2024-11-13
Live Report: Enslaved @ Verftet Online Music Festival, Bergen 01/04/2020
In Italia è ormai passato più di un mese dall’inizio della quarantena dovuta al maledetto Covid19. Giornate passate chiusi in casa a cercare di non pensare a quello che sta succedendo fuori dalle quattro mura domestiche. Gli amici di una vita si fanno vivi tra le note dei miei dischi e nuove conoscenze si fanno avanti. In questi giorni di esilio forzato ho avuto la possibilità di scoprire nuova musica e di ritrovare vecchie perle che non frequentavo da un po’. Ho avuto tempo di leggere di musica e di scrivere di musica, ma alla lunga, la mancanza di qualcosa ha cominciato a farsi sentire. Ho comincianto a riconoscere alle piccole libertà tutta la loro importanza: andare a correre al parco, vedere gli amici per sparare quattro stronzate, la cucina di mamma, bersi una birra al bancone del pub vicino a casa, andare in sala prove con la band per discutere del nuovo pezzo, godersi un cazzo di concerto cercando di sbronzarsi il giusto per riuscire a non perdersi lo spettacolo… I concerti. Ecco, quest’ultima cosa la sto accusando parecchio. Sono un metallaro e per me la dimensione del live è qualcosa di assolutamente fondamentale nella mia vita e questa quarantena mi ha fatto capire quanto mi manca stare a bordo palco aspettando l’inizio del live. Fortunatamente sono giunti in mio soccorso, e a quello di molti metallari nelle mie stesse condizioni, i prog-blackster Enslaved che ieri sera, in modo totalmente inaspettato, ci hanno offerto un vero e proprio concerto in streaming con impianto audio e luci d’ordinanza, per intenderci non la robaccia da ciabatte e pigiama a cui stiamo assistendo ultimamente in TV. Oh! Sia bene inteso, nessuna critica. Capisco l’utilità e la buona volontà ma siamo metallari e abbiamo bisogno di altro. Sono le 20, pronti per la diretta su Facebook. Parte un cartello con un conto alla rovescia che ci da i tempi dell’inizio, ed ecco finalmente le prime immagini. Telecamera alta fronte palco, la band leggermente illuminata da fari rossi con alle spalle il moniker con stessa tonalità. Il primo live in esclusiva streaming, per quello che so, ha inizio. Si parte con l’avvolgente Ethica Odini che con i sui meravigliosi movimenti mi porta subito li sotto il palco per i primi dieci minuti di concerto, un’ondata di metallo duro miscelato alla grazia della tecnica degli esecutori. Un riff dietro l’altro ci danno l’illusione di essere veramente davanti allo stage fino al momento in cui la canzone termina e non si viene riportati alla sala da pranzo da cui si era partiti. Sono quasi stordito e tra la fine dell’opener e la seconda canzone faccio in tempo ad allungare un braccio, aprire il frigo e stapparmi una bella birra gelata. Non ho ancora mandato giù il primo sorso che parte Return to Yggdrasil che mi riporta furiosamente al combo norvegese. Tra un sorso di birra e un tentativo di coinvolgere la mia compagna alla festa si passa a Ruun seguita da The Dead Stare, pezzo che non veniva più suonato in sede live dalla band da quattordici anni… grande sorpresa per i quasi cinque mila fan accorsi sul social. Si prosegue con l’accoppiata The Crossing e Havenless dall’album Below the Lights del 2003 con gli Enslaved che fino a questo momento ci hanno dato un assaggio del loro possente e mai scontato sound. Siamo già a quarantacinque minuti di concerto, e questo vuol ben dire che è arrivato il momento della seconda birra. Apro il frigo sotto lo sguardo pieno di disprezzo della mia compagna. Estraggo e stappo. Lei scuote la testa in segno di disapprovazione. Ritorno al live che Sacred Horse è già iniziata e mi riacclimato con un vigoroso sorso di birraccia da due soldi… mi sento osservato e quindi comincio a scapocciare su la furia delle corde pizzicate dal gigante Ivar Bjornson e dal compagno di reparto Ice Dale e vado avanti per quasi tutto il pezzo. Sono estasiato dalla performance del combo scandinavo che ammetto di non aver mai visto dal vivo. Siamo quasi in chiusura e gli Enslaved attaccano con il martellante riff di Isa, le voci di Kjellson e Vinje regalano ancora grandi emozioni al presente. Rimango in estasi fino alla fine del pezzo. Riemergo quando Ivar ricorda al frontman che è arrivato il momento di presentare all’audience gli interpreti della serata e qui capisco che siamo ormai al traguardo. Come ultimo pezzo della scaletta troviamo Allfather Odinn, pezzo che arriva direttamente dal lontano 1993, quando i nostri metalheads pubblicarono uno split album intitolato Emperor/Hordanes Land con i connazionali Emperor. Il brano è una rasoiata che riporta alla mente tanti ricordi di quel periodo magico; batteria, tastiera, basso, chitarre e voci ci regalano gli ultimi minuti di un live che ci voleva assolutamente in questo periodo. La musica sfuma velocemente e un cartello ci segnala che la diretta è finita. Lo spettacolo è stato meraviglioso e sono molto grato agli Enslaved di avermi portato, nonostante il divieto di uscire, sotto il palco per un’ennesima serata di puro Metal. THANK YOU GUYS!!!!
Tag: Metal, Live Report, Enslaved, Progressive, Verftet Online Music Festival, Black Metal
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