2024-12-12
Pressioni sociali, pause caffè e musica rilassante
Persone comuni di tutto il mondo, rassegniamoci: dobbiamo essere belli, sani, mangiare bio, essere produttivi al lavoro, presenti in famiglia, instagrammabili sempre e....pure rilassati!
Nulla di più semplice! Ecco perché nelle playlist che ci suggeriscono i nostri social musicali fanno capolino, in posizioni più o meno evidenti, le famosissime MCMR (Magiche Compilation di Musiche Rilassanti).
Insomma, sembra di essere alla macchinetta del lavoro, quando, nel ritagliarci cinque minuti di pausa dalle attività inevitabilmente stressanti, la possibilità di decidere tra un orzo macchiato e un mocaccino al gingseng, ci illude che la nostra testa sia realmente staccata da ciò che la impegna inesorabilmente.
Ce ne sono di tutti i tipi di musica per rilassarsi, musica classica per pianoforte, musica per archi, per orchestra, canzoni cantate senza le parole, brani new age, mantra indiani, vocalizzi tibetani, suoni della natura (gocce d’acqua e ruscelli vanno per la maggiore); ancora musiche rilassanti per leggere, musiche rilassanti per dormire, musiche rilassanti per studiare e per molte altre attività legate all’allentare la tensione.
Confesso che anche io ho ceduto in alcune occasioni al richiamo che queste sirene stagliano dalle barre scorrevoli di internet, soprattutto, e qui sfido tutte le neo mamme a non cadere nella tentazione, quando nel titolo si fa esplicito riferimento a musiche, talvolta a ....rumori (sic!), incantatori in grado di restituire il riposo prezioso alle tenere membra dei piccoli, o meglio, dei genitori!! Ovviamente, il risultato è stato ben diverso da quanto sperato, ma non solo per questo metto in discussione l’impianto strutturale di tale pratica.
Come dicevo credo che ci sia una specie di vizio di forma, una contraddizione in essere in questi titoli: se decido di rilassarmi è perché voglio prendermi una pausa, voglio staccare la spina, voglio smettere di pensare a quel che attanaglia il mio animo e la mia mente, voglio distrarmi da me stessa. Operando una piccola riflessione, da quattro soldi, sull’etimologia di questa parola scopriamo che, come tutte le parole che iniziano con il suffisso di, distrarre dignifica portare di qua e di là, separare, disgiungere. Nella ricerca di musica rilassante vogliamo dunque qualcosa in grado di portarci altrove, e se altrove siamo, come possiamo studiare, leggere, addirittura dormire?
In seconda battuta, credo sia improbabile, se non impossibile per chiunque sia alla ricerca del tanto agognato quarto d’ora di relax, prescindere dalla propria individualità. Mi spiego, se odio la cultura new age, se i vegani mi danno ai nervi e l’immagine del santone con le campane tibetane mi fa salire su direttamente la Furia dal West, se nella mia vita l’invito di un amico ad andare ad un concerto di musica classica mi ha fatto venire, nell’ordine, l’eczema vulgaris, la soppressione del treno e, per sicurezza che non si sbaglia mai, della nonna, come posso pensare che sottopormi a tradimento a queste immersioni sonore mi possa deliberatamente rendere più sereno ed in pace con il mondo?
Il rilassamento è personale, se adoro il rock posso trovare estremamente confortante un ascolto anche ad alto volume di musica non propriamente calma e questo vale per qualsiasi musica purché sia adatta al nostro gusto.
Ogni altra operazione potrebbe avere qualche effetto, perché, come abbiamo ben studiato dalla rassicurante filosofia greca e come aveva ancor meglio compreso il potere spirituale dal Medioevo in avanti, la musica ha un enorme capacità di suggestione sull’animo umano.
Ma insegnare ed evocare è una cosa, mettersi sul divano e lasciarsi andare, è tutta un’altra musica.
Nulla di più semplice! Ecco perché nelle playlist che ci suggeriscono i nostri social musicali fanno capolino, in posizioni più o meno evidenti, le famosissime MCMR (Magiche Compilation di Musiche Rilassanti).
Insomma, sembra di essere alla macchinetta del lavoro, quando, nel ritagliarci cinque minuti di pausa dalle attività inevitabilmente stressanti, la possibilità di decidere tra un orzo macchiato e un mocaccino al gingseng, ci illude che la nostra testa sia realmente staccata da ciò che la impegna inesorabilmente.
Ce ne sono di tutti i tipi di musica per rilassarsi, musica classica per pianoforte, musica per archi, per orchestra, canzoni cantate senza le parole, brani new age, mantra indiani, vocalizzi tibetani, suoni della natura (gocce d’acqua e ruscelli vanno per la maggiore); ancora musiche rilassanti per leggere, musiche rilassanti per dormire, musiche rilassanti per studiare e per molte altre attività legate all’allentare la tensione.
Confesso che anche io ho ceduto in alcune occasioni al richiamo che queste sirene stagliano dalle barre scorrevoli di internet, soprattutto, e qui sfido tutte le neo mamme a non cadere nella tentazione, quando nel titolo si fa esplicito riferimento a musiche, talvolta a ....rumori (sic!), incantatori in grado di restituire il riposo prezioso alle tenere membra dei piccoli, o meglio, dei genitori!! Ovviamente, il risultato è stato ben diverso da quanto sperato, ma non solo per questo metto in discussione l’impianto strutturale di tale pratica.
Come dicevo credo che ci sia una specie di vizio di forma, una contraddizione in essere in questi titoli: se decido di rilassarmi è perché voglio prendermi una pausa, voglio staccare la spina, voglio smettere di pensare a quel che attanaglia il mio animo e la mia mente, voglio distrarmi da me stessa. Operando una piccola riflessione, da quattro soldi, sull’etimologia di questa parola scopriamo che, come tutte le parole che iniziano con il suffisso di, distrarre dignifica portare di qua e di là, separare, disgiungere. Nella ricerca di musica rilassante vogliamo dunque qualcosa in grado di portarci altrove, e se altrove siamo, come possiamo studiare, leggere, addirittura dormire?
In seconda battuta, credo sia improbabile, se non impossibile per chiunque sia alla ricerca del tanto agognato quarto d’ora di relax, prescindere dalla propria individualità. Mi spiego, se odio la cultura new age, se i vegani mi danno ai nervi e l’immagine del santone con le campane tibetane mi fa salire su direttamente la Furia dal West, se nella mia vita l’invito di un amico ad andare ad un concerto di musica classica mi ha fatto venire, nell’ordine, l’eczema vulgaris, la soppressione del treno e, per sicurezza che non si sbaglia mai, della nonna, come posso pensare che sottopormi a tradimento a queste immersioni sonore mi possa deliberatamente rendere più sereno ed in pace con il mondo?
Il rilassamento è personale, se adoro il rock posso trovare estremamente confortante un ascolto anche ad alto volume di musica non propriamente calma e questo vale per qualsiasi musica purché sia adatta al nostro gusto.
Ogni altra operazione potrebbe avere qualche effetto, perché, come abbiamo ben studiato dalla rassicurante filosofia greca e come aveva ancor meglio compreso il potere spirituale dal Medioevo in avanti, la musica ha un enorme capacità di suggestione sull’animo umano.
Ma insegnare ed evocare è una cosa, mettersi sul divano e lasciarsi andare, è tutta un’altra musica.
Tag: musica rilassante, musica per rilassarsi, pausá caffe, yoga, distarsi
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