2024-02-10
Sacro & profano. Sottofondo di musica cristiana.
Basato su fatti realmente accaduti.
13 Febbraio,2017. Una giornata fredda. L'era glaciale fuori dalla porta di casa mia. Dopo cena uno zapping compulsivo portava il mio sguardo a perdersi nel vuoto. Assopita sul divano, le mie palpebre cominciavano ad avvolgere i miei occhi. Il mio gatto, accanto alla mia guancia, sospirò e chiuse i suoi. Stanchezza e noia. Caldo. Caldo. Un torpore che lavò via ogni forza dal mio corpo. Non ricordo quanto tempo fosse passato dal mio avvolgimento, ma sembrò durare davvero poco. Freddo. Freddo. Mi destai goffamente dando uno sguardo alla tv ancora accesa. Afferrai una coperta e abbassai le luci. Controluce. Tornai nella stessa posizione spalle alla tv. Caldo. Ancora caldo. Un freddo improvviso ancora una volta interruppe il mio sonno. Un dolore lancinante al petto. Un dolore pugnale. Il petto mi scoppia fa male. Lanciai la coperta per alzarmi quando mi resi conto di tutto il freddo che avvolgeva mobili e pareti. Tutto. Gli occhi di gatto erano spalancati e rotondi come quelli di un gufo. Terrore. Stava paralizzato fissando verso il fondo del divano. Mescolai lo sguardo con il suo, direzione occhi. TV spenta. Lei ai piedi del divano se ne stava in piedi fissandomi. Voglia di urlare. La mia mandibola fa male, rimane bloccata a metà. Non usciva la mia voce. La ragazza in piedi mi fissava con la testa leggermente ricurva sul mento, la fronte aggrottata e due occhi neri burrone. Ferma. Bionda. Avvolta in una camicia bianca grondava sangue da tutti i suoi organi. Il sangue dalla sua spalla formava un ruscello perfetto per poi morire sulla punta delle sue dita. TIC. TIC. TIC. TIC. Non esce ancora la mia voce. "Aiutami a restare, io. . . io. . . . . non volevo andare via" sussurrò con un filo di voce. Chiusi gli occhi. Padre nostro. Rimbombava una preghiera. Coro. "Sia santificato il tuo nome". Quando riaprii gli occhi lei era sparita. Impronte di sangue. Afferrai il telefono e la mia voce ritornò. Piangendo pregai a mia madre di rientrare subito, era a due isolati e poco dopo aprì la porta. "Che freddo qui". Le raccontai ogni minimo dettaglio al quale avevo assistito. Si alzò e andò verso un comodino dal quale afferrò una bottiglia con un corpo di madonna. La aprì e restammo investite da un odore pungente di zolfo. "Mamma, dove l'hai presa?" "Questa è acqua benedetta, arriva da un antico monastero dove vive un prete esorcista". Presi la bottiglia e immediatamente ne gettai il contenuto nel lavandino della cucina. Le mani calde della mamma che avvolgono una tazza fumante arrivano verso me. Cercava di calmarmi e riaccese la TV. Tg della notte. Cronaca, una ragazza è morta oggi pomeriggio, gettandosi dall'auto in corsa di suo padre. "Padre nostro sia fatta la tua volontà". La foto sullo schermo mostravano quegli occhi nero burrone. Mandibola. Paralisi. Cadde la mia tazza dalle mani. Cocci di sangue. Musica cristiana. "Adesso e nell'ora della nostra morte".
13 Febbraio,2017. Una giornata fredda. L'era glaciale fuori dalla porta di casa mia. Dopo cena uno zapping compulsivo portava il mio sguardo a perdersi nel vuoto. Assopita sul divano, le mie palpebre cominciavano ad avvolgere i miei occhi. Il mio gatto, accanto alla mia guancia, sospirò e chiuse i suoi. Stanchezza e noia. Caldo. Caldo. Un torpore che lavò via ogni forza dal mio corpo. Non ricordo quanto tempo fosse passato dal mio avvolgimento, ma sembrò durare davvero poco. Freddo. Freddo. Mi destai goffamente dando uno sguardo alla tv ancora accesa. Afferrai una coperta e abbassai le luci. Controluce. Tornai nella stessa posizione spalle alla tv. Caldo. Ancora caldo. Un freddo improvviso ancora una volta interruppe il mio sonno. Un dolore lancinante al petto. Un dolore pugnale. Il petto mi scoppia fa male. Lanciai la coperta per alzarmi quando mi resi conto di tutto il freddo che avvolgeva mobili e pareti. Tutto. Gli occhi di gatto erano spalancati e rotondi come quelli di un gufo. Terrore. Stava paralizzato fissando verso il fondo del divano. Mescolai lo sguardo con il suo, direzione occhi. TV spenta. Lei ai piedi del divano se ne stava in piedi fissandomi. Voglia di urlare. La mia mandibola fa male, rimane bloccata a metà. Non usciva la mia voce. La ragazza in piedi mi fissava con la testa leggermente ricurva sul mento, la fronte aggrottata e due occhi neri burrone. Ferma. Bionda. Avvolta in una camicia bianca grondava sangue da tutti i suoi organi. Il sangue dalla sua spalla formava un ruscello perfetto per poi morire sulla punta delle sue dita. TIC. TIC. TIC. TIC. Non esce ancora la mia voce. "Aiutami a restare, io. . . io. . . . . non volevo andare via" sussurrò con un filo di voce. Chiusi gli occhi. Padre nostro. Rimbombava una preghiera. Coro. "Sia santificato il tuo nome". Quando riaprii gli occhi lei era sparita. Impronte di sangue. Afferrai il telefono e la mia voce ritornò. Piangendo pregai a mia madre di rientrare subito, era a due isolati e poco dopo aprì la porta. "Che freddo qui". Le raccontai ogni minimo dettaglio al quale avevo assistito. Si alzò e andò verso un comodino dal quale afferrò una bottiglia con un corpo di madonna. La aprì e restammo investite da un odore pungente di zolfo. "Mamma, dove l'hai presa?" "Questa è acqua benedetta, arriva da un antico monastero dove vive un prete esorcista". Presi la bottiglia e immediatamente ne gettai il contenuto nel lavandino della cucina. Le mani calde della mamma che avvolgono una tazza fumante arrivano verso me. Cercava di calmarmi e riaccese la TV. Tg della notte. Cronaca, una ragazza è morta oggi pomeriggio, gettandosi dall'auto in corsa di suo padre. "Padre nostro sia fatta la tua volontà". La foto sullo schermo mostravano quegli occhi nero burrone. Mandibola. Paralisi. Cadde la mia tazza dalle mani. Cocci di sangue. Musica cristiana. "Adesso e nell'ora della nostra morte".
Tag: musica cristiana, dio, padrenostro, crocifisso, esorcista, gospel, madonna
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