2023-09-23
I Germi del successo nel rock italiano: l’album svolta degli Afterhours
Il brano ‘My bit boy’, forse nessuno lo ha mai ascoltato da quel lontano 1987, così come ‘All the good children go to hell’, uscito l’anno seguente ed entrambi per la Toast Records. E forse ancora pochi sono quelli che assocerebbero i nomi di queste incisioni non ad una qualsiasi band della scena londinese dell’alternative rock ma agli italianissimi Afterhours. Il gruppo nasceva in quegli anni da un’idea di Manuel Agnelli, tuttora frontman e voce della band, che ai suoi esordi sceglie di cantare in lingua inglese e di omaggiare, tanto nello stile quanto nella scelta del nome, i Velvet Underground di Lou Reed: Afterhours è infatti il titolo di una delle loro canzoni.
Il 1990 è l’anno del tributo a Joy Division, del cambio di etichetta e del primo album, ancora in inglese, dal titolo ‘During Christine’s Sleep’. Iniziano a farsi notare nella scena rock italiana e non solo: con le tappe a New York e Berlino, anche il mondo inizia a pogare sulle loro note.
La prima canzone in italiano per gli Afterhours è una cover, ‘Mio fratello è figlio unico’, per il disco tributo a Rino Gaetano, seguita da ‘La canzone popolare’, nell’album ‘I disertori’ in memoria di Ivano Fossati. Tuttavia, per la svolta si dovrà aspettare il 1995, anno in cui esce l’album ‘Germi’, il primo nella lingua della madrepatria e con quel sound che ancora oggi rende unici e riconoscibili gli Afterhours: un misto di punk, post grunge, sonorità psichedeliche e noise, aperture melodiche. I testi parlano di società e sesso, con toni tanto sarcastici quanto sensuali; la musica, frutto di innovazione e sperimentazione, esula da qualsiasi categoria classica: fanno breccia nelle orecchie degli italiani, aiutati dal cambio lingua, e per loro si spiana la via del successo. Persino la grandissima Mina non resterà indifferente alla novità di questi artisti dell’alternative rock italiano: nel suo album ‘Leggera’, del 1997, compare la canzone ‘Tre volte dentro te’, una reinterpretazione di ‘Dentro Marylin’, traccia numero quattro di ‘Germi’.
Oggi gli Afterhours sono una pietra miliare della scena musicale italiana e, insieme ai Marlene Kuntz, predominano il panorama indie rock nazionale. Il debutto nel 2016 di ‘Folfiri o Folfox’, accompagnato da un tour nella penisola, avviene con un piazzamento in vetta ai venduti in Italia, al primo posto della classifica stilata dalla FIMI. Dal Germi al 2016 la band non ha mai sbagliato un colpo, mantenendo inalterata la loro identità nonostante le incursioni nei più svariati generi musicali. Possiamo a ragione dire di aspettarci ancora grandi cose.
Il 1990 è l’anno del tributo a Joy Division, del cambio di etichetta e del primo album, ancora in inglese, dal titolo ‘During Christine’s Sleep’. Iniziano a farsi notare nella scena rock italiana e non solo: con le tappe a New York e Berlino, anche il mondo inizia a pogare sulle loro note.
La prima canzone in italiano per gli Afterhours è una cover, ‘Mio fratello è figlio unico’, per il disco tributo a Rino Gaetano, seguita da ‘La canzone popolare’, nell’album ‘I disertori’ in memoria di Ivano Fossati. Tuttavia, per la svolta si dovrà aspettare il 1995, anno in cui esce l’album ‘Germi’, il primo nella lingua della madrepatria e con quel sound che ancora oggi rende unici e riconoscibili gli Afterhours: un misto di punk, post grunge, sonorità psichedeliche e noise, aperture melodiche. I testi parlano di società e sesso, con toni tanto sarcastici quanto sensuali; la musica, frutto di innovazione e sperimentazione, esula da qualsiasi categoria classica: fanno breccia nelle orecchie degli italiani, aiutati dal cambio lingua, e per loro si spiana la via del successo. Persino la grandissima Mina non resterà indifferente alla novità di questi artisti dell’alternative rock italiano: nel suo album ‘Leggera’, del 1997, compare la canzone ‘Tre volte dentro te’, una reinterpretazione di ‘Dentro Marylin’, traccia numero quattro di ‘Germi’.
Oggi gli Afterhours sono una pietra miliare della scena musicale italiana e, insieme ai Marlene Kuntz, predominano il panorama indie rock nazionale. Il debutto nel 2016 di ‘Folfiri o Folfox’, accompagnato da un tour nella penisola, avviene con un piazzamento in vetta ai venduti in Italia, al primo posto della classifica stilata dalla FIMI. Dal Germi al 2016 la band non ha mai sbagliato un colpo, mantenendo inalterata la loro identità nonostante le incursioni nei più svariati generi musicali. Possiamo a ragione dire di aspettarci ancora grandi cose.
Tag: rock italiano, alternative, afterhours, agnelli
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