2024-09-16
Forte questa musica, cos'è? È Acid Jazz!
- Non è ancora arrivata, vero?-
Joe, il ragazzo dietro il bancone, fa ondeggiare la fine della sua barba mentre fa no con la testa. Il cranio rasato e lucido contro i neon installati tra le bottiglie alle sue spalle, in un gioco di rimbalzi di luci, contrasta con la massa rossiccia e fulva di peli cresciuti sulla collina del mento. A volte scherza sulla sua origine e dice che anche se ormai siamo nel 1985 dall’Australia a Londra il viaggio in aereo è così lungo che è bastato a fargli crescere il pizzetto fino al petto.
L’altro, in attesa, ha invece un viso pulito. La giacca ordinata, la camicia abbottonata fino al collo, la riga nel mezzo tra i capelli castani; poggia il bicchiere dove ormai non resta che il ghiaccio e la frutta di decorazione di fronte a sé, si gira un’altra volta verso l’ingresso e poi sorride posando lo sguardo sull’uomo in piedi davanti ai piatti dei giradischi, una mano a reggere una cuffia contro l’orecchio e l’altra ad alzare e abbassare le leve del mixer.
- Forte questa musica – dice al barista – mi ricorda qualcosa ma non so dire cosa.
Joe fa mmh-mmh e continua ad asciugare un calice da Martini. La melodia del sax è alta, tutta tecnica e spigoli, taglia la sala buia dove il brusio delle chiacchiere è sottotono ma costante.
- Direi jazz, ma non riconosco.. Sembra più sporco, acuto, e poi questo ritmo, i bassi continui, le sonorità disco.. Questa roba è forte. Joe, fammene un altro.
- Ah-ah – dice il barista, le spalle già girate, il corpo tutto teso a versare il gin. Le note continuano a riempire la sala, l’uomo che aspetta batte la punta delle dita sul bancone, muove la testa a ritmo, si slaccia il primo bottone della camicia, e chiude il movimento della mano passandola in mezzo ai capelli, scompigliandone l’ordine. Mentre fa scivolare il cocktail verso di lui, guardando verso l’ingresso, Joe gli dice: - Peter, è arrivata!
Il sax continua a salire lungo le spirali di una vertigine, spinto dai fianchi di un sintetizzatore. L’uomo sorride guardando il dj mixare, nemmeno si volta quando dice Chi?
Joe, il ragazzo dietro il bancone, fa ondeggiare la fine della sua barba mentre fa no con la testa. Il cranio rasato e lucido contro i neon installati tra le bottiglie alle sue spalle, in un gioco di rimbalzi di luci, contrasta con la massa rossiccia e fulva di peli cresciuti sulla collina del mento. A volte scherza sulla sua origine e dice che anche se ormai siamo nel 1985 dall’Australia a Londra il viaggio in aereo è così lungo che è bastato a fargli crescere il pizzetto fino al petto.
L’altro, in attesa, ha invece un viso pulito. La giacca ordinata, la camicia abbottonata fino al collo, la riga nel mezzo tra i capelli castani; poggia il bicchiere dove ormai non resta che il ghiaccio e la frutta di decorazione di fronte a sé, si gira un’altra volta verso l’ingresso e poi sorride posando lo sguardo sull’uomo in piedi davanti ai piatti dei giradischi, una mano a reggere una cuffia contro l’orecchio e l’altra ad alzare e abbassare le leve del mixer.
- Forte questa musica – dice al barista – mi ricorda qualcosa ma non so dire cosa.
Joe fa mmh-mmh e continua ad asciugare un calice da Martini. La melodia del sax è alta, tutta tecnica e spigoli, taglia la sala buia dove il brusio delle chiacchiere è sottotono ma costante.
- Direi jazz, ma non riconosco.. Sembra più sporco, acuto, e poi questo ritmo, i bassi continui, le sonorità disco.. Questa roba è forte. Joe, fammene un altro.
- Ah-ah – dice il barista, le spalle già girate, il corpo tutto teso a versare il gin. Le note continuano a riempire la sala, l’uomo che aspetta batte la punta delle dita sul bancone, muove la testa a ritmo, si slaccia il primo bottone della camicia, e chiude il movimento della mano passandola in mezzo ai capelli, scompigliandone l’ordine. Mentre fa scivolare il cocktail verso di lui, guardando verso l’ingresso, Joe gli dice: - Peter, è arrivata!
Il sax continua a salire lungo le spirali di una vertigine, spinto dai fianchi di un sintetizzatore. L’uomo sorride guardando il dj mixare, nemmeno si volta quando dice Chi?
Tag: acid jazz, sax, sintetizzatore, dj, st. germain, elettronica, funk
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