2023-07-20
Flamekeeper – Una Fiamma nell’Oscurità
“We Who Light the Fire”, primo lavoro della one-man band Flamekeeper, è un disco che colpisce per qualità e intensità da subito grazie al suo mix ben equilibrato tra Epic e Black Metal. Mentre sceglievo il pezzo da inserire nella puntata di Subterranea (https://www.staimusic.com/it/radiochannel/radio-cereal-killer_139.html) ho cominciato a raccogliere informazioni per la presentazione del lavoro, e più leggevo e più pensavo quanto sarebbe stato interessante intervistare Marco, mastermind del progetto. Bene, sotto avete la possibilità di leggere cosa ne è saltato fuori, quindi… Stappatevi una bella birra gelata e buona lettura.
Ciao Marco, prima di tutto grazie per la disponibilità e benvenuto sulle pagine di StaiMusic. Per rompere il ghiaccio ti chiederei di iniziare a raccontarci un po' come nasce il progetto Flamekeeper.
Flamekeeper è ispirato dalla vita e riflette i valori con cui ho deciso di viverla. Il cuore della mia musica risiede proprio nel suo messaggio: in un universo crudelmente privo di senso, l'uomo ha il compito mitologico di trovare un significato alla propria esistenza. L'obiettivo esistenziale da ricercare e perseguire è la fiamma che illumina il cammino nel buio del cosmo. Non ci è dato conoscere il nostro scopo dalla nascita ma dobbiamo trovarlo, o meglio, crearlo da soli.
Quando ho deciso di traslare in musica questo concetto, le canzoni si sono materializzate molto naturalmente con il tono epico che le unisce tutte fra loro.
Al giorno d'oggi, la narrativa e l'immaginario epico sono legati a doppio filo con il fantasy, usato spesso con lo scopo di isolarsi da una realtà che disattende le aspettative umane e delude il desiderio di avventura, impossibile da perseguire dentro le quattro mura delle nostre stanze.
Contrariamente, voglio che le sonorità eroiche ed antiche dei miei brani ispirino le persone a vivere la realtà con più coraggio e determinazione.
A fine novembre (nda 2019) è uscito il primo EP intitolato “We Who Light the Fire” dove ti sei occupato di tutte le fasi di lavorazione, dalla scrittura alla registrazione dei brani. Cosa ti ha portato alla decisione di affrontare tale impresa?
Per me è stato abbastanza facile in quanto mi occupo di musica a tempo pieno. Oltre che essere musicista sono anche produttore e fonico. Questa conoscenza mi permette di avere una visione a 360° di un progetto, possa essere una canzone, un disco, come una nuova band.
Nonostante le attività musicali necessitino di collaborazione e lavoro congiunto con altre persone, per me la composizione rimane comunque una pratica che favorisco in solitudine.
Laddove la mia ambizione supera i miei limiti, non ho problemi a chiedere aiuto: “We Who Light the Fire” è stata la mia prima esperienza di canto melodico, senza il soccorso e la guida del mio amico (e cantante incredibile) Giuseppe dei NIGHT GAUNT non avrei saputo come portare a termine il compito.
Quali sono le differenze nel lavorare ad un progetto in un gruppo e nel farlo da soli?
L'input dei membri di una band può sbloccare molto rapidamente situazioni di indecisione artistica, tattica e tecnica, questo è un grosso pro del lavorare in gruppo.
Essendo io capace di poter sviluppare idee ritmiche e melodiche in totale indipendenza, mi abbandono spesso alla solitudine per esplorare me stesso più profondamente, questo però a volte mi porta anche incontro a realtà difficili da accettare, dubbi laceranti e indecisione paralizzante.
Fino all'annuncio del lancio dell'EP su Invictus, ho tenuto Flamekeeper gelosamente nascosto al mondo, tranne che per alcuni amici e familiari di cui stimo molto l'opinione e che mi hanno aiutato a far avere a Flamekeeper la forma che ha oggi oltre che ad aiutarmi ad uscire dai labirinti che quotidianamente mi costruisco. Sapete chi siete e vi ringrazierò sempre!
Nel sound dell’Ep si possono trovare diverse influenze, dal Black all’Heavy Metal più classico, riuscendo a mantenere comunque una forte personalizzazione nel risultato finale. Quali sono state le band o i lavori a cui ti sei ispirato per questo progetto? Sei soddisfatto di come suona il disco?
Sono ispirato da tutti i tipi di musica caratterizzati da atmosfere epiche e trionfanti. Oltre ai generi da te sopracitati, ascolto molta musica popolare medievale, classica, folk, colonne sonore di Spaghetti Western. Non ho un riferimento preciso e tendo a sperimentare molto nella composizione.
Sono ovviamente soddisfatto al 100% di questa release.
Continua la lettura dell’intervista nella pagina della band, Flamekeeper.
Ciao Marco, prima di tutto grazie per la disponibilità e benvenuto sulle pagine di StaiMusic. Per rompere il ghiaccio ti chiederei di iniziare a raccontarci un po' come nasce il progetto Flamekeeper.
Flamekeeper è ispirato dalla vita e riflette i valori con cui ho deciso di viverla. Il cuore della mia musica risiede proprio nel suo messaggio: in un universo crudelmente privo di senso, l'uomo ha il compito mitologico di trovare un significato alla propria esistenza. L'obiettivo esistenziale da ricercare e perseguire è la fiamma che illumina il cammino nel buio del cosmo. Non ci è dato conoscere il nostro scopo dalla nascita ma dobbiamo trovarlo, o meglio, crearlo da soli.
Quando ho deciso di traslare in musica questo concetto, le canzoni si sono materializzate molto naturalmente con il tono epico che le unisce tutte fra loro.
Al giorno d'oggi, la narrativa e l'immaginario epico sono legati a doppio filo con il fantasy, usato spesso con lo scopo di isolarsi da una realtà che disattende le aspettative umane e delude il desiderio di avventura, impossibile da perseguire dentro le quattro mura delle nostre stanze.
Contrariamente, voglio che le sonorità eroiche ed antiche dei miei brani ispirino le persone a vivere la realtà con più coraggio e determinazione.
A fine novembre (nda 2019) è uscito il primo EP intitolato “We Who Light the Fire” dove ti sei occupato di tutte le fasi di lavorazione, dalla scrittura alla registrazione dei brani. Cosa ti ha portato alla decisione di affrontare tale impresa?
Per me è stato abbastanza facile in quanto mi occupo di musica a tempo pieno. Oltre che essere musicista sono anche produttore e fonico. Questa conoscenza mi permette di avere una visione a 360° di un progetto, possa essere una canzone, un disco, come una nuova band.
Nonostante le attività musicali necessitino di collaborazione e lavoro congiunto con altre persone, per me la composizione rimane comunque una pratica che favorisco in solitudine.
Laddove la mia ambizione supera i miei limiti, non ho problemi a chiedere aiuto: “We Who Light the Fire” è stata la mia prima esperienza di canto melodico, senza il soccorso e la guida del mio amico (e cantante incredibile) Giuseppe dei NIGHT GAUNT non avrei saputo come portare a termine il compito.
Quali sono le differenze nel lavorare ad un progetto in un gruppo e nel farlo da soli?
L'input dei membri di una band può sbloccare molto rapidamente situazioni di indecisione artistica, tattica e tecnica, questo è un grosso pro del lavorare in gruppo.
Essendo io capace di poter sviluppare idee ritmiche e melodiche in totale indipendenza, mi abbandono spesso alla solitudine per esplorare me stesso più profondamente, questo però a volte mi porta anche incontro a realtà difficili da accettare, dubbi laceranti e indecisione paralizzante.
Fino all'annuncio del lancio dell'EP su Invictus, ho tenuto Flamekeeper gelosamente nascosto al mondo, tranne che per alcuni amici e familiari di cui stimo molto l'opinione e che mi hanno aiutato a far avere a Flamekeeper la forma che ha oggi oltre che ad aiutarmi ad uscire dai labirinti che quotidianamente mi costruisco. Sapete chi siete e vi ringrazierò sempre!
Nel sound dell’Ep si possono trovare diverse influenze, dal Black all’Heavy Metal più classico, riuscendo a mantenere comunque una forte personalizzazione nel risultato finale. Quali sono state le band o i lavori a cui ti sei ispirato per questo progetto? Sei soddisfatto di come suona il disco?
Sono ispirato da tutti i tipi di musica caratterizzati da atmosfere epiche e trionfanti. Oltre ai generi da te sopracitati, ascolto molta musica popolare medievale, classica, folk, colonne sonore di Spaghetti Western. Non ho un riferimento preciso e tendo a sperimentare molto nella composizione.
Sono ovviamente soddisfatto al 100% di questa release.
Continua la lettura dell’intervista nella pagina della band, Flamekeeper.
Tag: heavy metal, flamekeeper, NWOBHM, intervista
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