2023-10-21
Giorni, canzoni d'addio e poi, rialzarsi.
61 giorni.
Giorno 1 .silenzio. Apri gli occhi in un letto, non ti muovi. Ce l’hai con la vita, con tutto. Avevi un sacco di progetti che non potrai realizzare.
Il tuo corpo non sembra collaborare. Non hai più lacrime. La morfina ti toglie tutto il dolore e fortunatamente anche parte della memoria.
E ci mette dentro un grande vuoto.
Giorno 6.Rumore. Solo quello. Nei pensieri.
Giorno 12. Dolore.Ti spostano nel reparto di riabilitazione. Ti fanno male. Ti devi rialzare. Tu non sai se farlo perché fa male.
Fai gli esercizi, vai in palestra, sei sola. I tuoi amici sono in vacanza.
I tuoi nuovi amici sono gli attrezzi di tortura. Piangi.
Giorno 20. Apri gli occhi. Una meravigliosa musica classica ti colpisce al cuore.
Rianimazione. Scendi dal letto ti metti in qualche modo sulla sedia a rotelle e segui la musica fino in fondo al corridoio.
Entri nella stanza. Un signore sulla sessantina ti accoglie con un sorriso. Il Sig E. imprenditore di successo e brizzolato, un giorno sale sul tetto per fare dei lavori e cade. Per le sue gambe non c’è più niente da fare ma può recuperare l’uso delle mani.
E lui sorride ancora. È in struttura da un anno, e ci deve rimanere un altro anno ancora.Sul comodino file infinite di dischi, tutti di musica classica. Ogni mattina accende lo stereo e ci da la sveglia.
Ogni mattina supera il suo dolore, e il nostro.
Diventa mia amico.
I pensieri scorrono leggeri sul Danubio blu.
Giorno 30. Parole. Possiamo parlare di tutto, ne sa più di me, mi costringe ad ascoltare, mi corregge, abbiamo tempo. E qui sembra non passare mai.
Giorno 40 Gioco.Mi fa vincere tutte le gare in velocità sulla sedia a rotelle, mi insegna a giocare a scacchi. Anche se l’ho dimenticato. Con le mani tremanti spesso fa cadere tutte le pedine e io lo prendo in giro. E lui mi insegna Beethoven.
Giorno 50. Alzati.La voglia di uscirne, il dolore fisico e mentale incessante, le lezioni di musica.
La scoperta di Chopin.
Giorno 60 La rivincita. Ti lascio lì. Io devo riprendere a vivere e anche tu. Ogni giorno suonerai un pezzo folle. Dal pezzo capisco se è una giornata buona oppure no. Ho ancora il portachiavi che hai fatto per me, non lo tolgo mai.
Ultima notte, sono più forte.
E adesso, a distanza di oltre 11 anni, nel momento in cui non ci sono più illusioni, ripenso a te, ai tuoi sorrisi e alle tue note lontane e ti ringrazio per avermi insegnato rialzarmi e a vivere anche quando la musica non c’è.
Giorno 1 .silenzio. Apri gli occhi in un letto, non ti muovi. Ce l’hai con la vita, con tutto. Avevi un sacco di progetti che non potrai realizzare.
Il tuo corpo non sembra collaborare. Non hai più lacrime. La morfina ti toglie tutto il dolore e fortunatamente anche parte della memoria.
E ci mette dentro un grande vuoto.
Giorno 6.Rumore. Solo quello. Nei pensieri.
Giorno 12. Dolore.Ti spostano nel reparto di riabilitazione. Ti fanno male. Ti devi rialzare. Tu non sai se farlo perché fa male.
Fai gli esercizi, vai in palestra, sei sola. I tuoi amici sono in vacanza.
I tuoi nuovi amici sono gli attrezzi di tortura. Piangi.
Giorno 20. Apri gli occhi. Una meravigliosa musica classica ti colpisce al cuore.
Rianimazione. Scendi dal letto ti metti in qualche modo sulla sedia a rotelle e segui la musica fino in fondo al corridoio.
Entri nella stanza. Un signore sulla sessantina ti accoglie con un sorriso. Il Sig E. imprenditore di successo e brizzolato, un giorno sale sul tetto per fare dei lavori e cade. Per le sue gambe non c’è più niente da fare ma può recuperare l’uso delle mani.
E lui sorride ancora. È in struttura da un anno, e ci deve rimanere un altro anno ancora.Sul comodino file infinite di dischi, tutti di musica classica. Ogni mattina accende lo stereo e ci da la sveglia.
Ogni mattina supera il suo dolore, e il nostro.
Diventa mia amico.
I pensieri scorrono leggeri sul Danubio blu.
Giorno 30. Parole. Possiamo parlare di tutto, ne sa più di me, mi costringe ad ascoltare, mi corregge, abbiamo tempo. E qui sembra non passare mai.
Giorno 40 Gioco.Mi fa vincere tutte le gare in velocità sulla sedia a rotelle, mi insegna a giocare a scacchi. Anche se l’ho dimenticato. Con le mani tremanti spesso fa cadere tutte le pedine e io lo prendo in giro. E lui mi insegna Beethoven.
Giorno 50. Alzati.La voglia di uscirne, il dolore fisico e mentale incessante, le lezioni di musica.
La scoperta di Chopin.
Giorno 60 La rivincita. Ti lascio lì. Io devo riprendere a vivere e anche tu. Ogni giorno suonerai un pezzo folle. Dal pezzo capisco se è una giornata buona oppure no. Ho ancora il portachiavi che hai fatto per me, non lo tolgo mai.
Ultima notte, sono più forte.
E adesso, a distanza di oltre 11 anni, nel momento in cui non ci sono più illusioni, ripenso a te, ai tuoi sorrisi e alle tue note lontane e ti ringrazio per avermi insegnato rialzarmi e a vivere anche quando la musica non c’è.
Tag: canzoni d'addio, rivincita, illusioni, tristona, la musica non c'è
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