2023-08-07
La vera musica degli anni 60
Si dice che per poter apprezzare a pieno il genere musicale caratteristico dei propri tempi, bisognerebbe nascere tra i 15 ed i 20 anni prima. Secondo questa teoria la musica degli anni 60 quindi è stata goduta a pieno solo da coloro che sono nati tra gli anni 40 ed i primi anni 50. ma non è altresì vero che la musica lascia il segno? Se una canzone crea un mito ed è abbastanza potente da scolpirsi indelebile nei ricordi delle persone, non è plausibile pensare che possa essere ricordata anche da un millennial?
La risposta è ovviamente si, non serve essere nati negli anni 40 o 50 per aver sentito almeno una volta Nel blu dipinto di blu, la Volare di Domenico Modugno, probabilmente chiunque, anche non conoscendo le esatte parole sa canticchiare o fischiettare un motivetto come Abbronzatissima oppure Guarda come dondolo di Edoardo Vianello, ed ancora C’era un ragazzo (che come me amava i Beatles ed i Rolling Stones), interpretata da Gianni Morandi.
A questo ragionamento possiamo applicare assolutamente anche la musica internazionale, perché tutti ricorderete Are you lonesome di Elvis Presey, oppure la struggente Stand by me di Ben E. King, provate per curiosità a digitare Blowin in the wind di Bob Dylan oppure Ring of fire di Johnny Cash e provate a dirmi che non le avete mai sentite. Conoscete quindi anche qualche canzone dei The Beatles, di Simon & Garfunkel e James Brown?
Certo che si, ecco loro sono tutti artisti di quegli anni. Gli anni 60 sono stati una fucina impressionante per la musica del panorama mondiale, si è passati dalla cosiddetta musica moderna, che caratterizza la prima metà del 1900, ad una rapida evoluzione della musica postmoderna (cioè quella dal dopoguerra in poi) in quella che noi chiamiamo musica contemporanea, ossia tutto ciò che viene successivamente alla seconda guerra mondiale.
La musica anni 60 quindi abbandona i vecchi schemi e prende solo quello che le serve dai decenni precedenti, un po’ di jazz, ma non troppo, un po’ di blues, ma con criterio, le sonorità canore dei quartetti vocali e dei solisti. Mischia poi il tutto con le nuove tecnologie, nuovi metodi di registrazione e nuove tecniche strumentali, come chitarre elettriche più tecniche e pattern di batteria innovativi, arrivano poi i Moog (le prime tastiere a sintetizzatore), a sostituire quello che per centinaia di anni era stato suonato solo col pianoforte o l’organo. Cavalcare l’onda delle nuove opportunità fornisce benefici agli artisti già esistenti, consentendo di reinventarsi, ma soprattutto crea nuovi generi musicali, come il Rock Progressivo, un genere che rompe totalmente gli schemi e che si accaparrerà una grossa fetta del panorama musicale per più di 2 decenni a venire. Oltre ad essere stato un periodo estremamente prolifico per quanto riguarda la nuova produzione musicale, gli anni 60 sono stati il brodo primordiale da cui sono esplosi i principali gruppi del fenomeno rock anni 70 e da cui poi è venuto tutto il resto, evoluzione dopo evoluzione fino alla musica che attualmente ascoltiamo in radio
La risposta è ovviamente si, non serve essere nati negli anni 40 o 50 per aver sentito almeno una volta Nel blu dipinto di blu, la Volare di Domenico Modugno, probabilmente chiunque, anche non conoscendo le esatte parole sa canticchiare o fischiettare un motivetto come Abbronzatissima oppure Guarda come dondolo di Edoardo Vianello, ed ancora C’era un ragazzo (che come me amava i Beatles ed i Rolling Stones), interpretata da Gianni Morandi.
A questo ragionamento possiamo applicare assolutamente anche la musica internazionale, perché tutti ricorderete Are you lonesome di Elvis Presey, oppure la struggente Stand by me di Ben E. King, provate per curiosità a digitare Blowin in the wind di Bob Dylan oppure Ring of fire di Johnny Cash e provate a dirmi che non le avete mai sentite. Conoscete quindi anche qualche canzone dei The Beatles, di Simon & Garfunkel e James Brown?
Certo che si, ecco loro sono tutti artisti di quegli anni. Gli anni 60 sono stati una fucina impressionante per la musica del panorama mondiale, si è passati dalla cosiddetta musica moderna, che caratterizza la prima metà del 1900, ad una rapida evoluzione della musica postmoderna (cioè quella dal dopoguerra in poi) in quella che noi chiamiamo musica contemporanea, ossia tutto ciò che viene successivamente alla seconda guerra mondiale.
La musica anni 60 quindi abbandona i vecchi schemi e prende solo quello che le serve dai decenni precedenti, un po’ di jazz, ma non troppo, un po’ di blues, ma con criterio, le sonorità canore dei quartetti vocali e dei solisti. Mischia poi il tutto con le nuove tecnologie, nuovi metodi di registrazione e nuove tecniche strumentali, come chitarre elettriche più tecniche e pattern di batteria innovativi, arrivano poi i Moog (le prime tastiere a sintetizzatore), a sostituire quello che per centinaia di anni era stato suonato solo col pianoforte o l’organo. Cavalcare l’onda delle nuove opportunità fornisce benefici agli artisti già esistenti, consentendo di reinventarsi, ma soprattutto crea nuovi generi musicali, come il Rock Progressivo, un genere che rompe totalmente gli schemi e che si accaparrerà una grossa fetta del panorama musicale per più di 2 decenni a venire. Oltre ad essere stato un periodo estremamente prolifico per quanto riguarda la nuova produzione musicale, gli anni 60 sono stati il brodo primordiale da cui sono esplosi i principali gruppi del fenomeno rock anni 70 e da cui poi è venuto tutto il resto, evoluzione dopo evoluzione fino alla musica che attualmente ascoltiamo in radio
Tag: musica anni 60, volare, the beatles, musica moderna, rock progressivo, moog
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