Artista: George Harrison Album: Somewhere in England
Anno: 1980Tempo: 44:20
Una critica dell'album Somewhere in England di George Harrison
George Harrison è stato uno dei membri più conosciuti dei Beatles, ma ha anche intrapreso una carriera solista in cui ha mostrato il suo talento come musicista e compositore. Il suo album del 1981, Somewhere in England, è uno dei suoi lavori più importanti e in questo articolo, ne faremo una critica dettagliata. Parleremo delle migliori canzoni, del contesto in cui è stato creato e aggiungeremo alcune note sul nostro pensiero generale sull'album e sull'artista.
Il genere musicale di George Harrison potrebbe essere descritto come folk rock con sfumature di musica indiana. Le sue canzoni erano caratterizzate dal suo particolare interesse per il misticismo, il buddismo e la cultura indiana. Tuttavia, in Somewhere in England, le sue canzoni sono molto più orientate al pop rock ed elettronico, ma comunque con alcune sfumature di musica indiana.
L'album inizia con l'energica Blood from a Clone, una canzone dalle sonorità rock che parla della manipolazione dei media. La traccia successiva, Unconsciousness Rules, è una canzone che ha una melodia elettronica catchy e testi ricchi di ironia. La terza canzone, Life Itself, è una canzone inspirata dalla canzone dei Beatles In My Life e ha una melodia nostalgica e testi riflessivi.
Una delle canzoni più interessanti dell'album è sicuramente All Those Years Ago, che ha avuto molto successo nelle classifiche di tutto il mondo e presenta una melodia orecchiabile, il suono della chitarra di Harrison, riff di tastiere che sembrano provenire dagli anni '60 e un ritornello ottimista.
Il pezzo successivo, Baltimore Oriole, è probabilmente la canzone più sperimentale dell'album e si ispira al jazz. Solo voce e pianoforte si alternano in questa traccia, portando uno stile completamente diverso rispetto al resto dell'album. Infine, l'album si conclude con la tenera ballata That Which I Have Lost.
A nostro parere, Somewhere in England è un buon album e dimostra le capacità del musicista come compositore e artista. Tuttavia, ci sono alcune critiche, in particolare sulla produzione, che alcune volte risulta un po' troppo patinata e sintetica. Anche alcune delle canzoni, come Writing's on the Wall o Blood from a Clone sembrano non essere all'altezza di altre tracce dell'album e non riescono a lasciare un'impressione duratura.
In sintesi, Somewhere in England è un buon album di George Harrison, forse non il suo miglior lavoro, ma comunque uno dei più rappresentativi. La fusione tra il pop rock e l'elettronica ne fa un album interessante e variegato, anche se ci sono alcuni difetti nella produzione e nella scrittura di alcune canzoni. Tuttavia, vale la pena ascoltare questo album per apprezzare il talento di Harrison come musicista e compositore, e per scoprire il suo stile personale e unico.
In sintesi, Somewhere in England è un buon album di George Harrison, forse non il suo miglior lavoro, ma comunque uno dei più rappresentativi. La fusione tra il pop rock e l'elettronica ne fa un album interessante e variegato, anche se ci sono alcuni difetti nella produzione e nella scrittura di alcune canzoni. Tuttavia, vale la pena ascoltare questo album per apprezzare il talento di Harrison come musicista e compositore, e per scoprire il suo stile personale e unico.
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