2024-10-10
Luca Sammartino, un interessante artista emergente
Oggi intervistiamo Luca, un giovane artista, musicista, vlogger e blogger. La chiaccherata é stata bella lunga e la lasciamo integrale perché crediamo dia importanti spunti di riflessione.
Raccontaci come è nata la tua passione per la musica?
Onestamente non saprei dare una risposta precisa. Da piccolino, quando avevo due anni e mezzo/tre, obbligavo mio padre a mettermi in loop due VHS: Top Gun e la registrazione del concerto di Ligabue a San Siro del '97. Di conseguenza in giro per casa o giocavo con gli aerei o, con un fusto di plastica del detersivo su cui disegnavo le corde e che mettevo al collo con uno spago, imitavo il Liga (con tanto di occhiali da sole!) Fonti attendibili mi dicono che cantassi Ssserte notti, avevo qualche problema di dizione ancora, I ragazzi sono in giro e Figlio di un cane. Durante i viaggi verso il Molise (sono nato a Lodi, ma ho la mia seconda casa lì), mio padre metteva in continuazione cassette di musica italiana anni '60/'70 (in particolare, ho sempre avuto un debole per Rocky Roberts...). (Fortunatamente non guidava mai mia madre, altrimenti sarei cresciuto con Baglioni e avrei ripudiato tutto! Alle elementari la maestra Antonella ci faceva cantare e ci spiegava le canzoni dei Nomadi, Bob Dylan, De Andrè e dei cantautori durante le ore di musica, per cui ho avuto modo di toccare anche quel mondo (aneddoto: destino ha voluto che, da un paio d'anni a questa parte, suo figlio Matteo per puro caso sia diventato il mio pianista/tastierista nonché collaboratore fidato). In prima media, il colpo di grazia: comprai per caso il gioco della NFL e c'era una sola canzone che non avevo cancellato dalla playlist. Il padre del mio amico Francesco, giornalista, era appena tornato dalla California e lui, stufo di sentirla in continuazione, mi fece avere l'album intero in anteprima. Era American Idiot dei Green Day. L'amore della vita. (Lucky, semmai leggerai tutto questo, GRAZIE). Sempre durante le medie arrivò internet e iniziai ad ascoltare qualsiasi cosa. Riempivo CD che ascoltavo in giro con il lettore portatile: Beatles, Ramones, ACDC, Frank Sinatra, Muse, Oasis, punk italiano... qualsiasi cosa (nel frattempo, come tutti quelli della mia generazione, crescevo anche con pane, amore, Lunapop, 883 e Articolo 31...). Ma fino a questo punto non ho mai suonato uno strumento concretamente, né ho mai chiesto di prendere lezioni. La botta definitiva la ebbi in prima superiore: il mio compagno di banco era un batterista e suonava sempre con le dita sul banco. Così piano piano iniziai ad andargli dietro e cercai un modo per capire come comprarmi una batteria vera. Chiesi a mia madre di trovarmi qualche lavoretto in qualche ristorante vicino al suo studio, però ebbe il buon cuore di dirmi: Te la compro io, però vale come regalo di compleanno e Natale per un bel po'! E a papà diciamo che te l'ha regalata un mio amico. (Ciao papà!). Poi arrivò la prima band con un amico della scuola nella mia taverna. Nel frattempo, iniziavo a scrivere testi senza aver la più pallida idea di cosa fossero melodia ed armonia, finché un ragazzo con cui suonavo non mi disse che aveva un tributo ai Green Day ma erano senza cantante. Fu la scusa definitiva per imparare la chitarra ed il canto. Parte fondamentale di questo periodo fu sicuramente l'aver trovato una persona come Marco Fapo Fapani nel cammino: è stato (ed è tutt'ora, per fortuna!) il mio mentore, quello che mi ha preso sotto braccio e, piano piano, mi ha insegnato il mestiere, nonché un amico vero (e nel mondo della musica è difficile...). Ad un certo punto ci stufammo di fare i Green Day e iniziammo un progetto parallelo (che in poco divenne quello principale) punk rock-pop punk in cui fare inediti e cover ri-arrangiate, tutto in italiano. Sia con questo che con il tributo ai Green Day, penso di poter dire di aver suonato letteralmente ovunque, anche fuori dalla Lombardia. Per non farmi mancare niente, l'anno scorso ho fatto 5 mesi in un'orchestra di liscio: la gavetta... Insomma, ripensandoci credo sia stato un lungo percorso in divenire. Se vi piacciono le favole, invece, vi dico che mio padre dice di essere stato un batterista per qualche tempo nel complesso del paese da giovane. Io ci credo, eh, però una volta gli ho messo in mano le bacchette e diciamo che tendo ad escludere questa ipotesi...
A quali gruppi ti ispiri?
Forse farei prima a dire a quali NON mi ispiro... Sicuramente, per quanto adesso stia cercando un sound più pop-rock, i Green Day prima di tutti. Come scrittura di testi e di canzoni, direi: Ligabue, Max Pezzali, Cremonini, Noel Gallagher... mi piace scrivere le cose così come stanno, senza troppi giri di parole. Amo il sound delle band power-pop (Cheap Trick su tutti). Per i live, Clash e Ramones. Non posso non citare i Social Distortion: il sound e i testi di Mike Ness sono indescrivibilmente sinceri ed ispiranti. Sono un amante di qualsiasi sound old-school. Cito solo Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry e Elvis, ma la lista è lunga. Cantautori italiani o artisti datati come Battisti, De Andrè, Rino Gaetano, Guccini e i Nomadi. Della nuova scuola mi piace molto il modo di scrivere di Gabbani, anche lui rientra nel mio stile ideale. Chiudo qua la risposta sennò vado avanti all'infinito.
Per leggere il continuo andate sulla sua pagina...
Raccontaci come è nata la tua passione per la musica?
Onestamente non saprei dare una risposta precisa. Da piccolino, quando avevo due anni e mezzo/tre, obbligavo mio padre a mettermi in loop due VHS: Top Gun e la registrazione del concerto di Ligabue a San Siro del '97. Di conseguenza in giro per casa o giocavo con gli aerei o, con un fusto di plastica del detersivo su cui disegnavo le corde e che mettevo al collo con uno spago, imitavo il Liga (con tanto di occhiali da sole!) Fonti attendibili mi dicono che cantassi Ssserte notti, avevo qualche problema di dizione ancora, I ragazzi sono in giro e Figlio di un cane. Durante i viaggi verso il Molise (sono nato a Lodi, ma ho la mia seconda casa lì), mio padre metteva in continuazione cassette di musica italiana anni '60/'70 (in particolare, ho sempre avuto un debole per Rocky Roberts...). (Fortunatamente non guidava mai mia madre, altrimenti sarei cresciuto con Baglioni e avrei ripudiato tutto! Alle elementari la maestra Antonella ci faceva cantare e ci spiegava le canzoni dei Nomadi, Bob Dylan, De Andrè e dei cantautori durante le ore di musica, per cui ho avuto modo di toccare anche quel mondo (aneddoto: destino ha voluto che, da un paio d'anni a questa parte, suo figlio Matteo per puro caso sia diventato il mio pianista/tastierista nonché collaboratore fidato). In prima media, il colpo di grazia: comprai per caso il gioco della NFL e c'era una sola canzone che non avevo cancellato dalla playlist. Il padre del mio amico Francesco, giornalista, era appena tornato dalla California e lui, stufo di sentirla in continuazione, mi fece avere l'album intero in anteprima. Era American Idiot dei Green Day. L'amore della vita. (Lucky, semmai leggerai tutto questo, GRAZIE). Sempre durante le medie arrivò internet e iniziai ad ascoltare qualsiasi cosa. Riempivo CD che ascoltavo in giro con il lettore portatile: Beatles, Ramones, ACDC, Frank Sinatra, Muse, Oasis, punk italiano... qualsiasi cosa (nel frattempo, come tutti quelli della mia generazione, crescevo anche con pane, amore, Lunapop, 883 e Articolo 31...). Ma fino a questo punto non ho mai suonato uno strumento concretamente, né ho mai chiesto di prendere lezioni. La botta definitiva la ebbi in prima superiore: il mio compagno di banco era un batterista e suonava sempre con le dita sul banco. Così piano piano iniziai ad andargli dietro e cercai un modo per capire come comprarmi una batteria vera. Chiesi a mia madre di trovarmi qualche lavoretto in qualche ristorante vicino al suo studio, però ebbe il buon cuore di dirmi: Te la compro io, però vale come regalo di compleanno e Natale per un bel po'! E a papà diciamo che te l'ha regalata un mio amico. (Ciao papà!). Poi arrivò la prima band con un amico della scuola nella mia taverna. Nel frattempo, iniziavo a scrivere testi senza aver la più pallida idea di cosa fossero melodia ed armonia, finché un ragazzo con cui suonavo non mi disse che aveva un tributo ai Green Day ma erano senza cantante. Fu la scusa definitiva per imparare la chitarra ed il canto. Parte fondamentale di questo periodo fu sicuramente l'aver trovato una persona come Marco Fapo Fapani nel cammino: è stato (ed è tutt'ora, per fortuna!) il mio mentore, quello che mi ha preso sotto braccio e, piano piano, mi ha insegnato il mestiere, nonché un amico vero (e nel mondo della musica è difficile...). Ad un certo punto ci stufammo di fare i Green Day e iniziammo un progetto parallelo (che in poco divenne quello principale) punk rock-pop punk in cui fare inediti e cover ri-arrangiate, tutto in italiano. Sia con questo che con il tributo ai Green Day, penso di poter dire di aver suonato letteralmente ovunque, anche fuori dalla Lombardia. Per non farmi mancare niente, l'anno scorso ho fatto 5 mesi in un'orchestra di liscio: la gavetta... Insomma, ripensandoci credo sia stato un lungo percorso in divenire. Se vi piacciono le favole, invece, vi dico che mio padre dice di essere stato un batterista per qualche tempo nel complesso del paese da giovane. Io ci credo, eh, però una volta gli ho messo in mano le bacchette e diciamo che tendo ad escludere questa ipotesi...
A quali gruppi ti ispiri?
Forse farei prima a dire a quali NON mi ispiro... Sicuramente, per quanto adesso stia cercando un sound più pop-rock, i Green Day prima di tutti. Come scrittura di testi e di canzoni, direi: Ligabue, Max Pezzali, Cremonini, Noel Gallagher... mi piace scrivere le cose così come stanno, senza troppi giri di parole. Amo il sound delle band power-pop (Cheap Trick su tutti). Per i live, Clash e Ramones. Non posso non citare i Social Distortion: il sound e i testi di Mike Ness sono indescrivibilmente sinceri ed ispiranti. Sono un amante di qualsiasi sound old-school. Cito solo Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry e Elvis, ma la lista è lunga. Cantautori italiani o artisti datati come Battisti, De Andrè, Rino Gaetano, Guccini e i Nomadi. Della nuova scuola mi piace molto il modo di scrivere di Gabbani, anche lui rientra nel mio stile ideale. Chiudo qua la risposta sennò vado avanti all'infinito.
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Tag: new bands, band emergenti, guppi musicali italiani, contest musicali
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