoci approdare a quest'ultimo lavoro. Dal punto di vista più pratico sono cambiati gli studi di registrazione, dove si può ragionare maggiormente nella ricerca del proprio sound che portano inevitabilmente a risultati maggiormente appaganti.

Sono passati sei anni dal lavoro precedente Carnicon (nda 1 ottobre 2014), come nasce un album degli Imago Mortis e come mai un’attesa così lunga?
Prima di affrontare l'aspetto compositivo di un nostro album, credo sia doveroso illustrare le motivazioni di una così lunga attesa. Terminata la fase promozionale di Carnicon, abbiamo perso un chitarrista, che ha abbandonato la band, così abbiamo deciso di rimanere con una formazione a tre. Il motivo di questa scelta è stato dettato dal non alterare quell'alchimia compositiva ormai ben consolidata all'interno della band. In una prima fase abbiamo così riadattato le canzoni per i live e abbiamo sperimentato e adottato alcune migliorie tecniche. Riassestati abbiamo iniziato ad elaborare delle idee per Ossa Mortuorum.... Le canzoni degli Imago Mortis nascono abitualmente dal testo. Una volta presentato al resto della band inizia una fase di elaborazione di sensazioni che poi prendono forma durante le prove.

Infatti una cosa che vi ha da sempre caratterizzato è il piglio narrativo che date ai vostri album, qual è il lavoro che c’è dietro un testo degli Imago Mortis?
La parte concettuale degli Imago Mortis è mia materia. Attingo a tutti quegli aspetti materiali ed immateriali che caratterizzano i lati più misterici e oscuri delle genti alpino/padane. Accade che durante i miei studi e letture mi imbatta in vicende che per un qualche ragione meritino un approfondimento che poi elaboro dentro di me ed esprimo nella stesura di liriche.

Un altro importante trademark della band è la scelta dell’italiano per raccontare le vostre storie, come mai questa scelta, che io personalmente reputo molto interessante e altrettanto coraggiosa? Come viene accolta dai blackster?
Crediamo che il nostro modo di esprimerci rifletta con tutta naturalezza la nostra appartenenza etnoculturale, o heimat se preferisci. Questo aspetto è molto apprezzano e ben compreso, perché permette a chi ci ascolta di immedesimarsi maggiormente nel nostro mondo e nelle nostre narrazioni.

Riuscite nonostante la lingua a portare fuori dai confini italiani la vostra musica?
Sì, anche all'estero questo aspetto è molto apprezzato, e per far comprendere maggiormente lo spessore che accompagna il nostro lavoro accludiamo nel booklet le traduzioni in inglese.

Il rapporto con la vostra etichetta, la francese Drakkar Productions, risale ormai alla fine degli anni 90. Com’è nata e a cosa si deve la longevità di questa collaborazione?
Credo che alla base di questa collaborazione vi sia un reciproco rapporto di sostegno, rispetto e lealtà. Se nel tempo questi aspetti si conservano, si traducono inevitabilmente in un rapporto edificante e duraturo.

Anche su Ossa Mortuorum e Monumentis Resurrectura è evidente la grande cura dietro a tutto l’artwork che, anche in questo album, ripropone la figura incappucciata presente in Carnicon. Parlaci un po’ di questa parte del lavoro.
Anche noi siamo molto soddisfatti della resa dell'artwork, in quanto pensiamo che cali maggiormente l'ascoltatore nel tema oscuro del disco. La maggior parte delle fotografie è stata scattata presso il villaggio operaio di Crespi D'Adda (Bergamo). L'atmosfera che si respira in quel luogo all'imbrunire è molto suggestiva e ricorda quegli scenari tipici dei film italiani dell'orrore degli anni 70 e 80, in particolar modo i film della cosiddetta Trilogia della Morte di Lucio Fulci, non a caso Lamberto Bava con i fratelli Avati avevano scelto il suo cimitero per girare alcune sequenze iniziali del film Macabro del 1980. Riguardo la figura incappucciata non vi è un preciso nesso con la cover del precedente Carnicon, se non il fatto che l'immagine stessa simboleggi in senso più ampio il concetto di Mistero e Occulto, temi cari al percorso.

Come è stato accolto l’album fino a questo momento?
Sino ad ora l'album ha riscosso dei buoni responsi, ma purtroppo a causa dell'attuale situazione pandemica, la sua promozione si trova in una fase di stallo. Avevamo in programma alcuni concerti di presentazione, che ovviamente sono stati rimandati a data da destinarsi.

Siamo quasi alla fine dell’intervista e la domanda è d’obbligo, quali sono i vostri progetti per il futuro?
Sicuramente non appena ne avremo l'opportunità, recupereremo le date perse per la promozione dell'album, dopodiché inizieremo a lavorare ad alcune idee che vorremmo si concretizzassero in un nuovo lavoro... ma è ancora troppo prematuro parlarne.

Abibial, non mi resta che salutarti e ringraziarti per la bella chiacchierata, ti lascio l’ultima parola da dedicare ai lettori di StaiMusic.
Grazie Dani per il supporto! Rammento ai vivi solo che... a volte la Morte ha il dovere di soccorrere la Vita e a volte la Vita ha il dovere di soccorrere la Morte!
Tag: black metal, heavy metal, intervitsa, imago mortis
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