2024-11-15
Hounds- L'ululato del profondo metal
I segugi piemontesi entrano immediatamente tra gli highlights personali di questo mese con il loro primo lavoro Warrior of Sun, uscito per la Punishment 18 Records qualche mese fa, che mi ha portato ad inserire la loro Condemned to Hell nell’ultima puntata di Subterranea. Per l’occasione ho contattato i ragazzi della band per l’intervista che potrete leggere di seguito… e come sempre, stappatevi una bella birra gelata e buona lettura!
Ciao ragazzi, prima di tutto grazie per la disponibilità e benvenuti sulle pagine di StaiMusic. Per rompere il ghiaccio vi chiederei di iniziare a raccontateci come nasce il progetto Hounds e quali sono le influenze che hanno ispirato il vostro sound.
Ciao Dani, grazie a te! La band ha preso vita nel 2016 in modo del tutto spontaneo e casuale. All’epoca il nostro tastierista Marco De Fabianis viveva proprio sopra al pub in cui lavorava Massimo Ventura, che negli Hounds ricopre il ruolo di chitarrista e cantante. Per farla breve, una sera, mentre stavano parlando di musica è partito un pezzo dei Savatage da una delle playlist selezionate da Massimo. Da qui si è sviluppata subito una forte intesa ed è nata l’idea di formare una tribute band dei Savatage senza pretese e soprattutto con l’idea di divertirsi in sala prove. Successivamente le cose hanno iniziato a ingranare con l’entrata di Enrico Cairola alla batteria, già amico di lunga data di Massimo e poi con l’ingresso di Stefano Paparesta al basso e del rocker Alessandro Zelferino all’altra chitarra. Alessandro si è rivelata la scelta più adatta visto il suo animo più rock, ottimo per stemperare un sound altrimenti troppo virato sul Metal. Da qui in poi le cose sono procedute molto velocemente: dalle cover abbiamo iniziato a fare reciproca conoscenza ed affiatarci e in poco tempo abbiamo iniziato a comporre del materiale inedito. Abbiamo poi seguito la classica gavetta di una band, suonando molto in sala prove, facendoci le ossa con concerti in piccoli locali e pubblicando l’Ep Hounds, per poi pubblicare Warrior of Sun quest’anno. Per concludere, nostre principali influenze sono legate principalmente al Metal classico, con Savatage, Judas Priest, Virgin Steele e anche dall’Hard Rock e il Prog anni settanta come Rush, Rainbow e Deep Purple.
Come avete anticipato, nel 2018 avete pubblicato il vostro primo Ep che vi ha portato alla Punishment 18 Records con cui siete usciti a fine gennaio di quest’anno (nda 2020) con il primo album. Com’è stato lavorare all’Ep e com’è stato incidere il primo album con la Punishment?
Lavorare all’Ep prima e a Warrior poi è stato eccitante e anche liberatorio. Vedi, se escludiamo Massimo ed Enrico che provengono da altre band, per gli altri queste sono state le primissime esperienze in studio di registrazione. Da una parte c’è il nervosismo ed una certa tensione legata all’inesperienza e alla pressione di dover registrare le proprie parti al meglio delle proprie capacità, ma anche una buona dose di orgoglio e soddisfazione nell’aver lavorato e portato alla sua forma definitiva il frutto di un lungo lavoro. Siamo inoltre molto contenti di collaborare con la Punishment 18, una label molto attenta all’underground Metal più tradizionale. Questa etichetta ci sta seguendo molto, cercando di diffondere in lungo e in largo il nostro nome e non potremmo essere più soddisfatti di così.
Continua la lettura dell’intervista nella pagina della band, Hounds.
Ciao ragazzi, prima di tutto grazie per la disponibilità e benvenuti sulle pagine di StaiMusic. Per rompere il ghiaccio vi chiederei di iniziare a raccontateci come nasce il progetto Hounds e quali sono le influenze che hanno ispirato il vostro sound.
Ciao Dani, grazie a te! La band ha preso vita nel 2016 in modo del tutto spontaneo e casuale. All’epoca il nostro tastierista Marco De Fabianis viveva proprio sopra al pub in cui lavorava Massimo Ventura, che negli Hounds ricopre il ruolo di chitarrista e cantante. Per farla breve, una sera, mentre stavano parlando di musica è partito un pezzo dei Savatage da una delle playlist selezionate da Massimo. Da qui si è sviluppata subito una forte intesa ed è nata l’idea di formare una tribute band dei Savatage senza pretese e soprattutto con l’idea di divertirsi in sala prove. Successivamente le cose hanno iniziato a ingranare con l’entrata di Enrico Cairola alla batteria, già amico di lunga data di Massimo e poi con l’ingresso di Stefano Paparesta al basso e del rocker Alessandro Zelferino all’altra chitarra. Alessandro si è rivelata la scelta più adatta visto il suo animo più rock, ottimo per stemperare un sound altrimenti troppo virato sul Metal. Da qui in poi le cose sono procedute molto velocemente: dalle cover abbiamo iniziato a fare reciproca conoscenza ed affiatarci e in poco tempo abbiamo iniziato a comporre del materiale inedito. Abbiamo poi seguito la classica gavetta di una band, suonando molto in sala prove, facendoci le ossa con concerti in piccoli locali e pubblicando l’Ep Hounds, per poi pubblicare Warrior of Sun quest’anno. Per concludere, nostre principali influenze sono legate principalmente al Metal classico, con Savatage, Judas Priest, Virgin Steele e anche dall’Hard Rock e il Prog anni settanta come Rush, Rainbow e Deep Purple.
Come avete anticipato, nel 2018 avete pubblicato il vostro primo Ep che vi ha portato alla Punishment 18 Records con cui siete usciti a fine gennaio di quest’anno (nda 2020) con il primo album. Com’è stato lavorare all’Ep e com’è stato incidere il primo album con la Punishment?
Lavorare all’Ep prima e a Warrior poi è stato eccitante e anche liberatorio. Vedi, se escludiamo Massimo ed Enrico che provengono da altre band, per gli altri queste sono state le primissime esperienze in studio di registrazione. Da una parte c’è il nervosismo ed una certa tensione legata all’inesperienza e alla pressione di dover registrare le proprie parti al meglio delle proprie capacità, ma anche una buona dose di orgoglio e soddisfazione nell’aver lavorato e portato alla sua forma definitiva il frutto di un lungo lavoro. Siamo inoltre molto contenti di collaborare con la Punishment 18, una label molto attenta all’underground Metal più tradizionale. Questa etichetta ci sta seguendo molto, cercando di diffondere in lungo e in largo il nostro nome e non potremmo essere più soddisfatti di così.
Continua la lettura dell’intervista nella pagina della band, Hounds.
Tag: metal italiano, metal emergente, nuovo heavy metal, hounds, intervista, musica metal
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