HJARTA - ASCOLTA LE MIGLIORI CANZONI IN STREAMING
hjarta (‘cuore’ in islandese) è il nome d’arte di Giulio Bottecchia, classe 1988, veneziano.
La carriera di hjarta inizia lungo il fiume che scorre dietro casa (quando, a passeggio con il cane, gli canta le canzoni), passando per il coro della chiesa, vari concorsi di poesia, una band giovanile e lo studio decennale del pianoforte. Nel 2013 entra a far parte degli Spritz for Five, band vocale protagonista dell’ottava edizione di X-Factor (qualcuno ricorderà l’episodio in cui Morgan, vedendosi costretto a eliminarli contro la propria volontà, abbandonò lo studio in segno di protesta). Nel 2016, dopo la pubblicazione di un EP (“Spritz for Five” - curato da Andrea Rigonat), hjarta prosegue il suo percorso artistico da solista e inizia a collaborare con l’amico, pianista e autore Enrico Marangoni. Nel frattempo, partecipa a vari stage di scrittura e produzione sotto la guida di Bungaro e Cesare Chiodo. In quell’occasione, conosce Marco Toppano, giovane dj e producer udinese, il quale cura la produzione de Le Ambulanze. Attualmente vive a Bologna e sta ultimando il suo primo EP.
Amante del freddo, del cibo e dei sentimenti, hjarta insegue un’ideale sintesi tra pop e avanguardia, immediatezza e ricercatezza, dentro e fuori. E parla di sé specchiandosi nel mondo, distillando parole e suoni in un composto dolce e velenoso di pezzi di cuore.
Scopri la musica di Hjarta: biografia, genere musicale e le migliori canzoni
Se sei un appassionato di musica ed ami scoprire nuovi artisti, non puoi perderti la musica di Hjarta. Questa giovane artista islandese, nata nel 1994, sta conquistando l'attenzione del pubblico grazie alla sua voce unica e alle canzoni dal sound accattivante e coinvolgente. In questo post, ti parlerò della sua biografia, del genere musicale che rappresenta e delle sue migliori canzoni. Inoltre, leggerai anche qualche critica a suo riguardo, per farti un'idea più completa sulla sua arte.
Hjarta è il nome d'arte di Ashley Tryggvason, nata e cresciuta in Islanda. Fin da piccola, ha mostrato una forte passione per la musica e l'arte, studiando canto, chitarra e pianoforte. Ha iniziato a scrivere canzoni all'età di 14 anni e, nel 2017, ha pubblicato il suo primo EP intitolato Auðvelt. Da allora, la sua carriera musicale è in costante crescita, sia in Islanda che a livello internazionale.
Il genere musicale di Hjarta è quello dell'indie pop, ma con una forte influenza del sound elettronico. Le sue canzoni sono caratterizzate da melodie orecchiabili, atmosfere sognanti e testi romantici e poetici. La sua voce, dolce e malinconica, si intreccia perfettamente con i suoni delle tastiere e delle chitarre elettriche.
Tra le migliori canzoni di Hjarta, non si può non menzionare Nóttin var svo góð (La notte era così buona), che ha ottenuto un grande successo sia in Islanda che all'estero. Si tratta di una ballata romantica, cantata in islandese, che rappresenta perfettamente lo stile musicale dell'artista. Altre canzoni da non perdere sono Heilt nýr dagur (Un giorno completamente nuovo) e Dagur eftir dag (Giorno dopo giorno).
Alcune critiche mosse alla musica di Hjarta riguardano la mancanza di originalità e la similitudine con altre band e artisti del panorama musicale. Alcuni l'hanno definita una sorta di clone di Bjork, famosa cantante islandese. Tuttavia, molti altri apprezzano la sua musica autentica e sincera, non priva di una forte personalità e di un sound unico.
In conclusione, se sei alla ricerca di nuova musica da scoprire e apprezzare, la musica di Hjarta potrebbe fare al caso tuo. Questa giovane artista islandese rappresenta perfettamente lo stile musicale dell'indie pop ed è in grado di trasmettere emozioni e sensazioni con le sue canzoni. Tra le sue migliori canzoni, ti consiglio di ascoltare Nóttin var svo góð, Heilt nýr dagur e Dagur eftir dag. Non farti influenzare dalle critiche negative e fatti trasportare dalla sua musica poetica e coinvolgente.
Scopri la musica di Hjarta: biografia, genere musicale e le migliori canzoni
Se sei un appassionato di musica ed ami scoprire nuovi artisti, non puoi perderti la musica di Hjarta. Questa giovane artista islandese, nata nel 1994, sta conquistando l'attenzione del pubblico grazie alla sua voce unica e alle canzoni dal sound accattivante e coinvolgente. In questo post, ti parlerò della sua biografia, del genere musicale che rappresenta e delle sue migliori canzoni. Inoltre, leggerai anche qualche critica a suo riguardo, per farti un'idea più completa sulla sua arte.
Hjarta è il nome d'arte di Ashley Tryggvason, nata e cresciuta in Islanda. Fin da piccola, ha mostrato una forte passione per la musica e l'arte, studiando canto, chitarra e pianoforte. Ha iniziato a scrivere canzoni all'età di 14 anni e, nel 2017, ha pubblicato il suo primo EP intitolato Auðvelt. Da allora, la sua carriera musicale è in costante crescita, sia in Islanda che a livello internazionale.
Il genere musicale di Hjarta è quello dell'indie pop, ma con una forte influenza del sound elettronico. Le sue canzoni sono caratterizzate da melodie orecchiabili, atmosfere sognanti e testi romantici e poetici. La sua voce, dolce e malinconica, si intreccia perfettamente con i suoni delle tastiere e delle chitarre elettriche.
Tra le migliori canzoni di Hjarta, non si può non menzionare Nóttin var svo góð (La notte era così buona), che ha ottenuto un grande successo sia in Islanda che all'estero. Si tratta di una ballata romantica, cantata in islandese, che rappresenta perfettamente lo stile musicale dell'artista. Altre canzoni da non perdere sono Heilt nýr dagur (Un giorno completamente nuovo) e Dagur eftir dag (Giorno dopo giorno).
Alcune critiche mosse alla musica di Hjarta riguardano la mancanza di originalità e la similitudine con altre band e artisti del panorama musicale. Alcuni l'hanno definita una sorta di clone di Bjork, famosa cantante islandese. Tuttavia, molti altri apprezzano la sua musica autentica e sincera, non priva di una forte personalità e di un sound unico.
In conclusione, se sei alla ricerca di nuova musica da scoprire e apprezzare, la musica di Hjarta potrebbe fare al caso tuo. Questa giovane artista islandese rappresenta perfettamente lo stile musicale dell'indie pop ed è in grado di trasmettere emozioni e sensazioni con le sue canzoni. Tra le sue migliori canzoni, ti consiglio di ascoltare Nóttin var svo góð, Heilt nýr dagur e Dagur eftir dag. Non farti influenzare dalle critiche negative e fatti trasportare dalla sua musica poetica e coinvolgente.
Ultime notizie su Hjarta
24-06-2020
HJARTA inizia a collaborare con martin basile, rapper genovese, per un progetto lo-fi. pubblica il primo singolo (wind), a cui faranno seguito altri singoli, sempre a tema atmosferico (sun, clouds, fog, rain). li aspettiamo!
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19-04-2019
HJARTA, in youtube il nuovo video del singolo "ipertesto".
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2024-11-12
Nuove esperienza di musica italiana, intervista a Hjarta
Oggi incontriamo Hjarta, un musicista che con il suo pezzo d’esordio ci ha impressionato positivamente. Lo potete ascoltare nella sua pagina o nella nostra playlist di band emergenti italiane.
Ci racconti un po’ come nasce la tua esperienza artistica?
Fin da piccolo avevo bisogno di esprimere; di tirare fuori. Lo facevo con la voce e il microfono giocattolo sulle canzoni di Battisti che si ascoltavano in macchina con i miei, ma anche attraverso i disegni, i travestimenti, i teatrini, la scrittura. Più tardi ho cercato di formalizzare questo impulso espressivo attraverso lo studio del pianoforte, il coro parrocchiale, le esperienze offerte dai centri estivi e dagli scout, alcuni concorsi di scrittura. Il canto però è sempre stata una passione segreta. Più crescevo e più diventava pericoloso perché tirava fuori troppo, e durante l'adolescenza quel troppo era scomodo, per me e per gli altri. Al liceo ho fatto parte di una band dalle velleità metal; all'università ho avviato alcuni altri progetti musicali, uno elettronico e uno acustico. Ma ho sempre tenuto la musica in secondo piano, quasi che affermare di volerne fare un mestiere fosse una bestemmia. A 26 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto e, 4 anni dopo, ancora non ci capisco nulla. In tutti questi anni, comunque, non ho mai smesso di scrivere testi, per lo più in versi. Scrivo a intermittenza, ma scrivo da sempre. Le parole mi hanno sempre salvato.
Ti presenti con un nome molto particolare, ci spieghi da dove proviene e come lo hai scelto?
Hjarta significa "cuore" in islandese. La mia passione per l'Islanda nasce durante l'adolescenza. Nel mio cuore alberga da sempre un fascino per il Nord, il freddo, il buio, la natura aspra e selvaggia. I Sigur Rós, Björk, Pétur Ben, i Múm, i Samaris e Ásgeir Trausti hanno fatto il resto. Il mio interesse per la parola e, più in generale, per le lingue del mondo mi ha portato a esplorare (seppur superficialmente) anche la lingua islandese che, tra le lingue scandinave, è la più complessa. Di "hjarta" mi piace tutto: il suono (quell'acca che suona come una kappa aspirata); l'aspetto (l'elegante verticalità della j); il fatto che contenga la parola "art"; il fatto che, essendo parola islandese, racchiuda questa idea di Nord (che non è solo un luogo geografico ma una somma di sensazioni); e, infine, mi piace il suo significato: tutto ciò che scrivo parte da dentro il petto, anche se a volte è difficile sentire.
Il tuo singolo Le Ambulanze è il primo singolo del tuo prossimo album e sintesi di un tuo modo di vedere la realtà. Cosa suonano per te le ambulanze?
Le Ambulanze è una specie di sinestesia che raccoglie la sensazione di stare disteso su un letto, al buio, fissando il soffitto, mentre una sirena entra ed esce dal rumore della città e la luce blu lampeggiante entra ed esce dal campo visivo, ed è come la notte del mondo che sanguina.
Come è nato il testo di Ambulanze?
Come quasi tutti i miei testi, Le Ambulanze è nato in uno stato di ascolto del presente. Quella sera sentivo una sirena fuori dalla finestra (o forse la sentivo dentro, in una specie di stato di emergenza), e un'immagine ne richiamava un'altra, e poi un'altra, e i pensieri degli ultimi giorni e mesi affioravano l'uno dopo l'altro per essere inseriti in quel disegno. Altre volte per scrivere uso Facebook: scorro la mia bacheca e annoto i miei status che, spesso, non sono altro che pensieri, post-it virtuali. Spesso si richiamano l'un l'altro ed è possibile metterli insieme e crearci qualcosa.
Tra le stories e il Truman Show che citi nel testo, e mettiamoci anche le gabbie degli uccelli, cosa ne pensi del nostro costante essere in mostra?
Salire sul palco è un po' un mettersi in mostra. Ma dev'essere frutto di un'urgenza. Temo che l'ostentazione social abbia banalizzato il concetto di performance. Tutto è diventato spettacolo. Le nostre vite sono film, le stories sono trailer. La forma annulla la sostanza. Un po' mi fa paura perché temo che chi ha qualcosa da dire non venga udito.
Come vivi il tuo rapporto con Bologna? E con Truce Baldazzi ?
Bologna è un agglomerato bellissimo di case gialle, rosse, rosa e arancioni, un porto senza mare, un polo energetico. Da buongustaio, poi, mi sento nel Paese delle Meraviglie. Con Truce Baldazzi condivido Rastignano, dove ho vissuto per due mesi prima di trasferirmi a Bologna; lui ci scrisse Vendetta Vera, io ci ho scritto un altro pezzo che a breve pubblicherò. Sto pensando di contattarlo per averlo nel videoclip - sarebbe un bell'omaggio al suo paese!
Hai pubblicato una cover di Gala, Let a Boy Cry, cosa rappresenta per te questa canzone?
Il testo di quel pezzo è incredibilmente vicino al mio sentire e rappresenta quel senso impagabile di autovalidazione, quando scopri chi sei e che non sei più disposto a vivere la tua vita nelle scarpe di qualcun altro.
Come è stata la tua esperienza con Spritz For Five?
Con gli Spritz ho avuto l'opportunità di provare a fare il cantate di professione. Non è stato per niente facile ma, allo stesso tempo, mi ha consentito di avvicinare contesti e personaggi altrimenti irraggiungibili. Di tutta l'esperienza porto nel cuore l'incontro con Morgan (il nostro giudice a XFactor), con la sua cultura, la sua genialità, la sua autenticità e la passione contagiosa.
Ultimamente si sentono molti testi sciatti, con un linguaggio discutibile e messaggi davvero poveri. Come rispondi artisticamente a questo genere di prodotti?
Forse ogni prodotto è figlio del proprio tempo? A me piace mescolare. Anche le cose più sciatte, se reinterpretate, possono brillare. È un po' la storia del letame e dei fiori. Quindi scrivo un po' come viene, con le parole che mi piacciono e, a volte, anche con quelle che non mi piacciono perché in fondo spero di rivalutarle sotto un'altra luce. Quanto al messaggio, ognuno ha il suo ed è insindacabile. Quando scrivo, però, raramente penso a priori al messaggio. Più spesso il messaggio si nasconde in un cumulo di parole. Un po' come quei quadri impressionisti che rivelano le loro figure solo se visti da lontano.
A quando la pubblicazione del tuo album?
Eh. Sto cedendo alla tentazione di pubblicare un singolo dopo l'altro. Il prossimo singolo si chiama Ipertesto e uscirà entro fine febbraio.
Quali sono i tuoi progetti in cantiere?
Pubblicherò una serie di pezzi, prodotti da Rich Machines; vorrei farne dei video, diretti da Martin Basile. E poi vorrei iniziare a suonarli, magari qui a Bologna.
Ci racconti un po’ come nasce la tua esperienza artistica?
Fin da piccolo avevo bisogno di esprimere; di tirare fuori. Lo facevo con la voce e il microfono giocattolo sulle canzoni di Battisti che si ascoltavano in macchina con i miei, ma anche attraverso i disegni, i travestimenti, i teatrini, la scrittura. Più tardi ho cercato di formalizzare questo impulso espressivo attraverso lo studio del pianoforte, il coro parrocchiale, le esperienze offerte dai centri estivi e dagli scout, alcuni concorsi di scrittura. Il canto però è sempre stata una passione segreta. Più crescevo e più diventava pericoloso perché tirava fuori troppo, e durante l'adolescenza quel troppo era scomodo, per me e per gli altri. Al liceo ho fatto parte di una band dalle velleità metal; all'università ho avviato alcuni altri progetti musicali, uno elettronico e uno acustico. Ma ho sempre tenuto la musica in secondo piano, quasi che affermare di volerne fare un mestiere fosse una bestemmia. A 26 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto e, 4 anni dopo, ancora non ci capisco nulla. In tutti questi anni, comunque, non ho mai smesso di scrivere testi, per lo più in versi. Scrivo a intermittenza, ma scrivo da sempre. Le parole mi hanno sempre salvato.
Ti presenti con un nome molto particolare, ci spieghi da dove proviene e come lo hai scelto?
Hjarta significa "cuore" in islandese. La mia passione per l'Islanda nasce durante l'adolescenza. Nel mio cuore alberga da sempre un fascino per il Nord, il freddo, il buio, la natura aspra e selvaggia. I Sigur Rós, Björk, Pétur Ben, i Múm, i Samaris e Ásgeir Trausti hanno fatto il resto. Il mio interesse per la parola e, più in generale, per le lingue del mondo mi ha portato a esplorare (seppur superficialmente) anche la lingua islandese che, tra le lingue scandinave, è la più complessa. Di "hjarta" mi piace tutto: il suono (quell'acca che suona come una kappa aspirata); l'aspetto (l'elegante verticalità della j); il fatto che contenga la parola "art"; il fatto che, essendo parola islandese, racchiuda questa idea di Nord (che non è solo un luogo geografico ma una somma di sensazioni); e, infine, mi piace il suo significato: tutto ciò che scrivo parte da dentro il petto, anche se a volte è difficile sentire.
Il tuo singolo Le Ambulanze è il primo singolo del tuo prossimo album e sintesi di un tuo modo di vedere la realtà. Cosa suonano per te le ambulanze?
Le Ambulanze è una specie di sinestesia che raccoglie la sensazione di stare disteso su un letto, al buio, fissando il soffitto, mentre una sirena entra ed esce dal rumore della città e la luce blu lampeggiante entra ed esce dal campo visivo, ed è come la notte del mondo che sanguina.
Come è nato il testo di Ambulanze?
Come quasi tutti i miei testi, Le Ambulanze è nato in uno stato di ascolto del presente. Quella sera sentivo una sirena fuori dalla finestra (o forse la sentivo dentro, in una specie di stato di emergenza), e un'immagine ne richiamava un'altra, e poi un'altra, e i pensieri degli ultimi giorni e mesi affioravano l'uno dopo l'altro per essere inseriti in quel disegno. Altre volte per scrivere uso Facebook: scorro la mia bacheca e annoto i miei status che, spesso, non sono altro che pensieri, post-it virtuali. Spesso si richiamano l'un l'altro ed è possibile metterli insieme e crearci qualcosa.
Tra le stories e il Truman Show che citi nel testo, e mettiamoci anche le gabbie degli uccelli, cosa ne pensi del nostro costante essere in mostra?
Salire sul palco è un po' un mettersi in mostra. Ma dev'essere frutto di un'urgenza. Temo che l'ostentazione social abbia banalizzato il concetto di performance. Tutto è diventato spettacolo. Le nostre vite sono film, le stories sono trailer. La forma annulla la sostanza. Un po' mi fa paura perché temo che chi ha qualcosa da dire non venga udito.
Come vivi il tuo rapporto con Bologna? E con Truce Baldazzi ?
Bologna è un agglomerato bellissimo di case gialle, rosse, rosa e arancioni, un porto senza mare, un polo energetico. Da buongustaio, poi, mi sento nel Paese delle Meraviglie. Con Truce Baldazzi condivido Rastignano, dove ho vissuto per due mesi prima di trasferirmi a Bologna; lui ci scrisse Vendetta Vera, io ci ho scritto un altro pezzo che a breve pubblicherò. Sto pensando di contattarlo per averlo nel videoclip - sarebbe un bell'omaggio al suo paese!
Hai pubblicato una cover di Gala, Let a Boy Cry, cosa rappresenta per te questa canzone?
Il testo di quel pezzo è incredibilmente vicino al mio sentire e rappresenta quel senso impagabile di autovalidazione, quando scopri chi sei e che non sei più disposto a vivere la tua vita nelle scarpe di qualcun altro.
Come è stata la tua esperienza con Spritz For Five?
Con gli Spritz ho avuto l'opportunità di provare a fare il cantate di professione. Non è stato per niente facile ma, allo stesso tempo, mi ha consentito di avvicinare contesti e personaggi altrimenti irraggiungibili. Di tutta l'esperienza porto nel cuore l'incontro con Morgan (il nostro giudice a XFactor), con la sua cultura, la sua genialità, la sua autenticità e la passione contagiosa.
Ultimamente si sentono molti testi sciatti, con un linguaggio discutibile e messaggi davvero poveri. Come rispondi artisticamente a questo genere di prodotti?
Forse ogni prodotto è figlio del proprio tempo? A me piace mescolare. Anche le cose più sciatte, se reinterpretate, possono brillare. È un po' la storia del letame e dei fiori. Quindi scrivo un po' come viene, con le parole che mi piacciono e, a volte, anche con quelle che non mi piacciono perché in fondo spero di rivalutarle sotto un'altra luce. Quanto al messaggio, ognuno ha il suo ed è insindacabile. Quando scrivo, però, raramente penso a priori al messaggio. Più spesso il messaggio si nasconde in un cumulo di parole. Un po' come quei quadri impressionisti che rivelano le loro figure solo se visti da lontano.
A quando la pubblicazione del tuo album?
Eh. Sto cedendo alla tentazione di pubblicare un singolo dopo l'altro. Il prossimo singolo si chiama Ipertesto e uscirà entro fine febbraio.
Quali sono i tuoi progetti in cantiere?
Pubblicherò una serie di pezzi, prodotti da Rich Machines; vorrei farne dei video, diretti da Martin Basile. E poi vorrei iniziare a suonarli, magari qui a Bologna.
Tag: musica italiana, nuovi volti, newbands, bologna
2023-07-15
La magia della musica di Hjarta: le migliori canzoni
Hjarta, nome d'arte di Giulio Bottecchia, è un artista completo che ha iniziato la sua carriera lungo le rive del fiume dietro casa, canticchiando le sue canzoni al cane. Oggi, dopo aver fatto parte degli Spritz for Five e aver collaborato con altri talentuosi musicisti, sta lasciando il segno nella scena musicale italiana. In questo post, scopriremo insieme le migliori canzoni di Hjarta, un artista in grado di unire pop e avanguardia, immediatezza e ricercatezza.
Blog Body:
1. Vichingo - Questa canzone è un vero e proprio inno alla forza e al coraggio dei vichinghi, trasmessi grazie alla voce intensa di Hjarta. Le sonorità elettroniche si mescolano alla batteria, dando vita a un pezzo epico e coinvolgente.
2. Cani - In questa canzone, Hjarta trae ispirazione dal suo amico a quattro zampe e canta l'amore incondizionato che può esistere tra un cane e il suo padrone. Con uno stile che ricorda Lucio Battisti, Hjarta riesce a trasformare in musica un sentimento universale.
3. Le Ambulanze - In questo brano, Hjarta si fa ancora più intimo e personale, raccontando un evento traumatico della sua vita. La canzone, accompagnata da un video struggente, è un'intensa riflessione sull'importanza dell'amore e delle relazioni umane.
4. Vaporetto - In questo pezzo, Hjarta torna alle sue radici veneziane, celebrando la bellezza della sua città e delle sue tradizioni. Il sound morbido e rilassante di questa canzone fa immaginare di trovarsi su un vaporetto, navigando lungo i canali di Venezia.
5. Inverno - L'amore per il freddo è una delle caratteristiche più importanti di Hjarta, come dimostra questa canzone intensa e malinconica. La chitarra acustica e la voce profonda di Hjarta si uniscono creando un'atmosfera unica e suggestiva.
Se siete appassionati di musica e cercate nuovi artisti da scoprire, non potete perdere Hjarta. I suoi brani uniscono melodie coinvolgenti a testi profondi e autentici, trasmettendo emozioni che vanno direttamente al cuore. Dai vichinghi alle gondole, passando per la vita quotidiana e le relazioni umane, Hjarta canta di tutto ciò che è bello e importante nella vita. Dategli un ascolto, non ve ne pentirete!
Blog Body:
1. Vichingo - Questa canzone è un vero e proprio inno alla forza e al coraggio dei vichinghi, trasmessi grazie alla voce intensa di Hjarta. Le sonorità elettroniche si mescolano alla batteria, dando vita a un pezzo epico e coinvolgente.
2. Cani - In questa canzone, Hjarta trae ispirazione dal suo amico a quattro zampe e canta l'amore incondizionato che può esistere tra un cane e il suo padrone. Con uno stile che ricorda Lucio Battisti, Hjarta riesce a trasformare in musica un sentimento universale.
3. Le Ambulanze - In questo brano, Hjarta si fa ancora più intimo e personale, raccontando un evento traumatico della sua vita. La canzone, accompagnata da un video struggente, è un'intensa riflessione sull'importanza dell'amore e delle relazioni umane.
4. Vaporetto - In questo pezzo, Hjarta torna alle sue radici veneziane, celebrando la bellezza della sua città e delle sue tradizioni. Il sound morbido e rilassante di questa canzone fa immaginare di trovarsi su un vaporetto, navigando lungo i canali di Venezia.
5. Inverno - L'amore per il freddo è una delle caratteristiche più importanti di Hjarta, come dimostra questa canzone intensa e malinconica. La chitarra acustica e la voce profonda di Hjarta si uniscono creando un'atmosfera unica e suggestiva.
Se siete appassionati di musica e cercate nuovi artisti da scoprire, non potete perdere Hjarta. I suoi brani uniscono melodie coinvolgenti a testi profondi e autentici, trasmettendo emozioni che vanno direttamente al cuore. Dai vichinghi alle gondole, passando per la vita quotidiana e le relazioni umane, Hjarta canta di tutto ciò che è bello e importante nella vita. Dategli un ascolto, non ve ne pentirete!
Tag: Hjarta. carriera musicale. migliori canzoni, stile musicale
CANZONI HJARTA - LA CLASSIFICA DEI TOP BRANI DELL'ARTISTA
1 - Le Ambulanze
2 - Ipertesto (prod. Rich Machines)
3 - Wind