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2023-11-12


Qualcosa di nuovo nella scena rock italiana, intervista a Marco Barusso

Oggi abbiamo avuto il piacere di rivolgere qualche domanda al grande Marco Barusso, musicista e produttore tra i migliori in Italia. Una carriera internazionale, che lo ha portato a collaborare con grandi artisti come Lacuna Coil, Laura Pausini, i Pooh, Thirty Seconds to Mars e Coldplay e molti altri. Con il suo nuovo progetto The Price, un concept album a cui collaborano grandi musicisti come Enrico Ruggeri, Marco ci propone un assaggio della sua musica, un grande progetto che porta una ventata d’aria fresca sul panorama musicale italiano.

Ciao Marco! La tua carriera, il tuo curriculum, sono a dir poco impressionanti. Hai lavorato con moltissimi grandi artisti e molti si affidano alla tua professionalità e alle tue capacità. Come è iniziato il tuo amore per la musica?
È iniziato fin da piccolo. Quando ero ragazzino avevo imparato a far funzionare il giradischi di mio padre e mettevo su i suoi dischi dei Beatles, il live dei Nomadi, Bob Dylan... Poi ho scoperto il walkman e via con gli scambi di cassette con gli amici. In seguito, dall'amore per ciò che sentivo, come un ragazzino che smonta le macchinine, ho voluto imparare come si costruisce la musica, quindi ispirato da Ac/Dc e The Who ho deciso di iniziare a suonare la chitarra, da lì in poi è stata una lenta e sudata gavetta che mi ha portato a vivere molte soddisfazioni ma anche molti periodi difficili.

Quali sono le tue influenze musicali in generale?
Le influenze sono molto variegate, sono sempre stato particolarmente onnivoro dal punto di vista musicale, quindi dopo un primo amore per l'hard rock, il rock anni '70 e il punk mi sono spostato verso il blues, la musica elettronica, il dub etc... Solo negli ultimi 10 anni ho sentito la necessità di virare verso musica più dura. C'è da dire che comunque, per tantissimo tempo, come faccio tutt'ora, ho lavorato con tantissimi artisti pop italiani, quindi spesso sento la necessità di trovare ispirazione da cose diverse.

Un caro amico di Staimusic, un professionista come te nel mondo della musica con molti tour alle spalle, sta componendo un album. Come membro della band suona le percussioni, ma in realtà compone anche le altre parti e scrive i testi. Un giorno ci ha detto che non vede l’ora di trovare un bravo percussionista e lasciare che suoni, mentre lui si godrà ogni concerto della band da spettatore mentre si sorseggia un drink. Come vedi il rapporto tra comporre e suonare sul palco, eseguire i propri pezzi o ascoltarli?
In realtà è una cosa che ho preso in considerazione anch'io, il problema è che per fare una cosa simile dovrei evitare di suonare, e suonare mi piace molto di più che stare sotto al palco. Però mi è capitato con diversi artisti, di produrre e arrangiare i loro brani, suonando ovviamente moltissime parti nel loro disco, e poi vedere le mie parti riproposte dal vivo. Devo dire che è una bella soddisfazione, soprattutto quando si ha a che fare con musicisti professionisti e intelligenti che tengono a bada l'ego ed evitano le licenze poetiche, suonando le parti esattamente come sono state concepite da chi ha arrangiato e prodotto i brani.

Da dove nasce la passione per il nu metal? Come spieghi che in Italia il genere abbia sfondato poco, con gruppi famosi come i Linea 77, o internazionali come i Lacuna Coil ma anche lo stesso progetto con i Cayne.
Il Nu-Metal è un genere nato 20 anni fa abbondanti che si è poi mischiato in mille derivazioni diverse creando delle realtà davvero interessanti. In realtà sono più interessato alle derivazioni del death metal scandinavo piuttosto che dal Nu-Metal americano degli anni ’90. Con i Cayne la nostra ispirazione veniva, più che dal NU-Metal, dal Gothic rock e metal di band come i Paradise lost o The 69 Eyes, mischiata a influenze new wave tipo i Mission, i Killing Joke, i Cure etc... unita poi alla passione del cantante Giordano Adornato per l'hard rock anni '70 e il classic metal anni '80. In ogni caso l’Italia è un paese che ama e segue il rock e il metal, il problema è che nessuno è profeta in patria, c'è molta esterofilia, quindi si trovano centinaia di migliaia di persone ai concerti dei mostri sacri e 70 persone al concerto di una band italiana magari molto più preparata e originale. I Lacuna Coil lo hanno capito da subito e hanno avuto il coraggio di mollare baracca e burattini al momento giusto e sobbarcarsi tour americani ed europei di mesi, con una paga da fame. Suonavano ovunque li volessero e facevano crescere costantemente la fanbase, prima negli Stati Uniti e successivamente in tutto il mondo, lasciando in Italia a gongolare le rockstar del weekend, quelli che al fine settimana vanno in giro a comportarsi come se fossero più famosi dei Bon Jovi. Quegli stessi gruppi che criticano i Lacuna Coil ad ogni occasione, ma poi il lunedì mattina tornano al lavoro di sempre, mentre i Lacuna, che possano piacere o meno, preparano l'ennesimo tour.

L’intervista continua nella pagina dell’artista.
Tag: rock italiano, band emergenti, guppi musicali italiani, contest musicali, gruppi rock, nu metal, nuove onderock
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