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2024-09-15


Una nuova rock band italiana, gli Alice For President

Seconda parte dell’intervista ai ragazzi della band di rock alternativo Alice For President

Come è stato suonare con i Punkreas?
Mauro: E' stata un’esperienza magnifica! Un grande palco e molta gente rappresentano sempre un sogno per un musicista. Se a questo aggiungi che condividi quel palco con gli artisti che sono stati gli idoli della tua adolescenza... l'emozione diventa unica! Loro poi sono dei veri animali da palco! Eccezionali! Abbiamo imparato molto da loro quella sera!

Il concerto è andato come vi aspettavate? Come ha reagito il pubblico?
Mauro: E' andato davvero bene, soprattutto considerati gli antefatti. Abbiamo fatto una sola prova il giorno prima dello show! Metà gruppo non conosceva l'altra metà, ma se ti piace un genere, entri subito in sintonia, è una delle magie della musica! Anche la reazione del pubblico è stata positiva. Eravamo un pò preoccupati per la diversità di stile tra noi e i Punkreas, ma fortunatamente questo non si è rivelato un problema. Il pubblico era davvero coinvolto, ci siamo presi molti nuovi fan.

A quali gruppi vi ispirate?
Mauro: Le nostre influenze spaziano dal blues, country, soul, rock, metal... Nell'album ho lavorato partendo dalle mie precedenti esperienze, cercando di valorizzarle e migliorarle. Difficile dire artisti specifici, ma se vogliamo provarci citerei i Black Stone Cherry, Black Label Society, Audioslave, Richie Kotzen, Jorn Lande...

Quali sono i vostri prossimi progetti?
Matteo: Ora stiamo pianificando una tournée che ci vedrà coinvolti specialmente nel nord Europa, Austria, Germania, Inghilterra e magari ancora qualche data Italiana. Dal punto di vista "produttivo" stiamo ultimando la composizione del secondo disco, questa volta tutti insieme, e stiamo valutando l'idea di auto-produrlo, come per "Wake Up!", o se farci produrre da qualche etichetta discografica. L'esperienza del primo album è stata incredibilmente soddisfacente, se sei indipendente puoi prendere autonomamente tutte le decisioni, ma la cosa si può rivelare un’arma a doppio taglio perché tutte le scelte diventano difficili. Ognuno di noi ha dovuto lavorare duramente su se stesso durante la fase di registrazione, ad esempio cercando di rendere più incisiva la batteria, rielaborare più volte i riff, curare l'interpretazione delle linee vocali...

Perchè in nord Europa?
Matteo: Scriviamo canzoni in inglese, e da sempre nei paesi nordici la musica rock è più apprezzata. Un esempio, ci sono radio che trasmettono una varietà di generi musicali e puoi trovare davvero di tutto! Passano da un brano di Bon Jovi a un brano latino, poi dai Red Hot a un pezzo jazz... é interessante, e quindi anche le persone hanno un orecchio diverso, sono cresciute ascoltando e imparando ad apprezzare più generi! In Italia su tutte le stazioni ascolti sempre le solite canzoni, quasi a farti il lavaggio del cervello... ci sembra quindi che all'estero le cose per la musica siano un pò... meglio! Non mi fraintendere, nemmeno all'estero tutto è perfetto, ma in Italia sembra sempre tutto più complicato, dai gusti musicali alla burocrazia!

Cosa c'è che non va nel mondo musicale italiano?
Alex: Eh, purtroppo in italia non sono gli ascoltatori a indirizzare il mercato musicale, ma sono le case discografiche a dettare cosa ci sia da ascoltare. Questo anche fuori, certo, ma in Italia questo lo avvertiamo ancora di piu: tutto viene dettato dai Talent show e dai programmi televisivi. Lo sapevi per esempio che su Spotify sono il rock e il metal generi più ascoltati? E per gli artisti esordienti questo diventa un vero e proprio tranello. Si predilige quindi la musica che costa di meno, che diventa inesorabilmente musica usa e getta, specchio della società consumistica che contraddistingue quest'epoca. L'unica maniera per costruirsi dei veri e propri gusti musicali senza farsi influenzare dai media, diventa quindi essere a contatto con musicisti e andare ai concerti, anche se anche li le Agency, affamate di profitti, complicano ancora di più le cose. Ed è un peccato perché ci sono tanti artisti bravissimi la fuori. Fortunatamente il mondo digitale è più democratico... o almeno, lo era. Anche li le cose stanno cambiando.

Auguriamo agli Alice For President un enorme in bocca al lupo per il loro futuro.
Purtroppo, sfondare in Italia non è facile se non si è pronti a scendere a compromessi che ovviamente snaturano la libertà di suonare la propria musica, ma speriamo che il mercato dia almeno una possibilità a questi ragazzi!

Per leggere l’inizio dell’intervista andate direttamente nella nostra rubrica di band emergenti.
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